Dietro le quinte della prima settimana della moda phygital : Kiton

Gli stakeholder del Made in Italy raccontano i propri eventi nella prima settimana della moda metà fisica e metà virtuale nel pieno del cambiamento epocale Covid19

Production & interview Alessia Caliendo

Ph Matteo Galvanone

Kiton è un brand che rappresenta l’eccellenza dell’alta sartoria italiana fondato da Ciro Paone a Napoli, nel 1968, con l’amore e la passione per il bel vestire.

L’eccezionale competenza nella costruzione sartoriale dei capi e la magnifica ossessione per la qualità dei tessuti, così come di ogni singolo dettaglio, hanno reso Kiton leader indiscusso dell’eleganza masc

Manintown incontra Matteo Antonio de Matteis, Amministratore Delegato Kiton, e Maria Giovanna Paone, Vice Presidente e Creative director della collezione donna. 

Parlateci dell’evento svoltosi durante la prima settimana della moda phygital e quali sono le misure adottate per garantire uno svolgimento che mantenesse lo stesso appeal dell’era pre Covid

Abbiamo cercato di mantenere l’appeal di una presentazione fisica il più possibile, nel segno delle vigenti norme di sicurezza, ma il digitale ci sta aiutando molto grazie alla creazione di una piattaforma molto apprezzata dai buyer che sta dando risultati inaspettati.

Qualche mese fa si commentava la fine degli eventi fisici a favore di una rivoluzione digitale sempre più avanguardista. Essere qui, oggi, smentisce tali affermazioni a favore di una nuova forma di eventi sempre più selettivi e di pari passo con la velocità dei social. Secondo voi, quali di questi cambiamenti segneranno esponenzialmente il modo di presentare una collezione al pubblico?

Non ci saranno grandi stravolgimenti ma il nostro focus tornerà ad essere la clientela locale. Quando sarà possibile riprenderemo il rapporto One to One con piccoli eventi esclusivi in giro per il mondo.

I nostri collaboratori si stanno già muovendo in tal senso con la spedizione dei campioni di tessuti ai clienti affezionati che hanno la possibilità di scegliere le proposte digitalmente ma di toccare comunque con mano la qualità Kiton. In questo modo anche la nostra virtualità è diventata tailor made.

La realtà aziendale è cambiata post lockdown? E il suo mindset creativo e progettuale?

La realtà aziendale non è cambiata minimamente, lavoriamo con le stesse intensità e tempistiche di sempre ma soprattutto con una grandissima voglia di tornare ad una vita priva di limitazioni.

Gli stakeholder della moda hanno provato ad immaginare, e di conseguenza a proporre, un uomo e una donna segnati da una pandemia globale. Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono i vostri?

Crediamo fortemente in un uomo e in una donna che possano ricominciare ad apprezzare l’eleganza e la formalità in differenti contesti così come nel DNA Kiton.

Tra le novità di stagione per l’uomo, ci sono la giacca ultra leggera, soli 160 grammi di pregiato cotone e lino nato per la camiceria, ma sapientemente lavorato per regalare un effetto blazer. E la jacket in jersey di cashmere ottenuto lavorando su speciali telai di norma utilizzati per la produzione di calze, che assicurano elasticità solo in orizzontale ma non in verticale, scongiurando così il rischio di deformazione del capo.

Mentre per la donna, tra i capi di punta, l’iconico blazer in drappino di cashmere ultra leggero, con fodera di seta e bottoni in madreperla, prodotti in Australia dalla coltivazione delle conchiglie Silver Lips e gli chemisier in seta, in versione lunga o al polpaccio, sempre declinabili in chiave giorno o sera e amatissimi dalla clientela per la loro estrema versatilità.

Stiamo vivendo una fashion week decurtata delle presenze internazionali. Se doveste fare proiezioni per i prossimi mesi, quale sarebbe lo scenario in termini di comunicazione e vendita del prodotto?

Non si possono fare previsioni, ma complimenti a noi e ai nostri colleghi che siamo qui a crederci e a rischiare. Noi abbiamo avuto reazioni positive su molti mercati che tuttora risultano in crescita costante come riflesso di una collettività che vuole continuare a vestirsi nel segno del buongusto.

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