GIULIO GRECO, DAI PRIMI PASSI IN TV ALLA SERIE NETFLIX “SUPERSEX”

Una laurea sotto il dipartimento di Scienze Politiche, un acceso interesse per il mondo editoriale, la letteratura e la poesia. E una passione innata per la recitazione tramandatagli dalla madre, attrice. Giulio Greco non è un “attore canonico”, segue un percorso diverso rispetto alla maggioranza dei suoi colleghi. Nel 2010, grazie al fortunato incontro con quello che diventerà il suo mentore, Giuliano Ladolfi, fonda una propria casa editrice specializzata in produzione poetica, narrativa e filosofia. Poi il percorso all’università presso la Statale di Milano e l’incarico come direttore marketing per Atelier, rivista trimestrale di carattere letterario. Curioso di natura e sempre alla ricerca di nuovi stimoli, Giulio Greco porta avanti un interessante mix di esperienze diverse; il tutto tenendo sempre viva la sua passione più grande: recitare sul set e a teatro.

Cimentatosi in generi cinematografici anche molto diversi l’uno dall’altro, Giulio ama sperimentare; è costantemente mosso da quella sana curiosità che lo spinge a conoscere sé stesso e il mondo in modo sempre più approfondito. E proprio questa voglia di giocare, sperimentando di continuo cose nuove, permette a Giulio di approdare in un progetto Netflix sicuramente peculiare: la serie Supersex, distribuita sulla piattaforma streaming dal 6 marzo. Quella messa in scena è la storia del celebre pornodivo Rocco Siffredi, tra carriera, successi e vita privata. Una narrazione inedita, che permette allo spettatore di esplorare la persona (Rocco) celata dietro il personaggio. Qui nei panni di Christoph Clark, collega di Siffredi, Giulio Greco incarna l’antagonista della serie, che cerca in ogni modo di mettere i bastoni tra le ruote al pornodivo, suo rivale.

Tuttavia, come dichiarato dallo stesso Giulio, il vero nemico con cui Rocco dovrà fare i conti è proprio sé stesso. Supersex mostra, infatti, una continua lotta con i propri demoni interiori; quella parte oscura che è propria di ogni essere umano e con cui ciascuno, Siffredi compreso, deve costantemente convivere.

Giulio Greco
Ritratto di Giulio Greco

«Io personalmente adoro giocare, e la professione di attore senza dubbio lascia molto spazio di manovra in questo senso. Grazie alla recitazione si ha la possibilità di sperimentare, e quindi di giocare, in diversi ambiti»

Fin da piccolissimo ti abbiamo visto comparire in tv, in pubblicità soprattutto. Crescendo poi ti sei appassionato sempre più al mondo della recitazione. Cosa ti affascina particolarmente di questo ambito?

Recitare è la mia più grande passione, mi è stata trasmessa da mia mamma che era un’attrice. In Belgio (lei è originaria di lì) ha vinto un importante premio come giovane migliore attrice, poi ha studiato e lavorato a Parigi. Anche se da quando sono nato lei ha smesso con la recitazione, la sua passione e la sua energia per questo mestiere in qualche modo sono arrivate anche a me.

Fin da piccolissimo sono apparso in televisione come volto delle pubblicità della Chicco. Poi, crescendo, ho via via maturato sempre più l’amore per la recitazione. Ho seguito corsi di teatro proposti dalla scuola, ho preso parte a diversi spettacoli organizzati dalla parrocchia… Recitare mi piaceva moltissimo; spesso e volentieri coinvolgevo anche mio fratello e alcuni amici in questa passione.

