Icy Subzero vola con il suo singolo “I CAN FLY”

Venerdì 22 marzo 2024 è uscita I CAN FLY, l’ultimo pezzo di Icy Subzero. Il rapper emergente di origine romana si è fatto conoscere al grande pubblico in relativamente poco tempo. Le sue EGO e MUJER, entrambe contenute nell’EP Sottozero del 2022 si sono aggiudicate rispettivamente un disco di platino la prima (con oltre 47 milioni di stream su Spotify e 13 milioni di views su YouTube) e due la seconda, (65 milioni di stream e 26 milioni di views per il videoclip ufficiale).

Con un catalogo ridotto e con un totale di oltre 140 milioni di streaming per i suoi brani, Matteo D’Alessio (nome di battesimo di Icy Subzero) ha toccato i 2,5 Milioni di ascoltatori mensili su Spotify, ed è stato selezionato tra i testimonial per la campagna Radar 2023. Il suo ultimo brano era uscito a dicembre dello stesso anno, dal titolo: “1 MESSAGGIO”.

Icy Subzero può volare e non vede l’ora di spiegare le ali

Classe 1999, con I CAN FLY Icy intraprende una nuova strada all’inseguimento del suo sogno di fare della sua musica una carriera. «Una delle mie più grandi preoccupazioni è quella di passare la vita a tirare cazzotti a una porta che non si sfonderà mai. Da una parte mi sembra di non aver fatto niente di che finora, di essere davvero solo all’inizio. Ho l’impressione di non essermi ancora palesato al mondo. Dall’altra, se mi guardo indietro e ripenso al me stesso di 3 anni fa, mi dico: okay qualcosa di figo finora in realtà l’ho fatto».

Com’è tipico e giusto di un artista alle prese con un nuovo mondo di possibilità e opportunità, confida di avere un milione di cose nella testa che non vede l’ora di far uscire e altrettanti progetti che spera riuscirà a realizzare. «Certo uno deve essere bravo a darsi la pacca sulla spalla e celebrare un successo raggiunto, ma allo stesso tempo mantenere il focus per continuare a crescere». Essere curiosi, scalare la montagna continuando a spostare la vetta più in alto. «Per me è già assurdo venire contattato per suonare nei weekend ed essere pagato, e al contempo portarmi dietro gli amici con cui anni fa pensavamo sarebbe stato impossibile farcela».

Icy Subzero I CAN FLY
Icy Subzero

«È un pezzo che segna un nuovo inizio nel mio percorso e dal quale seguiranno tutti i nuovi step d’ora in avanti»

 “I CAN FLY” è un pezzo che segna una nuova svolta nel tuo percorso, sotto diversi aspetti: come ti senti?

Erano sei mesi che non droppavo niente quindi non sapevo cosa aspettarmi; invece, ho notato la stessa ricezione che c’era stata con le ultime release, per cui sono contento. Significa che il mio pubblico di base è rimasto fedele e per me significa tantissimo.

 “I CAN FLY” costituisce un punto di rottura, perché realizzarla mi ha permesso di uscire da determinati canoni che ho seguito finora. In un certo senso è un pezzo con cui posso vantarmi, soprattutto con me stesso, perché mi permette di ripensare a tutto ciò che mi è accaduto in questi anni e di cui vado fiero. È un pezzo che segna un nuovo inizio nel mio percorso e dal quale seguiranno tutti i nuovi step d’ora in avanti.

Ho notato un salto di livello anche per quanto riguarda il video e le visual in generale…

Sicuramente il video fa un 10 a 0 ai precedenti, ma questo è assolutamente merito di Giulio Rosati che è un mostro e ha dato vita a qualcosa di pazzesco. Abbiamo fatto 2 giorni interi sul set, 24 ore quasi filate: alla fine eravamo distrutti, ma contenti. Girare questo video mi ha permesso di uscire dalla mia comfort zone in diversi modi ed evolvermi rispetto a chi ero prima. Non mi sento stravolto rispetto alla persona che sono sempre stato, ma sicuramente è stata un’esperienza che mi ha rinnovato. Si cerca sempre di migliorare, no? Vorrei che ogni pezzo segnasse un level up, per me, rispetto a quello precedente.

Icy Subzero I CAN FLY
Icy Subzero

«Mi sono sempre sentito molto giudicato, e il sostegno che ho trovato nei fan, negli amici e nella mia famiglia mi riempie il cuore»

Se dovessi fare un punto della situazione, come ti senti rispetto a questo traguardo? C’è da sottolineare che hai avuto molto successo in poco tempo, se pensiamo che EGO e MUJER sono usciti nel 2022, segnando il punto di svolta per te…

Tutto ciò che abbiamo fatto finora è stato affrontato con la consapevolezza che si tratta di un percorso, la cui mira è: “Chi vorrebbe essere Icy e chi sarà?”. “I CAN FLY” costituisce un ulteriore passo in quella direzione. Ho bene in mente chi voglio diventare e tutto ciò che faccio si muove in funzione di questo obiettivo. Non mi do limiti temporali, le cose succedono quando devono succedere, ma sicuramente questo nuovo brano mi fa sentire più vicino al traguardo. Sia dal punto di vista del sound, che delle visual, che dello styling e quindi della mia immagine.

