Dal successo di Ambush alle collaborazioni a raffica, Yoon Ahn è la designer più richiesta del momento

L’ultima partnership, con il marchio di prodotti audio Beats by Dr. Dre, è stata svelata solo pochi giorni fa: una versione fluo degli auricolari wireless Powerbeats. Si tratta dell’ennesima collaborazione d’autore che va ad infoltire un elenco già corposo, riconducibile alla griffe Ambush o meglio, alla sua direttrice artistica Yoon Ahn.

Classe 1976, nata in Corea del Sud ma cresciuta negli Usa seguendo gli spostamenti del padre nell’esercito americano e stabilendosi infine a Seattle, Ahn si laurea in graphic design all’università di Boston, città dove conosce il futuro compagno Verbal, figura apicale dell’hip hop giapponese, membro del collettivo Teriyaki Boyz. Trasferitasi a Tokyo nel 2003, la designer si inserisce nel vivace contesto del clubbing locale, iniziando di lì a breve a realizzare gioielli sgargianti, fuori dal comune, che rispecchino l’energia della scena musicale e notturna della città, pensati per amici, collaboratori del marito, habitué del settore.
Dato l’apprezzamento dei primi, illustri clienti (tra i quali un certo Kanye West), decide di strutturare meglio l’attività, fondando nel 2008 la label Ambush, in cui far confluire indistintamente chincaglierie, simboli della cultura pop e oggetti di uso quotidiano, rivestendoli di metallo – dall’argento placcato oro allo sterling silver, all’ottone – e tramutandoli in accessori one of a kind, dalla forte personalità.



Un brand di gioielleria sui generis dunque, che riflette il percorso, altrettanto composito, di una ragazza che ha trascorso l’adolescenza nella patria del grunge, sulla West Coast, si è appassionata alla moda – come racconta lei stessa – sfogliando le pagine di magazine come i-D o The Face, ha studiato grafica e, infine, si è ritrovata a lavorare come art director nella capitale nipponica, curando all’occorrenza anche i dj set delle serate più richieste. Un background permeato di street culture degli anni Novanta e Duemila, influenze musicali, subculture giapponesi e parecchia sfrontatezza.



Non stupisce quindi nemmeno tanto che il repertorio di riferimenti da cui attingere per le collezioni sia vasto (dai peluche alle spille da balia dei punk, passando per graffette, badge, accendini, pillole, mollette da bucato e così via) e venga tradotto in pendenti, piercing, orecchini e ciondoli. Anche quando gli articoli sono quelli canonici del settore – su tutti anelli, bracciali e collane – a fare la differenza sono dettagli quali le dimensioni esagerate, le linee arzigogolate, le colorazioni neon o metallizzate come lime, fucsia o blu China. Una visione caleidoscopica insomma, coerente con il gusto di Ahn che afferma di «trovare la bellezza nell’ordinario» e paragona il proprio approccio alla campionatura, e successivo mix, di contenuti eterogenei da parte dei dj, definendosi a tal proposito «un’outsider che esplora idee senza alcuna regola».

Nel 2015 viene introdotta la linea di ready to wear, pensata inizialmente per fare da corollario ai gioielli, vero focus del marchio. Nel corso delle stagioni la proposta si irrobustisce e si amplia, adottando stilemi analoghi a quelli dei monili: si spiegano così le felpe con grafiche trompe-l’œil, i maglioni patchwork, i capispalla dai finissaggi lucidi, il knitwear in nuance vitaminiche e altri pezzi di tenore simile; senza dimenticare gli accessori, sulla falsariga di gioielli e abiti, tra i quali spicca la clutch in metallo a mo’ di lattina accartocciata, divenuta un must-have di Ambush.

