Festival del Cinema di Venezia, l’attrice Demetra Bellina si racconta: la musica, il cinema e l’amore

Classe 1996, originaria di Udine, Demetra Bellina è alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia con il film Non credo in niente, opera prima di Alessandro Marzullo. Demetra l’abbiamo vista anche in Youtopia (di Berardo Carboni), Comedians (di Gabriele Salvatores), Non uccidere 2 e Tutta colpa di Freud – la serie. In Non credo in niente è una hostess in un film gotico dove una Roma decadente fa da sfondo a una generazione di trentenni che vivono vite frammentate, riflesso, più che della società liquida di Bauman, di uno sgretolamento interiore di sogni e valori.

Il suo account Instagram racconta la Demetra pubblica, attrice, modella. Scatti artistici. Ma la Demetra fuori dal set com’è? In cosa crede? Tra un red carpet e uno shooting, il festival di Venezia è un buon momento anche per conversazioni informali: l’intervista di MANINTOWN.

Demetra Bellina, ph. Gianluigi Di Napoli
Demetra Bellina, ph. Gianluigi Di Napoli

«Credo che oggi più che mai ci sia bisogno di credere in qualcosa, perché sembra talmente facile lasciarsi andare al nichilismo»

Alla Mostra con Non credo in niente. Anche Demetra Bellina non crede in niente?

No, io credo in tante cose. Anzi, credo che oggi più che mai ci sia bisogno di credere in qualcosa, perché sembra talmente facile lasciarsi andare al nichilismo, al pensiero che vale solo oggi, essendo il domani così incerto. Credo che oggi più che mai si debba essere fedeli alle proprie convinzioni e ai propri ideali.

Crede in dio? Qual è il suo rapporto con la religione?

Credo che la percezione della religione sia cambiata molto negli ultimi 50 anni. Sono cresciuta con la religione cristiana, ma non posso dire di essere osservante. Sicuramente credo in qualcosa, ma difficilmente gli si potrebbe dare un nome assoluto.

Crede nell’amore? Nel film recita: «L’amore, quello eterno, è per i poveri. I ricchi cambiano amanti tutta la vita. I ricchi si risposano». Cosa ne pensa Demetra?

Io credo ciecamente nell’amore! La reputo la cosa più importante che c’è. Può essere eterno oppure no, ma è prezioso in ogni caso. Il “vero” amore è quello che ti arricchisce la vita, che ti fa stare bene quando ci pensi e che ti fa desiderare le cose migliori possibili per qualcuno che non sei tu stesso o la tua famiglia d’origine. Ti porta a desiderare di fare delle rinunce, pur di sapere che la persona che ami è felice. Per me questo è l’amore: condividere sé stessi e i propri desideri con l’altro. Sicuramente la società di oggi spinge a porsi continue domande: se valga la pena stare con una persona sola per tutta la vita. Io credo di sì. Credo che se si è felici con qualcuno… perché mai bisognerebbe cambiare? Per essere “più felici con qualcun altro”? Ma che significa?

E nell’amicizia? Com’è Demetra amica?

Non ho mai avuto molti amici, anche se avrei voluto. Guardo con molta ammirazione da sempre quelle compagnie di amici, che riescono a rimanere unite nel tempo. Io solitamente scelgo una persona o due, sperando che loro facciano lo stesso con me.

Crede nella sorellanza? Qual è il suo rapporto con le donne?

Dipende quali. Sono cresciuta in una famiglia dove la maggioranza erano donne, ho una sorella e solo cugine femmine con cui siamo cresciute insieme. Abbiamo un rapporto meraviglioso. Non ho mai avuto però un gruppo di amiche donne, tendevano un po’ ad escludermi, ho sempre avuto più amici maschi o un’unica amica del cuore.

Demetra Bellina, ph. Gianluigi Di Napoli
Demetra Bellina, ph. Gianluigi Di Napoli

«l regista Alessandro Marzullo è riuscito a rappresentare la frustrazione e le speranze schiacciate di molti giovani di oggi»

Il film apre con la citazione di Bauman “Nella nostra epoca il mondo intorno a noi è tagliuzzato in frammenti scarsamente coordinati, mentre le nostre vite individuali sono frammentate in una successione di episodi mal collegati fra loro”. Il film racconta di vite frammentate o di vite alienate? Senza generalizzare, questi giovani rappresentano un paradigma della generazione alla quale appartengono? È davvero tutto così brutale, dissacrante, privo di regole, reciprocamente offensivo? La violenza, fisica e verbale, fa così parte del linguaggio quotidiano?

Secondo me sono vite frammentate. Noi vediamo solo le notti dei personaggi, vediamo e sentiamo la loro fatica e sì, anche la loro alienazione. Il regista Alessandro Marzullo è riuscito a rappresentare la frustrazione e le speranze schiacciate di molti giovani di oggi, che, dopo tanto studio, si ritrovano magari a lavorare in nero nella cucina di un ristorante. Cercando ancora, nonostante le difficoltà, di raggiungere i loro sogni. Io non trovo il film violento: sarà che lo vedo così somigliante alla realtà che ci sono assuefatta. Anzi, trovo che sia stata tirata fuori una poesia e una luce laddove spesso non si riesce a vederla, cioè nella quotidianità sfilacciata in cui ci troviamo.

Secondo me è vero che la società di oggi è molto più faticosa rispetto a trent’anni fa, ma credo anche che sia nel nostro potere di rendere le nostre giornate migliori, a partire dalle piccole cose. I personaggi spesso ballano, cantano, suonano… Queste sono cose che possono rendere felici, a prescindere che sia il proprio lavoro o meno, a prescindere che uno sia bravo o meno. Tra i miei ricordi più belli ci sono musica e allegria, non successi.

