Alla scoperta di Roma tra foto e sculture con la mostra di Federico Pestilli al The Westin Excelsior

Dal felice connubio tra ospitalità di lusso e arte nasce Passione in pietra, il nuovo progetto fotografico ed espositivo nella lobby del The Westin Excelsior, in collaborazione con il giovane talento Federico Pestilli. Un percorso unico alla scoperta di una Roma nascosta, tra scatti di statue e sculture che prendono vita mentre il marmo si trasforma in espressione artistica.

La mostra si terrà fino al 30 aprile nella maestosa lobby del The Westin Excelsior Rome, luogo simbolo della Dolce Vita felliniana, offrendo un itinerario singolare a disposizione dei molti ospiti in visita a Roma. Quella ospitata dal celeberrimo albergo di via Veneto è un’esposizione unica, inserita nelle celebrazioni per i suoi 118 anni di storia.

Federico Pestilli nasce a Roma nel 1985. Il suo operato è il risultato di una formazione internazionale. Dopo aver conseguito una laurea in Storia alla Sorbona di Parigi, si trasferisce a New York lavorando sui set fotografici di moda. E proprio qui Pestilli inizia parallelamente a sviluppare un progetto fotografico indipendente, che lo porta ad esplorare angoli del mondo poco conosciuti. Una fotografia di stampo documentaristico che unisce persone e posti agli antipodi tra loro. Nel 2023 vince il concorso con ILFORD Photo per il suo progetto Extinct sulla fauna in estinzione. Vive e lavora tra Londra e Roma.

Passione in pietra è un progetto che si snoda tra nove gigantografie in bianco e nero, raffiguranti statue e sculture presenti in strade e luoghi simbolo della Città Eterna.

«Le opere della mostra – racconta Federico Pestilli – non sono ancorate a un arco temporale specifico. Le gigantografie nella hall principale sono opere storiche ma relativamente recenti. Nella seconda hall le stampe di dimensioni più intime sono invece di epoca romana, primo e secondo secolo. Il tempo non è stato un fattore critico nella scelta delle opere. Lo è stato invece il loro posizionamento topografico nella cittàsono opere situate in prossimità dell’Excelsiore il loro potere evocativo di passione, sia dei soggetti scolpiti sia degli scultori nel loro lavoro. L’idea di portare delle statue è nata studiando lo spazio espositivo dell’Excelsior e intuendo il potenziale di stampare in grande opere piccole. La foto di un monumento non sarebbe stata più grande del reale, quelle delle statue sì».

Mostra Passione in pietra all'hotel The Westin Excelsior Rome
The Westin Excelsior Rome

Federico Pestilli sulla mostra Passione in pietra: «Per la mostra all’Excelsior ho raccolto le immagini che sintetizzano il mio percorso fotografico. Ho usato le statue per evidenziare il mio pensiero su luce, composizione ed etica»

Queste immagini si inseriscono in un ampio lavoro su Roma e sulla sua evoluzione storico-urbanistica. Qual è il progetto?

I miei progetti si articolano in lassi di tempo vari. Una volta trovata una tematica che mi incuriosisce, inizio un lavoro di archiviazione di immagini in progetti, come fossero delle cartelle per il pensiero. Essendo nato a Roma, il mio progetto su questa città continuerà finché potrò impugnare una fotocamera. Quindi, il primo lasso di tempo è quello a lungo raggio senza scadenza. Il secondo lasso di tempo di un progetto è quello breve che mi costringe a fare sintesi della mia ricerca.

Per la mostra all’Excelsior ho raccolto le immagini che sintetizzano il mio percorso fotografico. Ho usato le statue per evidenziare il mio pensiero su luce, composizione ed etica. Ogni progetto informa gli altri, quando se ne espone uno si fa sintesi dell’esperienza acquisita negli altri. Quello su Roma raccoglie vari soggetti della Capitale, dall’urbanistica antica a quella contemporanea. Per questa presentazione ho voluto sottolineare la fragilità dell’immagine scolpita in marmo: la pietra prende le sembianze umane e ci emoziona, poi rompendosi torna pietra e la nostra illusione si scioglie. A me piace vedere nelle statue, soprattutto antiche, delle pietre con sembianze umane, anziché delle figure umane in decadenza. L’opportunità della mostra mi ha spronato a cercare nuovi dettagli in una città che offre sempre qualcosa da scoprire.

«La pellicola di per sé aggiunge una sensazione naturale e organica all’immagine, difficile da decifrare, ma è simile al suono del vinile rispetto al suono digitale»

Ha vinto il premio ILFORD Photo 2023. Cosa significa oggi fotografare su pellicola? E in B/N?

Fotografare in bianco e nero vuol dire astrarre la realtà. La fotografia digitale è precisa e scientifica, userei anche il termine “televisiva”. Quando vediamo un’immagine molto chiara non ci sforziamo a completarla. Un’immagine astratta invece, senza colori, ci richiede di evocare le nostre esperienze ed emozioni per completarla. La pellicola di per sé aggiunge una sensazione naturale e organica all’immagine, difficile da decifrare, ma è simile al suono del vinile rispetto al suono digitale.