Quindi hai preso parte attiva nelle decisioni che dovevano essere prese nei diversi ambiti?

Assolutamente, in questo senso sono insopportabile (ride, ndr), non c’è cosa che mi riguardi in cui io non metta bocca. Con tutti i rischi del caso, perché è capitato che non abbia seguito certe indicazioni e suggerimenti che mi erano stati dati e di conseguenza le cose non siano andate bene come mi immaginavo. In questa occasione, infatti, mi sono affidato maggiormente alle direttive del team, ma segnalando sempre le poche cose principali a cui tenevo e in cui credo davvero. Sono comunque circondato da un team fortissimo, quindi mi sento fortunato e sono felice che il risultato abbia soddisfatto a pieno le mie aspettative.

Quando lo abbiamo ideato siamo riusciti a trovare un parallelismo che adoro tra “I CAN FLY” e la carriera di un artista: lanciarsi da un palazzo significa lanciarsi nel vuoto di una nuova esperienza, con tutta la gente che ti guarda aspettando il momento in cui impatterai al suolo. Non puoi prevedere davvero cosa succederà. Nel video io finisco per cadere sulla folla sottostante, che alla fine è il mio pubblico, che mi prende e mi sostiene: questo rispecchia ciò che effettivamente è successo a me. Mi ci rivedo tanto. Mi sono sempre sentito molto giudicato, e il sostegno che ho trovato nei fan, negli amici e nella mia famiglia mi riempie il cuore.

Icy Subzero I CAN FLY
Icy Subzero

«Più che i commenti negativi di uno sconosciuto, ciò che mi spaventa di più sono le mie aspettative. Sono il giudice più severo di me stesso»

La percezione del pubblico è qualcosa con cui chiunque si espone mediaticamente oggi deve fare i conti. I social possono risultare particolarmente utili e, in effetti, parte della tua notorietà è dovuta proprio a TikTok, la piattaforma con cui inizialmente il pubblico ti ha conosciuto. Al contempo, però, i social costituiscono terreni insidiosi da percorrere. Come vivi questa nuova esposizione mediatica tu?

Non ci soffro particolarmente. Non bado molto ai commenti sotto i post di Instagram o TikTok, ma leggo sempre i messaggi che mi arrivano in privato. Questi mi influenzano di più, e fortunatamente ricevo solo amore. Più che i commenti negativi di uno sconosciuto, ciò che mi spaventa di più sono le mie aspettative. Sono il giudice più severo di me stesso.

Ci possono essere dieci mila persone che mi odiano e un milione di altre che mi ignorano, ma se ce ne sono 10 a cui arriva ciò che voglio trasmettere, per me è sufficiente. Sono usciti pochi pezzi finora e, di conseguenza, ci sono tante sfaccettature di me che non ho potuto ancora mostrare. Ciò che scrivo però, per quanto possa apparire banale, risuona sempre in modo profondo con la mia vita. Per cui sono soddisfatto quando scopro che qualcuno ci si è ritrovato ed è entrato in connessione con i miei pezzi.

Icy Subzero I CAN FLY
Icy Subzero

«Vado molto a periodi, mi piace ascoltare generi diversi e in base a come mi sento, creo»

Molti dei tuoi pezzi sono caratterizzati da una certa influenza latina. Come si interseca questo aspetto con la tua “romanità”?

È un tipo di musica che mi piace molto. A essere onesto è un’influenza di questo periodo, perché quando ho cominciato a fare musica ero più vicino al trap “tradizionale”, se vogliamo chiamarlo così. Vado molto a periodi, mi piace ascoltare generi diversi e in base a come mi sento, creo. Quindi non è un genere a cui voglio rimanere legato e non vorrei essere associato a quello andando avanti. Semplicemente è un tipo di sonorità con cui mi sentivo in sintonia in questo momento della mia vita.

L’essere di Roma invece credo sia proprio il mio punto forte. Abbiamo un attitude diversa da quella più tipica del panorama milanese, che costituisce comunque il centro della scena. Per cui forse diventa più facile distinguersi una volta che ci si riesce a stabilire nel giro. Basta pensare a Noyz (Narcos, ndr) o a Tony (Effe, ndr) o Gemitaiz: “pochi, ma buoni”.

C’è un aneddoto in particolare che, quando ci ripensi, ti fa apprezzare maggiormente quello che stai facendo?

C’è stata una serata in cui mi trovavo in Puglia per suonare. Quando sono arrivato nel backstage mi informano che c’è una ragazzina di 17 anni di Praga che non è mai stata in Italia, ma che è venuta appositamente per sentire la mia esibizione. Purtroppo, è affetta da SLA e un’associazione di Praga le ha chiesto di esprimere un desiderio che potessero aiutarla a realizzare e la sua risposta è stata che voleva venire in Italia a un concerto di Icy Subzero. Mi aveva scoperto tramite TikTok e aveva chiesto alla madre di accompagnarla. Questo per me è stato potentissimo. Mi ha permesso di rispondere alla domanda: «Ma di concreto, io, che sto facendo?». Ora con lei ci sentiamo sempre, è qualcosa di davvero speciale che mai avrei immaginato di vivere.  

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