LEA GAVINO: “LA SINCERITÀ È L’ARMA VINCENTE SUL SET”

Trasmettere qualcosa di se stessi mentre si interpreta un personaggio è quello che rende l’attrice 24enne Lea Gavino, volto di Skam Italia, così reale sullo schermo e così amata dal pubblico. Dopo la serie Netflix e il ruolo di Artemisia Gentileschi in L’Ombra di Caravaggio di Michele Placido al fianco di un cast stellare, Lea è pronta per nuovi debutti, in Italia e all’estero. Il suo sogno nel cassetto? «Lavorare con Paolo Virzì».

Un volto angelico, una voce soave e una sensibilità che non accomuna, forse, molte ragazze a 24 anni. Eppure questi tratti, così evidenti a una prima conoscenza di Lea Gavino, non sono gli unici che lei vorrebbe portare sul grande schermo. «Amerei l’idea di calarmi in un ruolo eccentrico, colorito, magari un po’ cattivo. Provare ad essere qualcosa d’altro rispetto a ciò che ho portato in scena finora». Così la giovane attrice romana, classe 1999, racconta del suo avvenire, dei sogni nel cassetto, e di una passione per la recitazione che l’ha sorpresa, travolta, e fatta innamorare.

Lea Gavino
Total look Dolce & Gabbana

«Interpretare un personaggio è sempre un po’ come parlare di sé»

Il cinema è arrivato inaspettatamente nella tua vita. Qual era il tuo ‘piano A’ fino ad allora?

Dopo il liceo avevo intrapreso il percorso studi universitari in Psicologia a Roma, quando al secondo anno ricevetti la proposta da parte di una casting director di partecipare ad un provino per il ruolo della versione giovane dell’attrice protagonista. Non avevo mai considerato questa opzione, ma partecipai al provino incuriosita. Non ottenni il ruolo perché l’attrice principale, pensata inizialmente castana con gli occhi marroni come me, venne poi scelta bionda con gli occhi azzurri, non più somigliante a me; ma dopo aver conseguito la Laurea decisi comunque di iscrivermi alla Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté e da quel momento molte cose hanno iniziato a muoversi fuori e dentro di me. Ho firmato un contratto con l’agenzia che tuttora mi segue e dopo poco tempo ho ottenuto il ruolo di Viola Loiero in Skam Italia.

Il tuo esordio vero e proprio. Com’è stato confrontarsi per la prima volta con un set?

Nonostante entrassi a far parte del cast solo alla quinta stagione della serie (distribuita in Italia dal 2018, ideata da Ludovico Bessegato e che racconta le vite tormentante di un gruppo di liceali romani, ndr) mi sono perfettamente calata nel ruolo della giovane adolescente. Interpretare un personaggio è sempre un po’ come parlare di sé. In quel momento sono Viola ma è la mia voce, il mio corpo e dunque tanti aspetti di Viola si fondono con quelli di Lea. Ho imparato tante cose di me interpretando lei, oltre ad aver rivissuto in molti sensi alcune fasi della mia stessa adolescenza.

«In una serie devi in qualche modo uscire e rientrare nel personaggio continuamente, ma questo mi ha permesso di acquisire una velocità di pensiero, una capacità di reazione rapida»

La tua famiglia ti ha sempre appoggiato nella scelta di voler diventare un’attrice?

Inizialmente i miei genitori erano spaventati rispetto al futuro che poteva offrire questo mestiere, ma constatando con quanta passione e con quanto impegno mi dedicavo allo studio e successivamente al lavoro, hanno appoggiato totalmente la mia scelta e sono stati felici di vedermi felice. Quando anche mio fratello Damiano (di due anni più piccolo, che ha recitato in Un professore e sta per debuttare su RaiPlay con Shake, ndr) ha intrapreso questa strada, allora si sono proprio rassegnati.

Qual è stato il più grande insegnamento che ti ha lasciato l’esperienza in questa serie tv?

