LA MAGIA DELLA CUCINA MEDIORIENTALE FINALMENTE A ROMA

Za’atar, un’antica miscela di spezie diffusa in tutto l’ex impero Ottomano e CA nell’attuale Middle East, è, ora, anche un ristorante al Testaccio: un melting pot di cultura e un’apertura verso l’Oriente. Ventuno spezie donano a questa salsa il particolare mix che dà il via a questo viaggio culinario che, dalla capitale italiana, porta nelle variopinte vie di Istanbul, tra gli arazzi di Gerusalemme, nell’intrigante deserto marocchino e tra le assolate dune persiane. Proprio in questo periodo in cui il Medio Oriente è, purtroppo, associato alla paura, Luca Piperno, imprenditore di successo nel campo della ristorazione romana, ha voluto creare un ristorante che avvicini alla cultura del Middle East, insieme ai soci Mayer Naman, Victor Nahum, Michele Aprile e Marco Domenicucci, già rodati con i locali, Dolce, Retro e Casa 900. “Vogliamo sdoganare il concetto della cucina mediorientale, che non è solo kebab e cous cous e che si presta a una ristorazione di livello. Esempi chiari, in questo senso, sono le aperture di Cleo Hollywood a Los Angeles, Momo a Londra e El Jardin del Califa a Cadice”. Blu cobalto alle pareti, un ricordo delle notti d’Oriente e decori arabeschi da Mille e Una Notte, curati dall’architetto spagnolo Elena Piulats, con smalti colati e il bancone del bar con gli ottoni piegati, acidati e invecchiati, oltre alle decorazioni marocchine che tracciano la via del tavolo. Il menu spazia tra ricette libanesi, israeliane, greche, marocchine e persiane. Tra gli antipasti da provare gli speziati hummus, lo tzatziki e le insalate dagli ingredienti ricercati come menta, melograno, barbabietole viola, pesche e miele. La punta di diamante sono, però, i gamberi fritti avvolti in pasta kataifi, serviti con avocado e salsa di yogurt allo zafferano. Tra i main courses (il concetto tra primi e secondi diventa labile) i Tajine di pollo, manzo, agnello e pesce serviti alla marocchina, ma anche le polpettine di legumi con spezie e coriandolo, la tartare di salmone marinato con harissa e tabulenia. I dessert sono ancora in fase di studio, argomento delicato in Medio Oriente, dove tutti i dolci sono eccessivamente zuccherati per il nostro palato. I cocktail studiati da Roberto Laureri meritano da soli il passaggio al locale: bilanciati, speziati e suadenti come le note della musica araba.

Za’atar
Piazza Orazio Giustiniani 2,
00153 Roma
06 5741382
[email protected]

®Riproduzione Riservata

FacebookLinkedInTwitterPinterest

© Riproduzione riservata