Giulio Greco
Giulio Greco

Io personalmente adoro giocare, e la professione di attore senza dubbio lascia molto spazio di manovra in questo senso. Grazie alla recitazione si ha la possibilità di sperimentare, e quindi di giocare, in diversi ambiti calandosi in personaggi ogni vota differenti. Questo se ci pensi è ciò che accade nella nostra vita di tutti i giorni: ogni essere umano cela molteplici versioni di sé, ciascuna con svariate sfaccettature. Ed è proprio lo stesso essere umano a decidere quale “personaggio” interpretare nella vita, esattamente come accade sul set o sul palco di un teatro. Poi il gioco porta condivisione, scoperta e permette di esplorare il carattere della persona con cui si ha a che fare. Insomma, giocare è fondamentale; non farlo significa perdere la vera anima del vivere.

Poi altro aspetto che mi ha avvicinato alla recitazione è la curiosità; il motore, quel qualcosa che ti spinge a progredire. Nel mio ambito è importante non solo essere curiosi del mestiere dell’attore, ma anche e soprattutto di quello del personaggio. Se, per esempio, sul set mi dovrò calare nei panni di un pilota, allora mi informerò sul mondo delle automobili. È questo il bello dell’essere curiosi; si finisce sempre per scoprire qualcosa di nuovo.

Terzo e ultimo aspetto che mi ha sempre affascinato della recitazione è la condivisione. Secondo me condividere significa mettere in campo diversi sentimenti. L’attore, nella sua professione, spesso si ritrova a dover sperimentare emozioni che tende a evitare nella propria vita reale, come la rabbia, l’odio, la gelosia ecc.  Oppure, viceversa, recitare offre la possibilità di scoprire sentimenti belli, per esempio l’amore, l’affetto. O, pensando alla serie Supersex, la sessualità. Il tutto permette all’attore di conoscere sempre meglio sé stesso, insegnandogli a mettersi in gioco. E così torniamo alla tematica del giocare di cui parlavo prima; è un cerchio che si chiude insomma.

Giulio Greco
Giulio Greco

Giulio Greco: «Lavorando nell’editoria, la mia grande fortuna consiste nell’essere a contatto con storie sempre diverse, con personaggi, intrecci di dinamiche, sviluppi ecc.»

Oltre alla recitazione, un altro tuo grande interesse è quello per il mondo dell’editoria (hai anche fondato una tua casa editrice). Da dove nasce questa passione?

Partiamo da un presupposto: a differenza degli attori “canonici”, che magari hanno frequentato un’accademia di recitazione per poi iniziare a lavorare sul set o a teatro, io ho seguito un percorso diverso. Ho frequentato l’università e mi sono laureato in Scienze Politiche. E, aspetto fondamentale, mi sono avvicinato al mondo dell’editoria grazie all’incontro con quello che io considero un vero e proprio padre: Giuliano Ladolfi. Per me lui è stato, ed è tutt’ora, un mentore; proprio per questo motivo, quando ho fondato la mia casa editrice, non potevo che intitolarla a lui.

A Giuliano devo tutto. Mi ha permesso di esprimermi, aspetto raro, e mi ha insegnato a canalizzare in modo preciso conoscenze ed energie in modo da raggiungere determinati obiettivi. Grazie a lui ho potuto prendere parte a conferenze importanti di letteratura (a New York, Parigi, Bruxelles ecc.) che non avrei mai potuto immaginare.

In generale il mondo editoriale mi ha avvicinato a un universo di personalità straordinarie da cui ho assorbito moltissimo, come una spugna. Lavorando in quest’ambito, la mia grande fortuna consiste nell’essere a contatto con storie sempre diverse, con personaggi, intrecci di dinamiche, sviluppi ecc. Pur non avendo in mano una sceneggiatura cinematografica, sempre di storie si tratta.

La mia casa editrice si occupa principalmente di poesia. A differenza della narrativa, la poesia non racconta storie ma i sentimenti che ne derivano. E questo è uno dei tanti aspetti meravigliosi di ciò che faccio: vivere la bellezza delle emozioni tramite le modalità uniche di cui la poesia si serve.

