JAMES JAGGER, UN UOMO, DIECI RISPOSTE

Vita privata? Sì, grazie
Benissimo direi. Amo mia moglie, ci siamo conosciuti sette anni fa. Lei è una persona molto riservata, non ama che io racconti molto della nostra relazione, la capisco e la rispetto. Posso solo dire che stiamo davvero alla grande insieme.

I luoghi del cuore
Per lasciarmi ispirare direi senz’altro Tokyo, il luogo più cosmopolita e pieno di stimoli del pianeta (quanto meno per chi, come me, è cresciuto in Europa). Ma anche l’America ha un grosso fascino ai miei occhi: sono molto affezionato a New York e Los Angeles. Forse non ci vivrei mai stabilmente, perché le associo a città che solitamente abito quando lavoro ma sono comunque posti meravigliosi.

Fashion maker
Odio i trend, questa mania fuori controllo di andare dietro alla tendenza e di avere tutti gli stessi abiti. Personalmente ho delle icone fashion di riferimento, come Nick Cave per dirne uno, che certo non potevano dirsi degli “influencer”. Era proprio il loro rendersi, in maniera camaleontica, sempre uncatchable, sempre diversi, mai prevedibili – mi viene in mente anche David Bowie – che li ha fatti ricordare oggi come delle icone. Nelle vetrine, sui cataloghi, per strada, ora vediamo solo persone cablate, tutte esattamente riproducibili. Questo non mi piace, lo detesto. Ho una giacca che comprai quando avevo 19 anni: ne è passato di tempo. La porto ancora con lo stesso orgoglio e lo stesso gusto di allora. Essere autentici è avere stile!

Mick Jagger, chi?
Ho fatto un bel percorso per sfilarmi di dosso l’etichetta di “ figlio di” e intraprendere il mio percorso. Sebbene in piccole parti e camei o in età più adulta, i miei genitori non sono attori dunque posso dire di essere il primo, della mia famiglia, ad aver intrapreso questa strada. Certo il rischio di essere ancora considerato solo per il cognome che ho e il passato che mi porto dietro, è sempre all’erta ed è per questo che io non ho cambiato né rinnegato una virgola di quelle che sono le vere passioni. Ascolto ancora musica punk insomma, come facevo a 16 anni. L’eredità culturale, familiare, che ho dentro di me…è un valore aggiunto del mio percorso. Quello che mi costruisco adesso, da uomo adulto e nel presente, è tutta opera mia.

Tattoo-victim
Sono ink-addicted in effetti: dipendesse da me, avrei tutto il corpo e la faccia tatuati. Ho fatto i tatuaggi pressoché in tutte le parti del mondo, da Ibiza a Buenos Aires. Sono tutti collegati a delle persone importanti che hanno attraversato la mia vita, come uno dei miei migliori amici che purtroppo non c’è più. Segni di esistenze, di frasi dette, di momenti. Sono la mia vita.

Photo Courtesy Nicholas Arcay for Emporio Armani Fragrances
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