Luca Maria Vannuccini: un copione, una tela e un mondo da raccontare

Recitare è un’esigenza necessaria per Luca Maria Vannuccini: quella di riuscire a dar voce alle sue emozioni più profonde e più recondite. Ed è per questo che l’attore romano, classe 2001, decide di abbandonare il canottaggio, disciplina sportiva praticata a livello agonistico, per concentrarsi completamente su quella che sentiva essere la sua vocazione. «Ho iniziato a studiare recitazione per affrontare la timidezza e la dislessia. Mi ha aiutato a crescere come persona», ci ha confidato.
Una decisione presa con coscienza e che rifarebbe nuovamente se si trovasse di fronte allo stesso bivio. Luca frequenta la Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté, che negli anni ha formato una nuova e copiosa generazione di interpreti. Si fa notare con Anni da cane, il primo ruolo importante, recitando al fianco di Federico Cesari e Aurora Giovinazzo. Vannuccini descrive il film di Prime Video come «La prima esperienza vera. Da lì è iniziato un processo, è iniziato qualcosa. È stata un’esperienza fondamentale per il mio percorso di crescita».

Luca Maria Vannuccini - Un'estate fa
Total look Sandro Paris

Luca nel ruolo di Adriano in Un’estate fa

Ora è il turno di un altro importante progetto, questa volta sul piccolo schermo. Parliamo di Un’estate fa, serie tv firmata Sky Italia in uscita il 6 ottobre 2023, che unisce il thriller e il mystery a elementi comedy. Uno spazio in cui Luca Maria Vannuccini si muove perfettamente, unendo la sua parte seriosa a quella più scanzonata. Suo il ruolo di Adriano, il migliore amico del protagonista Elio con cui, nel presente, ha perso tutti i rapporti.
Quell’estate del ‘90, che Adriano e il suo gruppo di amici dovevano vivere nella più completa spensieratezza tra jukebox, partite a ‘sette si schiaccia’ e mondiali di calcio, diventa infatti cupa e piena di ombre. Lo show Sky è un’esperienza altrettanto importante per la carriera di Vannuccini, un viaggio che gli «ha permesso di fare un cambiamento a livello umano». «Ad oggi è il progetto che più mi ha coinvolto su più fronti», ammette. Nel corso dell’intervista Luca ci ha raccontato qualcosa in più di quel mondo che ha iniziato a schiudere con la recitazione e la pittura, sua altra passione.

«Ho iniziato a studiare recitazione per affrontare la timidezza e la dislessia. Mi ha aiutato a crescere come persona»

In Un’estate fa interpreti il ruolo di Adriano. Negli anni ‘90 è uno dei migliori amici di Elio ma nel presente scopriamo che i due hanno perso completamente i rapporti. Cosa puoi raccontarci sul tuo ruolo?

Adriano è la classica persona super esuberante che vive tutto al massimo. Ha voglia di vivere tutte le esperienze che gli capitano a portata di mano. In quell’estate del 1990 accadranno una serie di cose che andranno a cambiare i rapporti tra Adriano ed Elio ma di cui ovviamente non posso parlare.

Adriano è un ragazzo che ha un’innata passione nel cacciarsi nei guai ma allo stesso tempo riesce sempre a cavarsela. Il Luca adolescente aveva qualcosa in comune con questa descrizione?

No, non tanto. Questa sua caratteristica non ce l’ho. Lui è proprio matto, io mi fermo un po’ prima. 

Per questioni anagrafiche non hai vissuto gli anni ‘90 che vengono raccontati nella serie. Hai avuto la possibilità di conoscerli attraverso i ricordi di qualcuno?

Li ho conosciuti attraverso i miei genitori ma senza parlarne poi troppo. Si trattava per lo più di ricordi che loro volevano condividere a tempo perso, non ho mai rivolto loro una domanda diretta. Ciò che mi ha avvicinato prevalentemente a conoscere quel mondo sono proprio gli oggetti di scena, le cose analogiche presenti sul set. Ci permettevano di entrare in contatto con la materia di quel tempo.

Luca Maria Vannuccini - Un'estate fa
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«Un’estate fa mi ha permesso di fare un cambiamento a livello umano»

Li hai “studiati” guardando qualche film o ascoltando qualche canzone in particolare?

Sono dell’idea che vedere un film sugli anni ’90 non possa darti la possibilità di capire come si viveva in quel periodo. La cosa più utile era provare a comportarsi come loro e questo ci veniva un po’ suggerito anche dalla scenografia. Un po’ di tempo fa ho visto mio padre ballare alla sua festa dei 50 anni e ballava musica anni ‘90. Lo vedevo e pensavo ‘guarda come si muove sto matto’. C’erano delle scene in cui ballavamo e i registi Davide Marengo e Marta Savina ci avevano inviato dei video con delle reference. Ed effettivamente mi tornavano i conti, perché era esattamente il modo in cui ballava mio padre.

Nel corso della tua vita ti sei trovato di fronte a un bivio: hai scelto di abbandonare il canottaggio, che praticavi a livello agonistico, per seguire la tua passione per la recitazione. Rifaresti ancora questa scelta?

Assolutamente sì, io avevo necessità di tirare fuori tutto quello che avevo dentro. Vuoi o non vuoi un ambiente sportivo come il canottaggio reprimeva questa mia esigenza, sentivo di appartenere maggiormente a questo altro aspetto della mia vita.

Un’altra tua passione è la pittura. Cosa esprimi attraverso un quadro che non riesci a fare attraverso la recitazione?

Tutto quello che non è venuto fuori nei miei progetti l’ho espresso attraverso la tela. Se non ho l’occasione di rappresentare qualcosa che ho dentro in scena lo faccio attraverso la pittura.

Su Instagram nella tua bio ti definisci ironicamente “Negozio di alimentari”. Cosa non potrebbe mai mancare nel tuo ‘carrello’, inteso metaforicamente come ciò di cui non puoi fare a meno?

Un copione, un pennello e la musica.

Total look Sandro Paris
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Credits

Photographer  Luca Stendardi

Location Hotel Valadier Roma

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