LA PROFUMERIA FRANCESE DEL FUTURO

Dal numero 4 di Rue de Castiglione, a Parigi, al mondo intero. Jovoy Parfumeur è un atelier di selezionati e prestigiosi profumi di nicchia, situato nell’arrondissement parigino delle fragranze, che dal 2006 ha aggiunto anche una linea di profumi scaturita dai ricordi di François Hénin e realizzata da nasi dalla vivace creatività. La Maison è nata nel 1923 grazie al guizzo artistico di Blanche Arvoy, che ha vissuto il suo momento d’oro negli Anni Ruggenti, quando i bons vivants della mondanità parigina acquistavano le spettacolari boccette di profumo Jovoy. Ora, grazie all’esperienza internazionale di Hénin, Jovoy consegna a livello mondiale una collezione di Eau de Parfum, Extrait e candele, ognuno con una sua storia. Ne abbiamo scoperta qualcuna proprio parlando con Hénin, ideatore e proprietario del marchio francese.

Qual è stato il suo percorso verso la profumeria francese?
In origine niente mi predestinava alla profumeria, ma è stato il caso della vita che mi ha portato a soccombere a ciò che definisco un “dolce virus”. Cresciuto in una famiglia classica, da un padre finanziere e una madre universitaria, non credo di avere mai avuto degli antenati nel campo della profumeria. Si può dire che sia una sorta di rarità nella mia famiglia. Tutto è cambiato con un viaggio in Vietnam. A 20 anni, diplomato alla scuola di commercio, sono partito all’avventura verso Saigon per confrontarmi con il mondo, scoprire e vivere prima di ritrovarmi intrappolato in un qualunque servizio di marketing, che immaginavo come una torre senza anima. Prevedevo di restare per qualche mese e invece sono rimasto degli anni in questo Paese, che ho amato con la passione della giovinezza, inebriato dall’energia che vi regnava, in totale opposizione al grigiore e alla noia parigina. Ho concluso il mio soggiorno montando uno stabilimento per la distillazione degli oli essenziali per la profumeria, alla frontiera cinese. La conseguenza è pressoché logica, un soggiorno di quattro anni a Grasse, la capitale dei profumi, per conto di una società che si occupava di creare degli aromi e delle fragranze. Ho rilanciato Jovoy nel 2006, ho aperto una boutique, poi due e adesso niente sembra poter fermare Jovoy, che si è imposto come un punto di riferimento nella profumeria di nicchia, al tempo stesso come profumiere e come profumeria.

Qual è il suo ruolo da Jovoy riguardo alla creazione di profumi?
I miei profumi sono altrettanti pezzi del puzzle che mi costituiscono. Ciascuna fragranza testimonia un bell’incontro, un ricordo, una storia intima. Scrivo lo spartito come un direttore artistico, ma è un “naso”, spesso indipendente e spesso femminile, che traduce in profumo le mie idee, i miei concetti e altri ricordi.

Come si possono definire i suoi profumi?
Jovoy è una casa profumiera parigina, inserita nella pura tradizione francese. Anche se è stato fondato durante gli anni folli, i miei profumi sono concepiti per i miei contemporanei e non coltivo la nostalgia del primo periodo. È quindi una collezione di fragranze moderne, senza limiti nella scelta degli ingredienti più nobili e rari. Una profumeria opulenta e sconvolgente, fatta per anime solari, seduttrici e alla ricerca di un’essenza unica, distillata in quantità ridotta rispetto ai giganti che inondano di profumo gli scaffali dei supermercati.

Cosa rende Jovoy diverso da una profumeria tradizionale?
È al tempo stesso una marca e una catena di profumerie, interamente dedicate ai profumi rari. Parigi, Londra, Doha e la settimana scorsa Dubai, per esempio, hanno tutte una profumeria Jovoy, che offre una selezione massima di un centinaio di marchi. I profumi sono proiettati verso l’avvenire, rispettando al contempo la tradizione parigina; le profumerie offrono un’esperienza unica per coloro, sia donne sia uomini, che cercano un’essenza rara di marche provenienti da tutto il mondo, compresa l’Italia e che condividono i nostri valori.

Qual è la storia più divertente associata a uno dei vostri profumi?
Direi un ricordo affettuoso della foto scattata per il profumo L’art de la Guerre. È stata scattata nella mia vecchia casa, con tutta una squadra che ha coinvolto Catherine, Olga e Christian, tre dei miei cinque figli. Non è affatto facile scattare delle foto con dei bambini piccoli, immaginatevi con i miei! Ci resta un ricordo di famiglia. È importante per me, perché apriamo molte profumerie e, con i miei due marchi, Jovoy e più recentemente Jeroboam, ho sempre meno tempo da trascorrere in famiglia.

Quali sono le tendenze per il prossimo anno?
Aspettatevi uno tsunami di note golose in generale. Il 2018 sarà un anno positivo e dinamico, spero, con un ritorno a uno spirito più festivo. Penso che la seduzione sarà più che mai all’ordine del giorno. Scommetto anche che le note marine saranno oggetto di un ritorno roboante, specialmente per gli uomini. D’altro canto, lavoro a una fantasia, rivisitare gli unisex degli anni ‘90/2000, per rivelare un nobile e irresistibile profumo marino. Abbiamo molto da fare!

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