Gaia e l’arte di essere se stessi

Uno spirito libero e un’artista che ci invita a riflettere sul ritmo della vita per prendersi il proprio tempo dalla frenesia della quotidianità, godendosi ogni singolo attimo: «Mentre tutto corre io rallento. Sento, sento quanta vita in un solo momento» canta Gaia in Estasi. Cresciuta in bilico tra il Brasile e l’Italia, i Paesi d’origine della madre e del padre, Gaia Gozzi continua il suo percorso costellato di successi, restando fedele a se stessa.

Venerdì 10 novembre 2023 esce il nuovo singolo Tokyo, scritto con Drast, che ne cura anche la produzione insieme a Golden Years. Il brano è un invito a lasciarsi andare, un biglietto di sola andata verso la libertà. Il coraggio di Gaia nel seguire strade non convenzionali e la sua musica densa di spiritualità rappresentano una vera fonte d’ispirazione per la nuova generazione. 

«È importante secondo me trovare il proprio ritmo e capire l’importanza di prendersi una pausa»

Gaia, parliamo del tuo ultimo viaggio in Amazzonia e del messaggio di seguire il ritmo della natura, andare più lenti… Sono tutti concetti molto attuali in una società frenetica come la nostra.

È importante secondo me trovare il proprio ritmo e capire l’importanza di prendersi una pausa. Non tutti possono permettersi di andare in Amazzonia; chiaramente lo consiglierei per ricentrarsi, ma non è stato semplicemente il viaggio ad aiutarmi. Grazie a quell’esperienza ho capito quanto internamente dovessi creare quel rapporto con me stessa per capire quando mi devo fermare, quando devo dire dei no. Questi ‘no’ sono fondamentali anche per la longevità nel mio progetto, per poter avere la consapevolezza del mio strumento e non sfruttarlo e terminarlo prima del dovuto. Secondo me abbiamo delle energie che ci vengono date alla nascita e non dobbiamo esaurirle tutte subito. Se pensiamo alla storia della musica e non solo, molti musicisti per il tipo di vita che conducono tendono all’eccesso. Io vorrei fare questo mestiere il più a lungo possibile.

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«Il mio modo di fluire nella vita è legato al mio sentire. Per me è quella la spiritualità: ascoltare il mio istinto, rendere sempre più intima, sincera e diretta la mia conversazione interna»

E, in effetti, nel mondo dello spettacolo è facile perdersi…

Sì, più ti viene dato e più possibilità hai di vedere migliaia di persone che cantano la tua musica, più evidentemente d’altra parte ti verrà tolto qualcosa: può essere la salute, le relazioni ecc… Quindi l’equilibrio è sempre stato uno dei miei obiettivi primari. Credo molto nel provare ad avere un approccio ‘sano’ a questo mestiere, anche se non ci sono stati così tanti esempi di questo tipo. Perché poi per ‘spaccare’ devi fare, esserci, starci dentro. Ho visto tante persone andare in depressione con facilità; anche io ho vissuto dei momenti di ‘down’ emotivo molto intensi. Per questo è importante trovare il proprio equilibrio in tutto.

Una caratteristica sicuramente peculiare nella tua musica è la presenza di una certa spiritualità.

Sì, sicuramente la spiritualità fa parte della mia vita in generale; sfocerà nella musica e straborderà anche in quella. Il mio modo di fluire nella vita è legato al mio sentire. Per me è quella la spiritualità: ascoltare il mio istinto, rendere sempre più intima, sincera e diretta la mia conversazione interna. Credo tantissimo nel fatto che ci sia una coscienza comune che ci guidi verso quello che dovremmo fare, essere ecc… Io sono sempre molto molto attenta nel cercare di fare qualcosa che il mio ‘higher self would do’. Quindi sì, non riuscirei a fluire nella vita e nella musica, che è il mio modo di esprimermi, senza un rapporto intimo con l’intangibile. Quindi lo metto nelle canzoni.

