Dai pigiami alle slippers, lo stile domestico secondo i principali marchi di loungewear

Una delle eredità con ogni probabilità più durature del lungo periodo trascorso in casa per l’emergenza coronavirus, limitatamente al vestiario, è quella del loungewear homewear, sinonimi per designare capi e accessori pensati per essere indossati all’interno delle abitazioni. In effetti, allargando lo sguardo oltre i look raffazzonati recuperando tute e felpe informi, oppure i tentativi per mostrarsi in tenuta simil-professionale nelle videochiamate, (r)esiste una nicchia del menswear compendiata in pigiami, robe de chambre, completi coordinati e slippers, che trova nell’intimità della sfera domestica il suo scenario naturale, e alla quale si rivolgeva, ancor prima del lockdown, un drappello di estimatori in cerca di confort e ricercatezza nei tagli e materiali; qualità tattili e visive dunque, personali nel senso letterale del termine, dal momento che può goderne solo il diretto interessato, indulgendovi specialmente nei periodi off, in ogni caso quando si è al riparo dai ritmi forsennati della nostra società. 

Parliamo di vezzi stilistici e, più in generale, di un modus vivendi che riecheggiano quelli dei dandy di fine’800, la mollezza del loro abbigliamento da camera accentuata da vestaglie e giacche in nuance sgargianti, vestibilità morbide, tessuti pregiati – sete, lini, cotoni – e biancheria su misura, come quella prediletta dal Vate D’Annunzio, esteta nostrano per eccellenza.

Models present creations for fashion house Dolce Gabbana during the Men Fall – Winter 2016 / 2017 collection shows at the Milan’s Fashion Week on January 16, 2016 in Milan. AFP PHOTO / GABRIEL BOUYS / AFP / GABRIEL BOUYS (Photo credit should read GABRIEL BOUYS/AFP via Getty Images)

Nella gallery foto 1: Gabriel Bouys/AFP via Getty Images, foto 4: Barbara Zanon/Getty Images

Il loungewear, di per sé, non rappresenta una novità assoluta nella moda maschile: nel 2016 si era infatti parlato di tendenza pyjamas, vale a dire quegli ensemble composti da blusa e pantalone fluidi, in materiali setosi e con pipinga contrasto, talmente sofisticati e preziosi da poter essere sfoggiati in ogni occasione, come avevano suggerito le sfilate di maison del livello di GucciVersaceDolce&GabbanaVuitton e Dries Van Noten.
Eccezion fatta per gli habitué delle varie fashion week, pigiami et similia non si erano però realmente diffusi al di là delle mura domestiche. Indossarli in pubblico, d’altra parte, veniva considerato sinonimo di stravaganza, concessa semmai a personalità d’eccezione: senza per forza scomodare il patron di Playboy Hugh Hefner, perennemente avvolto da una palandrana rossa, è sufficiente citare Federico García Lorca e Salvador Dalí, oppure, restando al presente, il pittore Julian Schnabel e l’attore e musicista Jared Leto

Il loungewear di cui sopra, invece, è da intendersi come un lusso intimo, sotteso a prodotti fuori dal comune, eppure utilizzati in momenti assolutamente ordinari come quelli di relax casalingo, magari sbizzarrendosi nella scelta di colori e decorazioni. Ad assecondare queste inclinazioni provvede un ventaglio di griffe, tra aziende dall’heritage pluridecennale e altre salite alla ribalta in tempi più recenti.
Rientra nella prima categoria Derek Rose, un marchio che, in oltre 90 anni di attività, ha conquistato rockstar, attori e aristocratici applicando i fondamenti della sartoria a sleepwear e abbigliamento per il tempo libero; le sue vestaglie, camicie da notte, maglie, pantaloni e babbucce vengono confezionate in materiali nobili, dal cachemire al batista, dal velluto allo jacquard, e si distinguono per i pattern esclusivi ideati dal team di design interno.

Altra label londinese che, concentrandosi su qualità dei filati e studio meticoloso delle forme, ha fatto dell’homewear un trademark è Hamilton and Hare: i modelli – pyjamas, accappatoi, t-shirt, shorts – sono essenziali, la palette cromatica ridotta al minimo, con sporadiche concessioni a burgundy e giallo pastello. Principi simili – aplomb sartoriale, tessuti premium, silhouette classiche – messi però al servizio dell’estro creativo, sono quelli seguiti da Desmond & Dempsey, i cui set coordinati presentano stampe all-over dall’ispirazione esotica o ampie righe multicolor, affiancati a proposte più tradizionali nelle sfumature del blu e grigio.

Il focus di Sleepy Jones è sul pigiama, trasformato in divisa quotidiana dall’attitudine nonchalant, da mescolare liberamente con evergreen del guardaroba quali jeans e magliette. Le texture alternano motivi geometrici, gessati e grafiche floreali, sebbene non manchino versioni monocrome e una selezione di vestaglie, pantaloncini e biancheria.
Da Inabo, brand di base a Stoccolma, tutta l’attenzione è rivolta alle slippers, sobrie e funzionali come da prassi del design scandinavo, ottenute da pellami di prim’ordine, in primis nappa e suede.

L’abbigliamento da casa è poi oggetto d’interesse anche di marchi storicamente attivi nell’underwear: nel caso di Hanro e Zimmerli, ad esempio, il comune denominatore risiede nelle linee timeless, nelle lavorazioni meticolose dei filati (lana, seta, mischie di cotone e jersey, ecc.), nelle tonalità preferibilmente neutre, nelle fantasie tipiche dell’armadio maschile, dai check alle righe; per quegli uomini che, pur apprezzando la raffinatezza del loungewear, non intendono derogare ai dettami dello stile minimal. 

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