I-Days Coca Cola, con la musica va in scena la multigenerazionalità di Milano

I-Days Coca Cola

Che Milano sia oggi riconosciuta come capitale economica e culturale d’Italia è cosa risaputa. Gli I-Days Coca Cola 2023 ne hanno confermato la nomea di città sempre più globalizzata dedita ai grandi eventi e ai grandi show. Tre giorni di musica, andati in scena da venerdì 30 giugno a domenica 2 luglio, nella vasta cornice dell’Ippodromo Snai La Maura, che hanno rappresentato quanto di più certo si può dire: Milano è sempre più multigenerazionale.

A ricordarcelo è proprio la musica. Da Travis Scott ai Red Hot Chili Peppers, da Liam Gallagher e i The Black Keys passando per Skin e i suoi Skunk Anansie, e ancora Capo Plaza, insieme a Ava, Nothing But Thieves, gli Studio Murena e i Primal Scream.

Sembrerebbe un elenco spaiato di artisti, diversi per esperienza, genere e mood, eppure sono proprio questi ad essersi susseguiti per 72 ore in una Milano presa d’assalto da ragazzi, giovani appassionati e gente che di musica negli anni ne ha ascoltata tanta. Una rincorsa quella per accaparrarsi i biglietti per il secondo weekend degli I-Days che ha dato senso di quanto la musica dal vivo sia come una necessità sociale, quasi un placebo naturale di cui non poter fare a meno. Ed è una cosa che abbraccia tutti. Una risposta che è arrivata forte dal pubblico che, in occasione di queste tre date, ha contato circa 180 mila presenze totali.
Numeri da far girare la testa anche a chi, come Travis Scott o gli stessi RHCP, di palchi ne ha attraversati tanti. Un pubblico che testimonia e rende merito a quella che da subito si è distinta come una scaletta ricca e entusiasmante che non ha disatteso le aspettative e che ha regalato un weekend all’insegna delle good vibes, del divertimento nel nome della musica.

Travis Scott e Capo Plaza, la voce delle new generations

Non è servita la pioggia a fermare uno degli artisti più attesi all’edizione 2023 degli I-Days: Travis Scott.
Idolo dei più giovani e tra i talenti indiscussi della scena trap mondiale, ha regalato un’ora e mezza di live show saltando da una parte all’altra del palco. Highest in the Room, Buttefly Effect, Sicko Mode sono solo alcuni degli innumerevoli successi che ha portato sul palco dell’Ippodromo Snai La Maura. La performance a suon di drop, fino al culmine finale con la celebre Goosebumps, è stata manifestazione adrenalinica di un modo di fare e pensare musica forse lontano per generazioni un po’ più retrò, eppure è quello che oggi arriva di più alle new generations.
Travis Scott, per molti considerato ‘il dio della trap’, lo sa e non disattende le aspettative delle migliaia di giovani fan accorsi per lui. Un crescendo continuo tra fiamme, fumo e luci che lo hanno elevato di fronte al pubblico. Si dice che la forza di un artista sia il legame che riesce ad instaurare col proprio pubblico, e forse è davvero così. Con Travis Scott tutto sembra troppo facile, lui chiama e il pubblico risponde, lui salta e le persone con lui.  A uno di loro viene donato un paio di scarpe, dopo essere stato invitato a salire sul palco, gesto che Travis è solito ripetere a ogni data in onore del fratello autistico.
Per quanto minimalista, la mise en place scenografica non ha comunque inficiato il risultato finale, anche grazie ad una folla già infiammata dal trapper nostrano Capo Plaza che, insieme al dj set del suo producer Francesco Avallone, in arte AVA, che ha ripercorso i suoi successi – Giovane Fuoriclasse, Non Fare Così, Forte e Chiaro –, annunciando a sorpresa l’arrivo del nuovo album.

Liam Gallagher, The Black Keys e Nothing But Thieves: il fascino gentile del rock

Liam Gallagher o Black Keys? Britpop o Blues Rock? Questo è il dilemma. Nella seconda data del secondo weekend degli I-Days il rock è stato il vero protagonista. Età media più alta rispetto alla data precedente, ma stessa verve ed energia per una line up d’eccezione che non capita tutti i giorni di vedere. Che dire dei The Black Keys, direttamente dall’Ohio, diventati celebri per il singolo The Lonely Boy? Una carriera in costante crescita quella del duo musicale statunitense formato da Daniel Auerbach (voce e chitarra) e Patrick Carney (batteria). Un blues rock come non si sente spesso ma che non lascia spazio ad interpretazioni, se non per il loro atteggiamento “gentile” sul palco, senza eccessi ma estremamente tecnico. Non è un caso che molti dei presenti fossero lì proprio per loro e, quasi come ci si trovasse tra amici, i due si sono esibiti ripercorrendo canzoni celebri come Gold on the Ceiling e Little Black Submarines tratte dal loro settimo album El Camino.
Ritornati in Italia dopo circa 10 anni, lo spettacolo è stato come ci si poteva aspettare: un blues graffiante, grezzo ma ben orchestrato, in un continuo gioco di virtuosismi e momenti di calma, quasi a ricordarci che alla fine la musica ha più dimensioni e loro sono in grado di coglierne appieno le sfumature, cercando anche un’intimità mai banale col pubblico.