Sicuramente nel lavoro per una serie tv ci sono molte differenze rispetto al lavoro per un film, Skam è stato impegnativo, ci sono tempi più dilatati, lunghi ed intermittenti. Devi in qualche modo uscire e rientrare nel personaggio continuamente, ma questo mi ha permesso di acquisire una velocità di pensiero, una capacità di reazione rapida. È davvero un allenamento incredibile alla resistenza, è una maratona. Ho capito quanto mi avesse aiutato quando poi ho affrontato nuovi provini.

Lea Gavino
Total look Ermanno Scervino

«L’ombra di Caravaggio è stata un’esperienza di grande pregio ma anche di grande crescita per una  giovane attrice come me»

Dopo Skam è arrivato anche il grande cinema…

Sì, alla fine del 2022 è uscito L’ombra di Caravaggio, un film diretto da Michele Placido che ha vinto due David di Donatello in cui, al fianco di attori straordinari come Riccardo Scamarcio, Micaela Ramazzotti, Louis Garrel e Isabelle Huppert, interpreto il ruolo di Artemisia Gentileschi, pittrice di scuola caravaggesca e personaggio femminile di rilevanza nella storia dell’arte italiana. È stata una grande responsabilità interpretare questo ruolo. Studiando il personaggio mi sono resa conto di quanta importanza avesse nella storia e nella cultura del nostro tempo, seppure poi sia stato il racconto così passionale e diretto sul set da parte di Michele Placido a coinvolgermi totalmente, a trasmettermi davvero ciò che lei aveva rappresentato nella storia. Io avevo proposto un’interpretazione forte, austera, Placido mi ha invitato a riflettere sulla forza celata nelle sue grandi fragilità.
È stata un’esperienza di grande pregio ma anche di grande crescita per una  giovane attrice come me. All’inizio mi sentivo insicura ma trovare un cast di attori così sensibili, che ti invitano ad affidarti completamente e ti prendono per mano è stato un grande regalo. Non ho mai mollato, la tenacia è stata fondamentale.

«Ogni esperienza fa crescere, evolvere, mutare, è il privilegio di questo mestiere: riuscire a portare in scena anche qualcosa d’altro rispetto al proprio vero “io”»

Quali sono i tuoi prossimi progetti al cinema o in tv?

Quest’anno ho lavorato con Leonardo D’Agostini, vincitore del Nastro d’Argento come Miglior Regista Esordiente nel 2019, al film Una storia nera, interpretando un ruolo complesso e drammatico che ruota intorno alla ricerca della verità e contemporaneamente ho portato avanti il progetto di una serie della BBC a Londra. Entrambi saranno presto distribuiti.

Cosa auguri a te stessa per il futuro?

Quello che mi auguro è di poter interpretare presto o tardi un ruolo più eccentrico, colorito, particolare, stravagante, magari un po’ cattivo, perché no?. Ogni esperienza fa crescere, evolvere, mutare, è il privilegio di questo mestiere: riuscire a portare in scena anche qualcosa d’altro rispetto al proprio vero “io”. Un ruolo diverso rispetto a ciò che ho portato in scena finora potrebbe darmi una botta di adrenalina. 

Con quale regista, in particolare, ameresti collaborare?

Mi piacerebbe molto lavorare con Paolo Virzì, è un regista che amo molto per la sua capacità di esprimersi sullo schermo con un linguaggio tutto suo, che è ironico persino nel dramma, lo trovo verosimile nella sua trasgressività, rappresenta un’eccentricità che mi intriga. Se penso al film La pazza gioia, all’eclettismo e alla genialità del ruolo cucito addosso a Valeria Bruni Tedeschi – un’attrice che stimo moltissimo – ecco, è proprio ciò a cui mi riferisco. Ma per qualunque altro ruolo che interpreterò, quello che spero di raggiungere sempre è l’espressione di massima sincerità anche in personaggi non reali e di trasmetterla al pubblico attraverso la mia recitazione. Credo sia l’arma vincente sul set.

Lea Gavino
Total look Gucci

Credits

Editor in Chief Federico Poletti

Photographer Davide Musto

Stylist Stefania Sciortino

Make-up & Hair Cotril

Photographer assistant Cristina proietti Panatta

Stylist assistants Chiara Carrubba

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