Il “giovane profugo” di Jago sul ponte di Castel Sant’Angelo

La street art, al suo meglio, ha il potere di imporsi all’attenzione pubblica, spingendo chiunque passi per un determinato luogo a interrogarsi sul senso ultimo di opere che, non di rado, trattano in modo più o meno diretto i grandi temi del presente, dalle guerre che continuano purtroppo a imperversare in tante, troppe parti del mondo alla pervasività della tecnologia nella vita quotidiana, dalle devastanti conseguenze del cambiamento climatico al dramma delle migrazioni. Tocca proprio quest’ultima, cruciale questione, le vicende travagliate di persone che si ritrovano spesso a condurre un’esistenza apolide, relegate ai margini della società, il lavoro più recente di Jago, artista 35enne dal curriculum di rango.

Jago statua 2022
In Flagella Paratus Sum – Sono pronto al flagello, la scultura di Jago sul ponte di Castel Sant’Angelo

Ha partecipato infatti, a soli 24 anni, alla 54esima Biennale di Venezia ed esposto i suoi artwork in istituzioni e spazi pubblici assai rilevanti, da piazza del Plebiscito e la chiesa di San Severo alla Sanità, entrambe a Napoli, all’Armory Show di Manhattan, dal romano Palazzo Bonaparte (che ospita la prima retrospettiva a lui dedicata, fino al 28 agosto) al deserto di Al Haniyah, negli Emirati Arabi Uniti, arrivando addirittura nello spazio con The First Baby, spedita sulla Stazione Spaziale Internazionale nel 2019. Un artista che rifugge etichette e convenzioni tuttora dominanti nell’art world, attento a instaurare un rapporto diretto col pubblico, coinvolgendolo regolarmente anche attraverso contenuti ad hoc diffusi sui social. Da tempo ha eletto il marmo a suo materiale d’elezione, facendone però uno strumento utile ad affrontare gli argomenti fondamentali dell’oggi.

Jago statua Roma

 In Flagella Paratus Sum – Sono pronto al flagello, l’ultimo lavoro dello street artist Jago

La scultura di cui si diceva è spuntata qualche notte fa a Roma, in uno dei luoghi più conosciuti – e ammirati – della capitale, il ponte di Castel Sant’Angelo, dal forte significato simbolico in quanto al crocevia tra l’antica prigione del castello e la Basilica di San Pietro. Dallo scorso 6 agosto, dunque, una figura marmorea dalle sembianze umane, distesa sul fianco, è adagiata sul selciato della struttura voluta, nel 134 d.C., dall’imperatore Adriano. L’attuale collocazione è il punto d’approdo di un itinerario errante, del tutto speculare ai viaggi disperati dei migranti, cominciato in mare, a bordo della nave Ocean Viking della Ong SOS Méditerranée, e proseguito nel cuore dello stadio Olimpico, come a cercare l’abbraccio ideale della folla chiamata a osservarla da vicino. Non si conosce ancora la prossima destinazione, il suo futuro è incerto, al pari di quello dell’umanità cui fa riferimento.

Jago street artist Roma

Un’opera che racconta la sofferenza dei migranti, supportando attivamente l’Ong SOS Méditerranée

Il titolo (programmatico) dell’installazione di Castel Sant’Angelo, In Flagella Paratus Sum – Sono pronto al flagello, richiama la frase inscritta nel basamento dell’Angelo del Primo Flagello, una delle dieci statue che costeggiano la piattaforma sul Tevere, raccontando la passione di Cristo. L’intento, evidentemente, è quello di porre l’accento su tematiche epocali quali l’integrazione e l’accoglienza dei rifugiati, mostrando plasticamente lo strazio di coloro che fuggono dalle situazioni più diverse (conflitti, carestie, povertà…) sperando in un futuro migliore. Scopo raggiunto, a giudicare dalle reazioni di chi, nei giorni scorsi, si è imbattuto nella statua, incuriosito da questo “giovane profugo” di marmo nero rannicchiato sul ponte.

Un video che documenta le reazioni dei passanti all’opera


Alla base di tutto, un obiettivo senz’altro lodevole, poiché l’opera sarà venduta all’asta (la base di partenza è stata fissata a 1,250 milioni di euro) e il ricavato interamente devoluto alla succitata SOS Méditerranée, suggellando nel migliore dei modi un’operazione che vuole fornire un aiuto concreto alle persone di cui racconta la sofferenza.

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