IN DIALOGO CON L’ARTE: LA MOSTRA DI DRUID AL GALLERY ART HOTEL A FIRENZE

Gallery Hotel Art del Lungarno Collection torna a parlare e a nutrirsi d’arte con un nuovo progetto che arricchisce la sua rosa di collaborazioni, regalando allo spettatore un vero e proprio divertimento visivo. Fino al 6 ottobre 2024, si apre al pubblico la prima mostra personale a Firenze di Emanuele Napolitano, alias Druid, dal titolo And still they don’t believe it, a cura di Valentina Ciarallo. 

Mostra Druid
Druid, Un jour à Londres

La mostra artistica di Druid tra zodiaco e ceramiche vintage

L’originale progetto è composto da un nutrito numero di opere inedite, come la serie di pitture dedicata ai dodici segni zodiacali. Un oroscopo per immagini dove simboli e volti si rispecchiano in un suggestivo dualismo di colori e sagome. Ogni dipinto è accompagnato dalla predizione sul destino individuale, espressamente formulata dall’artista. Lo zodiaco è da sempre evocativo e affascinante, il mistero delle stelle incanta come incantano le sue raffigurazioni. L’illusione è che posizione e movimento dei corpi celesti influiscono significativamente sulla nostra personalità, a tal punto da condizionare il nostro umore e cambiare il senso della giornata. 

Immancabile la serie dei disegni-vignetta nei quali l’artista immagina tempi e luoghi accendendo il riflettore sulla sfera femminile. Le donne ritratte sono sicure di sé, sarcastiche, non temono rivali, ma allo stesso tempo appaiono fragili e malinconiche, avvolte nell’indipendenza-dipendenza verso l’altro sesso o il mondo che le circonda. “Non inseguire chi sa dove trovarti”; “Ti ci devo portare-migliore frase d’amore di sempre”; “50 % Human 50% Spritz”, sono alcune delle espressioni che accompagnano come aforismi le illustrazioni disegnate a matita. 

Druid, Ti ci devo portare
Druid, Ti ci devo portare

Per la prima volta viene anche esposta la collezione di oltre trenta piatti in ceramica vintage, prodotti per l’occasione, e che prende spunto dalla lunga tradizione della ceramica toscana. Dalle forme e dimensioni insolite, la serie di vasellame tappezza l’intera parete della sala colazioni rievocando un ambiente tradizionale e familiare, come la nostalgica cucina della nonna in cui la parola era al centro del focolare. Ogni fondo del piatto riporta una frase o un disegno ironico in pieno stile “Druid”.  E la parola scritta che nasce dall’osservare e ascoltare l’altro, diventa la chiave di accesso della sua estetica.  

In occasione della sua mostra, Druid, romano di nascita, artista visivo, pittore, videomaker e regista, racconta la sua visione dell’arte, conquistando per la leggerezza del tratto e per la profondità della persona. 

«La bellezza è da ricercarsi nel mistero del quotidiano: un’immagine, una forma, un gesto. Matisse è bellezza»

Cos’è per te la bellezza?

Una condizione difficile da ottenere ma facile da sporcare, nel senso che tutti vorrebbero averla o corromperla. La bellezza è da ricercarsi nel mistero del quotidiano: un’immagine, una forma, un gesto. Matisse è bellezza. Mi sono da tempo riproposto di ricercare la bellezza in prossimità, non nelle profondità dell’impossibile. 

Come nasce la tua passione per la pittura?

Volevo dipingere gli alberi senza radici. Tra le prime cose di cui ho memoria ci sono le immagini di un libro con i dipinti di Giorgio De Chirico, penso che i suoi colori e la sua ricerca del mistero mi abbiano spinto a cercare di ricreare un mio personale universo pittorico. 

Mostra Druid
Druid, Mirror

Druid: «Con la mostra al Gallery Hotel Art, l’intento è quello di spostare l’arte in luoghi che possano avvicinarla allo spettatore, lasciando che ogni opera crei un dialogo con lo spazio circostante»

Tre aggettivi per descriverti.

Testardo, sorridente, controverso. 

Come nasce la mostra di Firenze?

Da anni collaboro con Valentina Ciarallo, che ha curato la mostra al Gallery Hotel Art. L’intento è quello di spostare l’arte in luoghi che possano avvicinarla allo spettatore, lasciando che ogni opera crei un dialogo con lo spazio circostante. Per il Gallery abbiamo creato quindi una serie di dipinti sui segni zodiacali, in modo da offrire a ogni ospite dell’hotel un suo personale viaggio astrale. Ho inoltre dipinto una serie di piatti che si riallacciano alla tradizione della ceramica toscana. Tutto si interfaccia con l’arredo delle sale come a ricreare un ambiente familiare. 

Progetti futuri?

La pittura è un progetto in costante divenire. Dipingere è scrivere, un segno giornaliero da cui non mi posso astenere. I progetti si creano solamente se si produce e per me è stato sempre così, una serie di eventi fortuiti legati alla mia produzione. L’artista che non produce opere non ha progetti. 

«Il blu è il colore che preferisco ed è sempre presente nei miei dipinti»

Sei felice?

La felicità è una condizione irraggiungibile. La ricerca della felicità crea una sensazione di benessere ma il conseguimento della stessa alimenta la paura di perderla. Questa sensazione di instabilità è forse il motore stesso dell’esistenza. Sono, quindi, un cercatore di felicità.

Il colore che più ti rappresenta?

Senz’altro il blu, è il colore che preferisco ed è sempre presente nei miei dipinti. Quasi ogni linea principale è dipinta con il blu, o in alternativa con il rosso, altro colore che uso spesso ma che amo meno. Ho una passione particolare anche per il verde veronese. 

Hai una canzone del cuore?

Esistono canzoni particolari per ogni periodo della mia vita. The Smiths, Cure, Police, oppure scelte diametralmente opposte come Death, Pearl Jam e Neutral Milk Hotel. Ascolto spesso Range Life dei Pavement, mi regala quella sensazione di leggerezza che avevo da adolescente. 

Mostra Druid
Piatto in ceramica dell’artista Druid
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