Federico e Massimo Pozzi Chiesa a capo di Italmondo, azienda da 70 anni leader nei trasporti

Fanno parte della terza generazione della società leader nei trasporti Italmondo, Federico Pozzi Chiesa e il fratello Massimo, rispettivamente amministratore delegato e vicepresidente dell’azienda, la quale quest’anno spegne settanta candeline e, grazie all’expertise e alla mirata strategia aziendale prima del fondatore Giacinto Chiesa, poi del genero Franco e oggi dei due nipoti, ha sfiorato i 300 milioni di euro di fatturato nel 2022 e conta su oltre 1500 tra dipendenti e collaboratori e 28 sedi nel mondo. Nel corso di sette decadi, l’impresa ha implementato i servizi, dalla logistica integrata, al trasporto su gomma, a quello marittimo ed aereo, fino ad accelerare su soluzioni di e-logistics ed e-commerce, seguendo la naturale evoluzione sociale che rende continuamente mutevole il mondo della logistica, riuscendo a coglierne le opportunità e offrendole ai propri clienti a livello internazionale.

Federico Pozzi Chiesa, amministratore delegato di Italmondo

Federico Pozzi Chiesa, CEO Italmondo
Federico Pozzi Chiesa, CEO Italmondo

Nell’impresa familiare fondata nel 1953 sono stati fondamentali suo nonno e suo padre. Quali sono i valori che le hanno trasmesso?

Saper ascoltare. L’attenzione ad ogni singolo meccanismo che muove l’azienda. La comunicazione. Sono senza dubbio gli insegnamenti più importanti che ho ereditato da mio padre e da mio nonno. È stato lui a volere fortemente che entrassi in azienda, quando avevo solo diciannove anni. Al momento non ne capii l’urgenza, ma con il tempo compresi che quel percorso sarebbe stato per me fondamentale, una vera e propria scuola in cui a guidare il mio percorso era il più bravo dei maestri, colui che quella impresa l’aveva ideata e fondata.

Dalle nostre sedi italiane mi spostai quasi subito in Belgio, poi in Francia, passando per la Cina e la Russia, alla scoperta di tutti i segmenti che rendevano l’azienda un’eccellenza del settore: magazzino, dogana, uffici operativi, incontro con i clienti. Poi, una volta tornato nell’headquarter di Milano, mio nonno decise di tenermi accanto a sé e introdurmi ai grandi clienti, alle importanti riunioni in cui ero un attento ma silenzioso ascoltatore, come un alunno che prende appunti per prepararsi alle grandi prove. È stato un periodo centrale per me, durante il quale ho potuto cogliere i segreti e il know-how di un imprenditore di successo, per poi aggiungere le mie competenze e la mia voce, quando a venticinque anni sono entrato nel Cda dell’azienda.

Qual è, invece, il plus che ritiene di aver apportato lei all’azienda?

In linea generale credo che il mio contributo fondamentale sia stato quello di aver lavorato al rebranding del Gruppo, dando vita a ITLM Group, di cui fanno parte sia le società di trasporto e logistica, sia It e consulenza, rendendo la gestione e la visione stessa dell’azienda più unitaria e di facile comprensione per il cliente. Nel corso del tempo anche le mie intuizioni, la voglia di innovazione si sono rivelate una spinta in avanti per la nostra impresa, che ha saputo cavalcare nel modo più opportuno l’onda della digitalizzazione, traghettando il modus operandi di molti segmenti su un nuovo piano. Uno dei frutti di questo lavoro è Sendabox.

Di cosa si occupa?

Sendabox è nata nel 2015 con l’obiettivo di essere una piattaforma di comparazione online per le spedizioni nazionali ed internazionali, con soluzioni di logistica integrata per e-commerce, privati e aziende e l’offerta di un supporto costante, i migliori corrieri internazionali, tracking in real time; da circa un anno ha visto anche l’attivazione di Delivery Now, il servizio di consegne dedicato a B2C ed e-commerce, in grado di offrire un’esperienza premium come Same Day e Next Day delivery, ma anche spedizione express e la consegna dei pacchi in giornata.

Sendabox fa parte di Supernova Hub. Ci spiega cos’è?

Supernova Hub è nata in seguito alla crescente nascita di scale-up come Sendabox, ma anche Termo e Opyn, partecipate dal Gruppo (che nel 2022 registrano un fatturato aggregato di 87 milioni di euro, ndr), che ho pensato di riunire sotto un unico cappello e che mira a dar vita a nuove aziende innovative ed integrate, tutte con un proprio modello di business studiato, un team proprio e piattaforme customizzate, come ad esempio Destination Gusto, il food e-commerce di prodotti d’eccellenza made in Italy.
È per noi un vero e proprio distretto dell’innovazione, che si estende anche ad asset immobiliari di proprietà del Gruppo ITLM, nel quale più che scommettere su idee potenzialmente di successo, diamo vita a business partendo da basi solide e ricerche di mercato, al fine di rendere ogni nuova società un progetto sostenibile e garantirne la crescita organica. L’incubatore, inoltre, ha messo a punto nell’arco dell’anno un modello di corporate building in grado di offrire consulenza anche ad aziende terze.