Ahn fa inoltre della collaborazione un tratto distintivo del proprio lavoro, viatico a una feconda contaminazione di realtà lontane tra di loro che, unendosi, ottengono risultati tanto inaspettati quanto attraenti per i consumatori. Fin dall’inizio, riesce pertanto a inanellare partnership con alcune tra le più rilevanti griffe di menswear o womenswear sulla scena. Ad inaugurare questa sfilza di co-lab è nel 2009 la capsule collection Ambush X Bape, proseguita nelle stagioni successive a colpi di giacche “sdoppiate”, ciondoli smaltati e scarpe creepers.
Per il défilé maschile spring/summer 2017 di Sacai la creativa realizza invece massicci girocollo a maglie metalliche, chiusi da lucchetti, il complemento ideale per outfit ispirati a quelli dei personaggi di ‘Arancia meccanica’. In occasione della collezione donna Undercover s/s 2018, invece, l’attenzione di Ahn si concentra sulle perle, ingigantite oppure ammaccate ad arte, o ancora disposte a grappoli sui bracciali a contornare i cammei.


Backstage at Dior Men Men’s Fall 2020

Credits Photo 6: Kuba Dabrowski/WWD


A beneficiare della prolificità della designer non sono solamente i brand street o di prêt-à-porter, anzi: Ahn tra le altre cose ha personalizzato le iconiche valigie in alluminio Rimowa, tingendone le maniglie di arancione segnaletico, e unito le forze con il marchio di eyewear Gentle Monster per una limited edition di occhiali da sole a mascherina, profilati da elementi in metallo.
Lo scorso settembre, invece, è stato svelato l’ultimo capitolo del progetto di Bvlgari “Serpenti Through the Eyes of…”, con cui la maison romana invita lo stilista di turno a reinterpretare la Serpenti Forever Bag: oltre a trapuntare la nappa dei tre modelli scelti (handbag, marsupio, minaudière), Ambush ne ha accentuato le linee, aggiungendo la possibilità di scegliere cromie brillanti come verde chartreuse, bluette e rosa.

Lo sportswear rappresenta un capitolo a parte, ampiamente esplorato da Ahn, che già nel 2012 riversava una colata di argento sulle sneakers Pump Fury HLS di Reebok. Nel 2019 è la volta delle mitiche Converse Chuck 70 e Pro Leather, ripensate in chiave rainproof attraverso l’utilizzo della gomma e la suola allargata a dismisura; la collaborazione tra l’altro prosegue, e da qualche giorno sono disponibili due nuove silhouette, ossia Dunk Boot – un ibrido tra anfibio e trainer alta – e Chuck 70 con strati di soffice shearling sulla parte esterna.
Ancora più fruttuoso il tandem con Nike, che ha interessato nel tempo diverse tipologie di prodotto, dai body e pantaloni tecnici per l’allenamento alle pellicce sintetiche, dai giubbetti reversibili alle immancabili sneakers in edizione limitata, destinate ovviamente a infiammare i desiderata dei collezionisti; le ultime arrivate, in questo senso, sono le Dunk High caratterizzate dallo Swoosh che deborda dalla tomaia, il cui lancio è previsto a dicembre.

Il talento della direttrice creativa di Ambush viene notato in tempi non sospetti anche dall’intellighenzia modaiola, che nel 2017 la inserisce nell’elenco degli otto finalisti del premio LVMH. L’anno seguente arriva un riconoscimento per certi versi ancora più pregevole, la nomina a jewelry designer di Dior Men, sotto la supervisione dell’amico di lungo corso Kim Jones.
Ahn può così sbizzarrirsi con i gioielli maschili della griffe, iniziando da quelli della stagione s/s 2019 (all’insegna di catene lucenti e lettering Dior trasformato in decoro ad hoc) e finendo con la profusione di boules, spille, charms, medagliette e ninnoli assortiti che punteggiava le uscite dello show a/i 2020, una celebrazione del look Do It Yourself dell’artista punk Judy Blame. Con un curriculum del genere, è facile in fin dei conti prevedere per Ahn un futuro da protagonista assoluta del fashion system.

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