Le coordinate digitali del menswear in Italia secondo Lyst

Abbozzare una panoramica della moda maschile, pur limitandosi al contesto nazionale, è piuttosto complicato, di sicuro, però, le statistiche del portale Lyst rappresentano un ottimo inizio. La piattaforma britannica, infatti, fornisce con cadenza regolare l’elenco dei brand e delle tipologie di prodotto più cercati dai propri utenti, italiani compresi.

Iniziando dai marchi, la top 5, per il mese appena trascorso, vede in cima alle preferenze Off-White, seguito nell’ordine da Nike, Palm Angels, Gucci e Stone Island. Una lista che sembra certificare l’eccellente stato di salute dello streetwear: se appare scontato il primato del “solito” Virgil Abloh, dominus riconosciuto del settore, anche grazie alla direzione della linea uomo di Louis Vuitton, il secondo posto è occupato da un gigante dello sport mondiale (Nike), peraltro abituato alla collaborazione con griffe altrettanto celebri (basti nominare Supreme, Dior, Comme des Garçons, Stüssy, lo stesso Off-White, ecc).

Completa il podio Palm Angels, label profondamente influenzata dall’immaginario degli skater e, più in generale, dei giovani della West Coast americana. L’unico nome del lusso canonico, per così dire, è dunque quello di Gucci, che pure, sotto la guida di Alessandro Michele, è riuscito a rinnovare la propria estetica sui generis, nel segno del massimalismo. Leggermente diverso dai precedenti il caso di Stone Island, la cui ascesa parte da lontano, precisamente dagli anni ’80, e si intreccia alla storia di diverse sottoculture, dai paninari nostrani al brit pop, passando per i supporter delle squadre di calcio inglesi; arrivando, infine, al gotha dell’industria musicale e creativa odierna (leggi Drake o Travis Scott). A rimanere immutato, d’altro canto, è il mix di casual e sperimentalismo tecnico, imprescindibile per il marchio italiano.

Spostando il discorso sui singoli articoli, la sostanza non cambia granché: il primo posto spetta infatti all’archetipo dello streetwear, cioè la sneaker, quella bassa ad essere precisi (il modello high-top compare, invece, alla quarta voce); una calzatura ormai ubiqua, oggetto spesso di un vero e proprio culto, che meriterebbe un discorso a sé. Troviamo quindi la t-shirt, indumento trasversale quanto a gusti ed età. In terza posizione, un altro passepartout del guardaroba uomo, la giacca informale, una certezza per ogni occasione, dall’ufficio all’aperitivo (Covid-19 permettendo, ça va sans dire).

Si va sul sicuro, del resto, anche con capi quali camicia e pantalone chino, rispettivamente al quinto e sesto posto nelle preferenze degli utenti di Lyst. La lista prosegue, tanto per cambiare, con due pezzi d’impronta street: se tuttavia la felpa con cappuccio è ormai considerata una valida alternativa alla maglieria tradizionale, regolarmente presente nelle collezioni di qualsivoglia griffe, la traiettoria della ciabatta è meno lineare.

I modelli in gomma, in effetti, prima di essere sdoganati dai più temerari come alternativa a sandali e altre scarpe estive, sono rimasti a lungo confinati nell’anonimato di piscine e palestre. Negli ultimi tempi, alla fortuna delle slide ha forse contribuito la quarantena generalizzata dovuta alla pandemia, presumibilmente trascorsa indossando abiti pratici e confortevoli. Nessuna sorpresa in fondo alla classifica, dove troviamo due evergreen dell’armadio maschile, jeans e polo, rispettivamente alla nona e decima posizione.

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