Matteo Garrone vince il Leone d’Argento con ‘Io Capitano’ al Festival del Cinema di Venezia

Ci sono film che lasciano il segno, che nel tempo sono e saranno sempre più necessari. Io capitano, il nuovo, imperdibile film con cui Matteo Garrone ha vinto il Leone d’argento alla 80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è tra questi e non potrà lasciarvi indifferenti. Lo trovate già al cinema per 01Distribution ed è da non perdere. Due ore di pure emozioni, immagini crude, umanità e tanta bravura dei suoi interpreti, i senegalesi Seydou Sarr e Moustapha Fall che nel film hanno come obiettivo, oltre allo studiare, quello di andare in Europa. La madre del primo non lo accetta, perché il viaggio non è facile come sembra e potrebbe essere fatale.  

«Devi respirare la stessa aria che respiro io», gli dirà, ma lui nulla, perché è troppo determinato a raggiungere il suo obiettivo. I due partono a notte inoltrata e poco dopo arrivano le difficoltà: vengono abbandonati in mezzo al deserto, fermati da una polizia corrotta e violenta che chiede soldi, torturati e imprigionati per essere poi venduti come schiavi. In poche parole: quello che avrebbe dovuto essere un paradiso, si rivela un inferno. E per loro è solo l’inizio. 

Scena del film 'Io Capitano'
Scena del film ‘Io Capitano’

«Abbiamo deciso di mettere la macchina da presa dal loro punto di vista… nel tentativo di dar voce, finalmente, a chi di solito non ce l’ha»

«Per realizzare il film siamo partiti dalle testimonianze vere di chi ha vissuto questa Odissea contemporanea», ci spiega il regista di DogmanIl Racconto dei Racconti e Pinocchio. «Abbiamo deciso di mettere la macchina da presa dal loro punto di vista, in una sorta di controcampo rispetto alle immagini che siamo abituati a vedere dalla nostra angolazione occidentale, nel tentativo di dar voce, finalmente, a chi di solito non ce l’ha».

«Anni fa – aggiunge – un mio amico che gestiva un centro di accoglienza in Sicilia, mi raccontò la vicenda di un ragazzo minorenne (Fofana Amara, che ha partecipato alla sceneggiatura con il regista e altri ragazzi senegalesi, ma soprattutto con Massimo Ceccherini, Massimo Gaudioso e Andrea Tagliaferri) che aveva portato in salvo centinaia di persone su un’imbarcazione partita dalla Libia, ma una volta in Italia fu accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e finì in carcere per sei mesi». 

«La migrazione che abbiamo raccontato noi – precisa poi Garrone – è però diversa: non è legata a nessuna guerra, a nessuna povertà estrema e a nessuna disperazione o cambiamento climatico, ma solo al fatto che il settanta per cento degli africani è giovane e la globalizzazione è arrivata lì come qui. In loro c’è il desiderio legittimo di voler in qualche modo accedere a un futuro che credono migliore, un po’ come noi da giovani volevamo scoprire l’America, con la differenza che noi potevamo prendere l’aereo mentre loro, per poter arrivare fin qui, devono affrontare prove spesso mortali e rischiare la vita. Una vera e propria ingiustizia di fondo cui quei ragazzi fanno fatica a dare una risposta, perché spesso si trovano a vedere dei coetanei che vengono in vacanza in Senegal e parlano anche francese e loro invece non possono».

Scena del film 'Io Capitano'
Scena del film ‘Io Capitano’

«Un film in cui c’è un tema di libertà, di libertà di circolazione e di giustizia e questo va al di là della politica sui migranti in Europa»

Ben consapevole di quanto delicato fosse l’argomento, Garrone è riuscito però ad entrare in punta di piedi in una cultura che non era la sua «per un film che non doveva essere su di loro, ma insieme a loro». «Un film in cui c’è un tema di libertà, di libertà di circolazione e di giustizia e questo va al di là della politica sui migranti in Europa». La scelta, assolutamente condivisibile, di farlo uscire nei cinema (per 01 Distribution) in contemporanea con la presentazione veneziana e in lingua originale (wolof e francese) lo dimostra.

Il film si avvale della scenografia di Dimitri Capuani, della fotografia di Paolo Carnera, dei costumi di Stefano Ciammitti e della colonna sonora a firma di Andrea Farri (premiato con il Soundtrack Star Award 2023) ed edita da Sony Music Publishing. A dominare «è la semplicità e la sincerità che non lasciano spazio a nessun tipo di vittimismo, retorica o polemiche su quello che è stato ed è il dramma dei profughi», come dice Garrone e gli applausi a scena aperta in un finale da brividi (sono durati 12 minuti quelli alla proiezione ufficiale in sala Grande, tra le lacrime del pubblico e dei protagonisti, accompagnati dalle loro famiglie), sono tutti per Seydou Sarr, vincitore del premio Mastroianni come miglior attore emergente.

I suoi occhi neri, pieni di vita e di speranza, sono lo specchio di un’anima che sa quello che oggi ha, ma che non può ovviamente dimenticare quello che ha subìto e vissuto. Andrà agli Oscar? Gli chiediamo prima di salutarci. E lui: «Se a Los Angeles mi invitano…».

Scena del film 'Io Capitano'
Scena del film ‘Io Capitano’

Nell’immagine d’apertura Matteo Garrone con il Leone D’argento al Festival del Cinema di Venezia.

FacebookLinkedInTwitterPinterest

© Riproduzione riservata