«La musica è sempre stata fondamentale per me e ho sempre pensato che mi avrebbe accompagnato durante la mia vita»

 Quando hai capito che la musica era la tua vocazione e che da lì si sarebbe tramutata anche in una professione?

La musica è sempre stata fondamentale per me e ho sempre pensato che mi avrebbe accompagnato durante la mia vita. Ero un po’ timorosa da piccola nel considerarla un ipotetico lavoro, perché ero molto, molto timida. Quindi andava totalmente in contrasto con la mia natura e sentivo che era un sogno così grande, magari non volevo intaccarlo. Nonostante i miei timori è andata bene, anche grazie al processo di scoperta di me stessa, al fatto di aver iniziato a viaggiare molto presto, tante esperienze che mi hanno fatto uscire dalla mia comfort zone. Sono stata un po’ all’università per vedere poi questa opzione come reale e percorribile.

Da piccola ho sempre cantato in casa, in bagno soprattutto, il mio palco principale. Mi mettevo davanti allo specchio e cantavo le canzoni delle mie artiste preferite. Poi facevo tantissima ricerca su YouTube, guardavo i live di chiunque; rimaneva una cosa tra me e me o tra me e la mia famiglia, che a un certo punto non ce la faceva più ad ascoltarmi (ride guardando la mamma Luciana, ndr). Poi sono andata a vivere in Germania a 15 anni e ho iniziato a cantare con dei miei amici in giro, a 17 sono andata negli Stati Uniti e lì, a scuola, facevo parte del coro. Ho avuto le mie prime battute da solista e così ho iniziato a sbloccare il rapporto con il pubblico e a sentirmi più a mio agio.

Qualche mese dopo essere tornata dagli Stati Uniti, mia madre e mia sorella mi hanno iscritta a
X Factor. Sono andata, ho firmato il mio primo contratto discografico e da lì è un po’ partito tutto. A tratti è stato un percorso un po’ lento (o equilibrato, voglio vederla così) con delle battute d’arresto e momenti dilatati, che però sono stati fondamentali. Ero in una fase di ricerca della mia identità, stavo cercando di introdurre tutte le mie culture nella musica, senza fare un pot-pourri troppo complesso, distante o meccanico. Stavo provando a individuare la mia cifra stilistica.
Quegli anni sono stati fondamentali, lo sono anche tutt’ora, perché mi hanno dato le basi di una libertà creativa che non avrei potuto sfiorare se mi avessero fatto uscire subito, “esplodere” e fatta lavorare con un certo tipo di percorso. È capitato che mi volessero far diventare un “progetto pop” abbastanza standard, lavorabile forse molto di più di quello che faccio adesso. Però, ritornando al concetto di spiritualità e al fatto di rimanere il più autentici possibili, credo sia davvero l’unico
modo per far funzionare il progetto a lungo termine. Sono contenta del percorso che ho avuto e che sto seguendo. 

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Tra l’Italia e il Brasile, quali sono gli elementi che ritrovi nel tuo carattere?

Il mio lato brasiliano è sicuramente quello più spirituale, mistico e in più amo ballare ovunque, cantare e fare festa. Questo è un mio lato decisamente brasiliano. Anche gli italiani sono molto festaioli a dire la verità. Sono entrambi luoghi estremamente passionali, quindi c’è un denominatore comune da questo punto di vista. Il mio lato italiano è quello un po’ più concreto. Non che il brasiliano non sia concreto: il Brasile è un museo a cielo aperto, è tutta natura, e la natura quando è così imponente forse ti rimette al tuo posto più facilmente. I ritmi sono più ‘easy’ e seguono tempi diversi.
In Italia, invece, soprattutto vivendo in una città come Milano, mi rendo conto che sono più portata a concretizzare, a mantenere il focus. C’è un lato di me anche molto determinato: se voglio una cosa la ottengo. Sono riuscita a trovare un equilibrio tra questi due elementi, tra una vita in mezzo alla natura, non solo lavoro, e i momenti in cui so che devo spingere ed essere completamente concentrata. Poi mangi bene in entrambi i posti (
ride, ndr). Forse sì, il mio lato più pratico è estremamente italiano. Dico così anche perché vedo mio padre, che è italiano, molto concreto e mia madre invece è più “fatina dei boschi”.