Mostra Passione in pietra all'hotel The Westin Excelsior Rome
Il progetto Passione in pietra

Cosa ama della pellicola?

La fotografia sta diventando sempre più a portata di mano, ormai con il telefono siamo tutti fotografi. Ironicamente mi sembra che più vediamo e meno capiamo, e meno siamo in grado di percepire il valore della realtà. Fotografare in pellicola vuol dire poter vivere il momento in cui si fotografa senza verificare immediatamente se l’immagine ripresa corrisponda all’idea di composizione. Questo vuol dire lasciare più spazio agli errori e aprire più porte all’inatteso. Questo è un pregio della fotografia analogica.

Per ILFORD ha presentato il progetto Extinct, foto di animali nel loro ambiente naturale. Un mondo antitetico rispetto agli scatti esposti all’Excelsior o a quelli dei marmi di Villa Borghese con le mascherine in era Covid. Ci sono due Federico diversi?

Ci sono tanti Federico quanti i soggetti da fotografare. Non credo sia il contenuto a descrivere la creatività di un individuo, bensì la maniera in cui il contenuto viene trasmesso e l’etica che lo vela. È la sensibilità di un artista che va sempre evidenziata prima del contenuto o i materiali con i quali si lavora. Se parliamo di animali o di statue è la percezione della luce e delle forme che è più indicativa di un unico Federico.

Mostra Passione in pietra all'hotel The Westin Excelsior Rome
Il progetto Passione in pietra

«Credo siano tutti più insicuri in un mondo in cui l’immagine è un’arma a doppio taglio»

Si scatta molto più che in passato, ma resterà molto meno, tutto sparpagliato in nuvole virtuali. Cosa racconta, secondo lei, il nuovo rapporto delle persone con la fotografia?

Credo che la nuova fotografia sia soprattutto un linguaggio, una nuova maniera per dire le solite cose. Le persone che riusciranno a dire cose rilevanti saranno la stessa piccola percentuale di prima. Sicuramente ora c’è più “rumore visivo” e per questo è necessario uno sforzo in più per distinguere l’importante dal superfluo. Forse uno dei cambiamenti più grandi è la maniera in cui la gente si rapporta alla propria immagine. Credo siano tutti più insicuri in un mondo in cui l’immagine è un’arma a doppio taglio. Quando giravo a Roma negli anni novanta se volevo fotografare qualcuno la gente si impettiva d’orgoglio. Oggigiorno la gente vuole controllare la propria immagine, non si fida subito.

«Non mi garba essere definito da due, tre scrollate di schermo che dicono “Ah lui fa questo”. Preferisco la domanda “Ma lui cosa fa?”»

Instagram nacque per condividere foto. Perché il suo profilo ne ha così poche?

Il mio rapporto con Instagram e il mondo online è sicuramente conflittuale. Ho resistito molto tempo prima di decidere che una presenza virtuale fosse effettivamente uno strumento utile per me. Più volte ho fatto una purga totale del mio storico di immagini. Non mi garba essere definito da due, tre scrollate di schermo che dicono “Ah lui fa questo”. Preferisco la domanda “Ma lui cosa fa?”. Chi mi segue da tempo sa sia cosa ho fatto che quel che sto facendo. Diciamo che è un incentivo inusuale a seguirmi.

Mostra Passione in pietra all'hotel The Westin Excelsior Rome
Passione in pietra

«La fotografia di moda contiene ovviamente una vena di forte creatività, ma nel momento in cui l’immagine si propone di vendere un capo d’abbigliamento questa si appiattisce»

Si è formato nel mondo della moda. È una mia impressione da profana o in questo tipo di fotografia l’arte sta scemando?

L’arte quando deve vendere qualcos’altro non è più arte. La fotografia di moda contiene ovviamente una vena di forte creatività, ma nel momento in cui l’immagine si propone di vendere un capo d’abbigliamento questa si appiattisce fino a essere priva di valore spirituale. Pubblicità e propaganda sono simili in questo contesto. Anche le case di moda sono responsabili di questa realtà; per evitare di essere politicamente scorrette e per massimizzare i guadagni sottraggono potere decisionale ai creativi che si trovano sempre più ad essere ingaggiati come tecnici di fotografia.

Il digitale, e la conseguente facilità di lavorare in post-produzione, sta facendo diventare fast non solo il fashion ma anche il modo di raccontarlo?

C’è sicuramente una sete insaziabile di contenuti in un mondo sempre più digitale. Se fino ad oggi le grandi piattaforme social si sono cibate dell’attenzione degli utenti, in futuro cercheranno di accaparrarsi l’intimità degli utenti. Solo una presa di coscienza individuale e collettiva potrà evitare che gran parte della popolazione mondiale cada preda di un sistema dal quale sia impossibile scollegarsi. Più la moda diventa “fast” e meno tempo si ha per riflettere. Dovremmo tutti prendere un bel respiro e cercare insieme di rallentare un sistema sfrenato.

Mostra Passione in pietra all'hotel The Westin Excelsior Rome
Passione in pietra
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