Supersex
Giulio Greco

«Mi piacerebbe calarmi in ogni genere cinematografico esistente. Detesto la monotonia; quando recito non voglio essere relegato in modo rigido a un singolo ruolo»

Nel corso della tua carriera hai interpretato diversi ruoli in generi cinematografici anche piuttosto distanti gli uni dagli altri. Il 2015 ti ha visto nei panni di Marco Mazzoli nel film biografico On Air – Storia di un Successo. Nel 2017 ti sei cimentato nell’atmosfera horror – comedy di Tafanos con il ruolo di Johannes. Ma qual è il genere che senti più tuo? Perché?

Mi piacerebbe calarmi in ogni genere cinematografico esistente. Detesto la monotonia; quando recito non voglio essere relegato in modo rigido a un singolo ruolo. Poi odio la figura dell’attore che interpreta sé stesso, secondo me oggi non ha proprio senso. La sperimentazione è fondamentale; sono dell’idea per cui “finché non sperimento non so”. E questo vale non solo per me come interprete sul set, ma anche per tutte le altre professioni. In tal senso, l’attore si trova in una posizione privilegiata, perché può cimentarsi intensamente, anche se per brevi lassi di tempo, in esperienze sempre diverse. L’alternanza di progetti, personaggi e generi, dall’horror alla commedia fino ad arrivare al progetto Supersex, mi ha permesso di sperimentare tantissimo e di questo sono molto felice.

La mia esperienza lavorativa in America mi ha insegnato che chiunque può diventare chiunque; poi ovviamente ciascuno è caratterizzato da aspetti peculiari e da specifiche inclinazioni. La cosa importante è distinguere sempre attore e personaggio interpretato: se io Giulio sul set mi calo nei panni di un soggetto violento, quella specifica caratteristica apparterrà unicamente al personaggio, non a me come persona. Interpretare l’altro è ciò che amo del mio lavoro e, cosa a mio parere molto interessante, è bello vedere come la sensibilità e la personalità dell’attore in qualche modo riescano a lasciare una loro traccia nell’interpretazione sul set del personaggio.

Il cinema è un mezzo meraviglioso, che permette di cogliere le molteplici sfaccettature del nostro mondo, passate, presenti e addirittura future. E questo è il motivo principale per cui amo il mio lavoro, a prescindere dal genere in cui mi ritrovo a dover recitare.  

Supersex
Ritratto di Giulio Greco

«Interpretare il mio personaggio in Supersex è stato molto stimolante perché da tempo sognavo di potermi calare nei panni di un cattivo»

Il 6 marzo 2024 è in uscita su Netflix la serie Supersex che ripercorre la vita e la carriera di Rocco Siffredi. Qui sei Christoph Clark, collega del famoso attore. Che tipo di personaggio è? E che ruolo ha nella narrazione?

Cristoph Clark ha iniziato a lavorare un po’ prima di Rocco nell’ambito della pornografia. È una sorta di antagonista; fin dal primo momento in cui il giovane Siffredi si affaccia al mondo dei film per adulti, lui cerca in ogni modo di mettergli i bastoni fra le ruote. Clark vede Rocco come un rivale lavorativamente parlando, quindi nasce una sorta di lotta tra i due non del tutto dichiarata, che a volte emerge in modo palese, in altre invece un po’ meno. Clark, di fatto, rappresenta il “cattivo” della narrazione; tuttavia il vero nemico con cui Rocco deve confrontarsi è proprio sé stesso.

Interpretare il mio personaggio è stato molto stimolante perché da tempo sognavo di potermi calare nei panni di un cattivo. Mi ero un po’ stancato di “fare sempre il buono”; la figura dell’antagonista rappresenta l’esatto opposto di come io sono realmente, e questo mi piace moltissimo. Giocare, per tornare a quello di cui si parlava prima, interpretando personaggi anche lontanissimi dalla propria vera personalità, mi regala sempre grandi soddisfazioni. E la serie Supersex rappresenta in modo lampante questo aspetto. Tra l’altro ho avuto occasione di incontrare dal vivo il vero Cristoph Clark; abbiamo chiacchierato per circa un’oretta e mi ha raccontato un sacco di cose su di lui e sulla sua carriera.