Forse dalla mamma hai preso il senso dello stile?

Sì, la mamma è una vera esteta. Il gusto, la moda, la creatività in generale mi affascinano; risvegliano un senso di bellezza che a me piace. Sono un segno votato al bello (sono una Bilancina) quindi amo l’armonia, la bellezza. Mamma sicuramente mi ha ‘viziata’ ed educata in questo senso perché i suoi archivi sono davvero una fonte di ispirazione. 

Spesso lavorate anche insieme…

Sì, abbiamo già lavorato molte volte insieme. Credo che adesso entrambe stiamo capendo meglio quali sono i nostri obiettivi, quindi abbiamo preso strade differenti. Poi ci capita di lavorare insieme, anzitutto per mantenere i rapporti puliti e sani, perché prima di essere colleghe sul lavoro dobbiamo essere madre e figlia. È stato molto bello condividere dei momenti di lavoro con lei. Non sempre è una cosa possibile soprattutto per il tipo di lavoro che facciamo. 

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«Penso che le intenzioni siano fondamentali in ogni contesto toccato nella nostra vita»

È bello che per te la moda, al di là dell’immagine, sia anche un messaggio.

Per me è soprattutto quello, ma perché penso che se fosse solo estetica, probabilmente mi sentirei male con me stessa e non riuscirei a conciliarlo con il mio modo di vedere le cose. Se invece c’è un messaggio o una motivazione dietro allora tutto acquisisce un’aura più magica. Lo vedi attraverso gli scatti, le persone si sentono meglio indossando qualcosa che è stato scelto per loro per farle sentire bene, magari gli abiti e il brand sono più in linea con il loro modo di pensare. Una serie di elementi rendono poi un servizio moda un lavoro magico. Non si tratta unicamente di rendere più belle e sexy le persone. Penso che le intenzioni siano fondamentali in ogni contesto toccato nella nostra vita. Tutto è politico: come ti atteggi, come ti senti davanti a una camera, come comunichi. Tutte queste cose, secondo me, vanno oltre la ‘mera’ moda.

Soprattutto dopo la pausa del Covid, è importante riprendere il legame con il pubblico

Sì, soprattutto per me, perché non ne ho mai avuto la possibilità. Sono uscita durante il Covid, quindi suonare live è una cosa che vorrei tanto fare e che accadrà nei prossimi mesi. E poi viaggiare. Ho voglia di andare in Brasile e suonare un po’ là. Questi sono i miei obiettivi per il prossimo periodo.

E quali i nuovi progetti in arrivo?

Sto scrivendo il nuovo disco e ho tanta voglia di suonare live. Vorrei fare tantissimi festival nel prossimo periodo perché sento che è un lato del mio lavoro che mi soddisfa molto, in cui potrei crescere e investire tanto. Inoltre, tra i nuovi progetti, presterò la mia voce alla brillante sognatrice Asha nel nuovo film di Natale Wish, il lungometraggio di Walt Disney Animation Studios, che rende omaggio all’eredità Disney (nelle sale italiane il 21 dicembre) proprio nell’anno in cui lo storico studio cinematografico celebra il suo 100° anniversario.

Fur coat and jumpsuit Missoni, Boots Giuseppe Zanotti, Nose chain Myril Jewels. Gaia
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T-shirt, hot pants and dress Dsquared2, boots Giuseppe Zanotti, headpiece Z.GRNJ by Giulia Del Bello, earrings Nove25
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Credits

Photographer Claudio Carpi

Stylist Simone Folli

Make-up Roberta Anzaldi – Charlotte Tilbury

Hair Francesco, Matteo – Contestarockhair

Stylist assistant Nadia Mistri, Claudia Maria Ialacci, Rebecca Callegaro, Isabella Ingravallo

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