Continuate a mettere a punto l’espansione capillare a livello internazionale…

Il Gruppo ha lavorato in tempi non sospetti all’espansione sempre più vasta sul territorio nazionale ed internazionale, e ha visto dunque sia lo sviluppo della rete di filiali italiane, che salgono a 15 grazie all’introduzione di una nuova sede situata ad Ancona, sia di espansione internazionale, realizzata attraverso la partnership con la società belga Transuniverse Forwarding nel 2021 e due ulteriori accordi nel 2022, con la spagnola TransNatur e la greca Sittellas.

Quanto alla ristrutturazione della storica sede di viale Espinasse, invece?

La ristrutturazione del building in viale Espinasse, in zona Certosa, a Milano, è un progetto importante: si tratta della prima sede di Italmondo, costruita per volontà del nonno Giacinto nel 1964.
Entro la fine dell’anno arriverà a conclusione e si vedrà il rinnovato, enorme spazio che abbraccia l’headquarter, Supernova Hub, spazi di co-working, spazio eventi, consulenza, la fondazione e un ristorante che vorremmo fosse un fiore all’occhiello dell’azienda, sotto la guida di uno chef de rang che lo renda unico nel suo genere.

Massimo Pozzi Chiesa, vicepresidente di Italmondo

Massimo Pozzi Chiesa, vicepresidente Italmondo
Massimo Pozzi Chiesa, vicepresidente Italmondo

Quali sono le eredità più importanti in termini valoriali che le sono state trasmesse?

La possibilità di cogliere le competenze e gli insegnamenti di mio nonno e mio padre è stato fondamentale per la mia crescita. Mi hanno permesso di guardare al futuro in modo analitico, nulla era dovuto nonostante fossimo parte della famiglia, è stato un percorso formativo anzitutto, prima di assumere i ruoli che attualmente io e mio fratello ricopriamo. Mio padre e mio nonno sono stati anche molto rigidi con noi, ove necessario; non ci hanno affidato da subito incarichi di gestione ma ci hanno inseriti step by step nelle varie aree – tutte fondamentali – dell’azienda, dal commerciale alla logistica. Tutte tappe imprescindibili per comprendere la complessità, la grandezza e dunque il senso di responsabilità verso l’azienda che andavamo a dirigere.

E il suo valore aggiunto?

La cosa che mi rende molto orgoglioso nel mio ruolo di vicepresidente è senza dubbio quella di rappresentare l’azienda anche nei consigli direttivi di diverse associazioni a cui ci affianchiamo, ad esempio Assologistica ed Alsea. Sebbene in passato avessimo rapporti stabili con associazioni del comparto, non partecipavamo attivamente con ruoli direttivi. Inoltre, il progetto di settorializzare sempre più l’impresa, portato avanti con mio fratello, e incrementare il contatto diretto e personale con il network di clienti ha contribuito notevolmente a darle una rinnovata immagine.

In che modo è mutato il mondo della logistica dopo la pandemia?

Trovo che la logistica sia in continuo divenire, la mutazione è fisiologica e tutto cambia in base ai cambiamenti stessi della società. Prima la globalizzazione, poi l’avvento della digitalizzazione e l’arrivo dell’e-commerce, hanno rappresentato un punto di svolta per Italmondo, la cui gestione ottimale è tra le doti più rilevanti che la rendono un’eccellenza internazionale nel settore. La pandemia ha poi contribuito a un climax rapido, oggi posso affermare che la nostra sia l’azienda privata italiana di logistica di più ampio spettro in termini di servizi ed efficienza.

In quale direzione, a suo avviso, andrà il futuro della vostra azienda?

Credo fermamente che il nostro presente rappresenti il futuro di tante aziende, siamo arrivati ad obiettivi superiori alle nostre aspettative e siamo all’avanguardia rispetto ad altre realtà. 

Sotto il profilo della sostenibilità, poi, è stato avviato un progetto di pannellatura fotovoltaico e, più in generale, un piano per la transizione energetica, che partirà dalla sede di Arluno e interesserà in seguito anche la sede belga; sarà un passo concreto verso la carbon neutrality, con l’abbattimento delle emissioni del Gruppo e l’alleggerimento del peso delle nostre strutture sul tessuto energetico nazionale.

In termini di evoluzioni future, credo che il retail favorirà molto il mondo della logistica e di servizi come i nostri di delivery real time, investendo in spazi espositivi più ampi ma con ridotti spazi di magazzino, così da fare leva su approvvigionamenti rapidi della merce, più razionali e coerenti con il mercato in cui si trovano.

Continua ad essere anche al fianco della fondazioni…

Mio nonno Giacinto si occupava in prima persona delle fondazioni e anch’io voglio dar voce al suo desiderio di aiutare progettualità meritevoli. Siamo da sempre al fianco del Fai-Fondo Ambiente Italiano, con investimenti su uno dei suoi beni, Villa Necchi Campiglio, a Milano, ma abbiamo anche consegnato borse di studio a studenti meritevoli della Sapienza e, ancora sosteniamo, l’ospedale dei bambini De Marchi di Milano ma anche l’arte, con il supporto al Teatro della Scala.

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