Supersex
Giulio Greco

Giulio Greco: «Supersex racconta una storia piena di verità»

Nella serie, Rocco Siffredi viene raccontato dalla fase dell’infanzia fino all’apice della sua carriera nel mondo dei film per adulti. Vedremo un Rocco forte, idolo come di solito lo si conosce in quanto tra i più famosi porno attori al mondo, oppure si avrà l’occasione di scoprire anche il suo lato più umano e fragile?

Non devo spoilerare troppo (ride, ndr). Posso solo dirti che sicuramente l’uomo, inteso come essere umano, avrà molta più rilevanza dell’attore.  

Supersex è una serie totalmente realistica, oppure alcune parti sono state un po’ “romanzate” per rendere il tutto più piacevole?

Tutte le storie che noi sentiamo, a mio parere, non sono mai del tutto oggettive. Questo accade perché ogni racconto, di fatto, ci viene sempre trasmesso da una persona intermediaria che, inevitabilmente, conferirà alla storia il suo modo unico di vedere e sentire la realtà. Un giornalista che espone una notizia, per esempio, volente o nolente lascerà nel suo racconto tracce del proprio essere.

Supersex racconta una storia piena di verità; ovviamente il tutto passa attraverso il “filtro” della regia e del cast.

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Giulio Greco

«Sono estremamente grato di aver preso parte a questo progetto Netflix al fianco di tanti attori professionisti»

Come è stato collaborare con il cast e con la produzione? E quanto è stato complicato recitare simulando il contesto “spinto” in cui il vero Rocco è diventato tanto celebre?

Si è creato un bel rapporto sia con il regista, sia con la produzione; tutti mi hanno sempre messo nella condizione di lavorare benissimo, e questo non è scontato. Inoltre sul set era presente una psicologa sessuale, per essere precisi si trattava di un’intimacy coordinator. Penso che essere accompagnati da una figura del genere, soprattutto dovendosi cimentare in scene di carattere sessuale, sia stato utilissimo per mettere gli attori il più possibile a proprio agio. Io personalmente sono cresciuto con una famiglia che mi ha fatto vivere la sessualità in modo stupendo, quindi non ho avuto grossi problemi sul set. Tuttavia mi rendo perfettamente conto del fatto che non tutti abbiano avuto la mia stessa fortuna, dunque essere seguiti da una figura specifica è stato molto importante.

Sul set mi sono trovato benissimo fin da subito, in particolare mi è piaciuto molto lavorare con Francesco Carrozzini, Matteo Rovere e Francesca Mazzoleni. Sono estremamente grato di aver preso parte a questo progetto Netflix al fianco di tanti attori professionisti, a partire dal ruolo minore arrivando fino al protagonista Alessandro Borghi.

Giulio Greco
Giulio Greco

Giulio Greco e i progetti futuri: «Tante sorprese stanno per realizzarsi e non vedo l’ora di poter svelare qualche dettaglio in più a riguardo»

E ora guardiamo al futuro. Stai lavorando a qualche progetto nuovo? Se sì, ci potresti regalare qualche piccolo spoiler?

Da circa quattro mesi a questa parte sto lavorando a una nuova serie e siamo quasi in dirittura d’arrivo. Di questo però non posso svelare ancora nulla. In generale posso dirti di essere entusiasta dei progetti che verranno; non vedo l’ora di potermi cimentare in cose nuove. L’esperienza e la preparazione maturate fin qui credo mi permetteranno di affrontare tutto quello che il futuro mi riserverà con la giusta dedizione e concentrazione. E, chicca, attualmente sono anche impegnato in un progetto musicale. Insomma, tante sorprese stanno per realizzarsi e non vedo l’ora di poter svelare qualche dettaglio in più a riguardo.

Credits

Photographer: Gabriele Di Martino

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