The Black Keys agli I-days Coca Cola
The Black Keys agli I-days Coca Cola, ph. Luca Marenda

La performance di Liam Gallagher e la nostalgia degli Oasis

Dopo di loro, come co-head liner verrebbe da dire, Liam Gallagher. Sfrontato e sornione sul palco, ha riportato, fin dalle prime note, la mente ad un passato musicale nostalgico: quello degli Oasis e di successi come Don’t Look Back in Anger, Rock’n roll Star e Slide Away per citarne alcuni.
Tra sfottò calcistici ai tifosi nerazzurri presenti, lui fan del Manchester City (vincitrice della finale di Champions Leauge contro l’FC Internazionale) e canzoni del nuovo album C’mon You Know come Better Days, More Power e Diamond in the Dark, la performance è stata quanto di più prevedibile possibile.
Difficile scrollarsi di dosso l’aura degli Oasis che lo vedeva a fianco del fratello Noel. Lui sembra saperlo e non si scompone. Non a caso la scaletta ripercorre alcuni dei più celebri brani della band: da (What’s the Story) Morning Glory? a Stand by Me, chiudendo il concerto con Wonderwall e Champagne Supernova.
Gli anni passano anche per lui, eppure sembra di conoscerlo da sempre. Liam Gallagher è leggenda e sul palco sembra di essere di fronte ad un amico un po’ burbero ma pur sempre un amico, di quelli che non si vedono da tempo. Atteggiamento, carattere e un timbro di voce inconfondibile ancora oggi rendono la sua musica (e quella degli Oasis) di un fascino irresistibile e, diciamocelo, ogni tanto è bello lasciarsi portare indietro nel tempo.

Liam Gallagher agli I-Days Coca Cola
Liam Gallagher agli I-Days Coca Cola, ph. Luca Marenda

L’apertura dei Nothing But Thieves

Ad aprire la seconda giornata nel pomeriggio, i Nothing But Thieves, la band alternativa britannica formatasi a Southend-on-Sea, Essex. Un bel modo di cominciare un sabato di musica rock. La giovane band, non tanto una novità per chi segue il genere, ha affrontato il palco con la giusta dose di energia e determinazione proponendo canzoni come Amsterdam, Is Everybody Going Crazy? e Particles, tra i successi più importanti del gruppo, dimostrando maturità artistica e talento da vendere.

Red Hot Chili Peppers, Skunk Anansie, Primal Scream, Studio Murena: generazioni a confronto

L’ultima data degli I-Days, o meglio penultima in vista dell’esibizione degli Artic Monkeys il 15 luglio, è stata forse la più ricca in fatto di numeri e parterre di artisti a susseguirsi sul palco. A stregare gli 80 mila presenti con la loro sana dose di follia e improvvisazione sono stati i Red Hot Chili Peppers, headliner della serata: la band californiana non ha bisogno di presentazioni e al grido di “Frusciante, Frusciante!”, inneggiando al talentuosissimo chitarrista uscito e rientrato nel gruppo più volte, hanno fatto il loro ingresso sul palco.

Mattatore indiscusso, il celebre bassista Flea (che ha fatto il suo ingresso on stage sfidandosi in una verticale). Di anni dai primi album ne sono passati tanti ma dopo circa 40 anni di carriera la loro intesa e il loro equilibrio sul palco sembrano non essere mai svaniti e il pubblico è tutto per loro. Aprono con Around The World per non farsi mancare nulla e la folla è già calda. Il frontman Anthony Kiedis saltella da una parte all’altra del palco e vocalmente si rivela all’altezza. Certo la voce non è quella di un tempo ma compensa con un carisma e un atletismo che fanno invidia visti i suoi 60 anni.
Apice della loro performance brani come Californication, By The Way, Otherside ma anche le immancabili Snow, Scar Tissue e Give It Away, a chiudere l’esibizione. Un funk rock unico quello portato sul palco dai RHCP, come impagabile rivedere l’alternanza tra il suono del basso di Flea e la chitarra di John Frusciante che, a suon di improvvisate e duetti, hanno fatto sognare tutti quanti richiamando i loro tempi d’oro.

Le band che hanno acceso la serata

Ad aprire il concerto della band di Los Angeles, un altro gruppo che di palchi ne ha solcati tanti e che ha un rapporto speciale con l’Italia. Gli Skunk Anansie, guidati dalla perfomer Skin, vero animale da palcoscenico, nonché ex giudice di X Factor Italia. Sul palco l’energia è palpabile, e si manifesta in un’esibizione trascinante con tanto di stage diving su un pubblico sempre più carico. Adrenalina allo stato puro attraverso successi come Ugly Boy, Because of You e un’intesa vincente tra la graffiante Skin e la talentuosa e impeccabile corista Erika Footman. Insomma uno spettacolo irripetibile che ha fatto seguito alle esibizioni trascinanti prima degli Studio Murena, eclettico sestetto hip-hop, con forti radici che affondano nel jazz e nel prog, e poi dalla band scozzese Primal Scream, con 40 anni di esperienza alle spalle.

I-Days Coca Cola, oltre la musica!

Gli I-Days Coca Cola non sono solo musica però. Per i numerosi appassionati che si sono lasciati conquistare dalle diverse esibizioni, intrattenimento è stata la parola d’ordine grazie ai numerosi partner presenti, in grado di regalare momenti unici.
Dagli stand targati Coca Cola, che ha offerto le più svariate photo opportunity, oltre che un giro in ruota panoramica da cui gustarsi dall’alto la vista sull’intera area evento, passando a Penny Market con un vero e proprio mini market personalizzato per l’occasione, ma anche Braun, il barber shop per eccellenza dove, qualora lo si desiderasse, ci si poteva far aggiustare la barba. Insomma, tanti gli sponsor come numerose le attività da fare, chiamate a raccolta da Access Live Communication, per una tre giorni all’insegna del divertimento, del buon mangiare e del buon bere, grazie a novità particolari come The Perfect Cocktail, primo cocktail monodose ready to drink che dà la possibilità di gustare un cocktail di qualità premium in ogni genere di situazione.

Nell’immagine di apertura, l’esibizione di Travis Scott durante gli I-Days Coca Cola, Ph. Fabio Izzo

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