Luca Calvani esordisce alla regia con ‘Il cacio con le pere’

Luca Calvani è un attore conosciuto fin da giovanissimo per il ruolo nel cult di Ferzan Özpetek Le fate ignoranti. La vita e la sua professione lo hanno poi portato a girare il mondo, dapprima New York e quindi Los Angeles, dove ha avuto l’opportunità di lavorare in grandi produzioni, come quella di Sex & the City. Poi il ritorno a Roma, che l’ha condotto su tanti set internazionali allestiti nella città eterna; a un certo punto però tutto questo ha cominciato ad andargli stretto, e alla fine ha maturato la scelta radicale di smettere e cercare la felicità, quella vera, sincera, che ha trovato facendo ritorno nella sua terra natale, la Toscana, dove, oltre ad esser diventato imprenditore, ha trovato l’amore della sua vita.
Adesso la nuova sfida, per lui, è il passaggio alla regia, con una commedia che merita di essere vista ed apprezzata, perché ci riporta alla contrapposizione tra vita frenetica e quella tranquilla di paese. Il cacio con le pere sarà al cinema dal 9 marzo.

C’è qualcosa di autobiografico nel tuo film, con il ritorno in Toscana

Sicuramente sì, si tende sempre a scrivere ciò che si conosce. Lo script ha subito un paio di cambiamenti, anche perché vedendolo mi rendo conto che sarebbe potuto sembrare un documentario, oppure uno spin-off di un altro celebre film, in cui il protagonista si fidanzava con un boscaiolo. Il fondo d’investimento dietro la produzione, poi, non concordava su alcuni passaggi, ho dovuto necessariamente modificare qualcosa.
La prima stesura è in realtà del 2009, quella finale del 2016, alla fine abbiamo vinto il concorso Pitch Trailer a Cannes e il progetto ha iniziato a prendere vita.

“Mi piaceva mostrare la differenza tra la velocità della grande città contrapposta alla vita di paese”

Quando è nato il desiderio di sperimentare la strada della regia?

L’idea è nata dal creare una nuova “factory” tutta nostra, magari chi vive a Roma non percepisce la cosa, ma era importante, i toscani nella capitale hanno avuto un momento di splendore con il grandissimo Pieraccioni che però, purtroppo, con la caduta di Cecchi Gori è venuto a mancare.
Strizzando magari l’occhio alla commedia francese, che amo, e pur rimanendo fedeli al nostro bacino d’utenza, ovviamente, mi piaceva mostrare la differenza tra la velocità della grande città contrapposta alla vita di paese; considerando che il film è stato girato in quattro settimane, di cui due e mezza di pioggia, sono particolarmente orgoglioso del risultato.

Luca Calvani attore

Come hai scelto il tuo fantastico cast?

Alcune scelte erano quasi obbligate, come quella di Francesco Ciampi, con lui ho fatto le riviste di avanspettacolo alle superiori, dove lui da ex allievo faceva ore di monologo e noi due o tre battute.
Per il resto abbiamo fatto molti provini, Geppi Cucciari, che è una mia amica, la volevo assolutamente, la vedevo in un altro ruolo e invece lei ha scelto proprio quello della badante.
Di Elena Di Cioccio posso dire che ha sbaragliato tutti al casting, è davvero un’attrice consumata, ha saputo sorprendermi.
Ognuno di loro aveva una sua dinamica nelle scene, è per quello che sono stati scelti.

“Mi piace raccontare storie, se ci sarà una seconda volta vorrei che fosse una regia, al 100%”

La cosa più divertente successa sul set?

Eravamo in autostrada da Prato verso la costa, per la precisione la spiaggia della Lecciona; era fine ottobre ed ero già truccato, pieno di lividi, con altre tre persone su una Porsche col tettuccio aperto, parte delle troupe davanti e una dietro. Ci ha fermato la polizia, non erano sicuri che l’auto fosse realmente omologata per quattro posti, quindi attendevano l’ok della motorizzazione, alla fine la luce stava scendendo e noi avevamo bisogno del tramonto; morale della favola: siamo stati scortati fino al set.

Ora che sei sia attore che regista, cosa ti diverte di più, stare davanti o dietro la macchina da presa?

Sicuramente mi piace raccontare storie, se ci sarà una seconda volta vorrei che fosse una regia, al 100%. Mi è piaciuto lavorare con gli scenografi e i costumisti, mi piace arredare, quindi mi sono goduta tantissimo quella parte del set; lavorando come attore, tante cose le ho viste al montaggio, per ovvie ragioni, in quanto non ero davanti al monitor.

“Quando sei nel tuo e stai bene diventi più magnetico, attrai cose diverse”

Come vedi, vivendo più distaccato in Toscana, il mondo dello spettacolo?

Sempre come un grande sollievo, dal momento che a 42 anni ho scelto di smettere di fare l’attore, tant’è vero che non ho nemmeno più un agente in Italia, solo nel Regno Unito, per dei provini mirati. Non volevo più rimanere a Roma, dove non mi sembrava di aver costruito abbastanza.
Qui faccio l’imprenditore, produco profumi e gin, sento di avere un peso specifico adesso, la mia è stata una scelta cosciente e ponderata. La cosa più bella è stare a casa con il mio compagno Alessandro; l’altro giorno siamo andati a sciare, il giorno successivo però è venuta a tutti e due la voglia di tornare a casa nostra, per farti capire quanto stiamo bene lì.
Il ritorno alle origini mi ha regalato una grandissima onestà, innanzitutto verso me stesso e poi verso gli altri, forse questo mio distacco ha anche creato più interesse, facendomi arrivare sul piatto proposte inaspettate, come quella di Cortesie per gli ospiti.
Quando sei nel tuo e stai bene diventi anche più magnetico, attrai cose diverse.

Luca Calvani 2023

Press office Lorella Di Carlo/Marta Scandorza

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