Tra i problemi dei personaggi c’è sicuramente il fatto di essere tutti così divisi, infatti quando sono insieme va sempre un po’ meglio. Credo che il modo per migliorare la nostra società sia stare insieme agli altri, parlare senza prevaricare e tollerare le nostre differenze, capire che non siamo gli unici a sentirci in un certo modo, molto spesso gli altri hanno i nostri stessi pensieri, ma stando ognuno per conto nostro, non lo sappiamo!

Demetra Bellina, ph. Gianluigi Di Napoli
Demetra Bellina, ph. Gianluigi Di Napoli

«La mia soluzione personale è cercare sempre nuove cose, nuove idee e ricordarsi che il tempo è fatto per andare avanti e non indietro, e che si può decidere di lasciarsi andare fingendo di essere eterni adolescenti o prendere in mano la situazione e fare quello che c’è da fare in quanto, ormai, adulti»

Crede che due persone debbano completarsi a vicenda per essere felici? Accoppiati male è meglio che soli?

Credo proprio di no, però è opinabile il male e il bene all’interno di una relazione: a qualcuno piace stare con una persona opposta a sé, a qualcuno con la persona più simile possibile. Non credo si possa giudicare, ognuno sa di sé che cosa vuole e che cosa no. Anche stare insieme per non stare da soli, se è una scelta di entrambi. Non mi sento di giudicarli. Certo è che io non potrei mai.

«Non ce la faccio più. Ogni cosa che facciamo non funziona. Non abbiamo più vent’anni» è una frase del film. Questa può essere una constatazione o una lamentela. Se la frase fosse la sua, quale sarebbe il suo passo successivo?

Non credo che sia una lamentela. C’è, e c’è stata, molta pressione sui giovani. Non ho vissuto altre epoche, ma dai racconti di persone più grandi una volta era diverso, oggi questa retorica del “successo”, che cerca di convincerti che se non ce l’hai sei un fallito già a 25 anni, sta distruggendo le speranze dei giovani. Anche io tra qualche anno non avrò più vent’anni, ci sono momenti in cui viene lo sconforto a pensare al tempo che passa, ma credo sia inevitabile preoccuparsi del futuro.

Comunque, la mia soluzione personale è cercare sempre nuove cose, nuove idee e ricordarsi che il tempo è fatto per andare avanti e non indietro, e che si può decidere di lasciarsi andare fingendo di essere eterni adolescenti o prendere in mano la situazione e fare quello che c’è da fare in quanto, ormai, adulti. Mia nonna mi ha sempre detto che il periodo migliore secondo lei comincia dopo i 30 anni… Staremo a vedere.

Demetra Bellina, ph. Gianluigi Di Napoli
Demetra Bellina, ph. Gianluigi Di Napoli

«Per me la musica è un linguaggio universale, ascolto musica proveniente da molti luoghi diversi nel mondo!»

Nel film canta. Ha in uscita un EP. Anticipazioni? Qual è il suo genere, i suoi riferimenti, il suo linguaggio?

Sì! A breve uscirà il videoclip della canzone del film, So many roads di Riccardo Amorese. È stato bellissimo poter finalmente cantare sul set, e poter far esprimere il personaggio anche attraverso la musica. Dopo anni di tribolazioni finalmente farò uscire il mio Ep. Il mio genere è un misto di generi.

Ho cominciato ad amare la musica da quando ero piccola ascoltando Mozart, poi ho scoperto Bob Dylan e i Beatles grazie a mio papà che era un musicista. Ho cominciato a studiare canto a dieci anni e poi a suonare la chitarra, il pianoforte, l’armonica e adesso il basso e il synth. Per ora l’album verte sul blues, il folk e qualcosa di elettronica. Per me la musica è un linguaggio universale, ascolto musica proveniente da molti luoghi diversi nel mondo! Spero che questo EP sia il primo di una lunga serie.

Sta scrivendo un libro: c’è una Demetra che non trova il suo posto sul set e ha urgenza di farsi
sentire? Per parlare di cosa?

Il libro si intitola Erechtrica ed è una raccolta di racconti, poesie, lettere ed illustrazioni ambientato in un mondo interno all’anima degli esseri umani. Il libro parla della società di oggi guardandola dal punto di vista dei sentimenti delle persone, che vengono uno alla volta persi in favore del nulla assoluto; l’anno scorso ne ho tratto anche uno spettacolo teatrale, che si intitolava Quando la musica è finita, forse lo riporterò in scena l’anno prossimo. Credo che più che un’urgenza di farsi sentire fosse un modo per capire io stessa cosa stessi pensando: non credo che le poesie vengano scritte per gli altri, ma per se stessi. Poi, quando lo farò uscire, magari farà porre delle domande anche a qualcun altro e sarò contenta!

Demetra Bellina, ph. Gianluigi Di Napoli
Demetra Bellina, ph. Gianluigi Di Napoli

«Ci sono già moltissimi bravi sceneggiatori e sceneggiatrici che non trovano sbocchi lavorativi. Sarebbe bello se venissero date più possibilità a giovani che si sono formati per fare questo mestiere»

Le sceneggiature sono uno dei problemi del cinema attuale. Pensa di unire cinema e scrittura e provare anche la strada della sceneggiatura?

Scrivere sceneggiature è molto diverso dallo scrivere letteratura, avevo comprato dei libri per cominciare a studiare, però so che ci sono già moltissimi bravi sceneggiatori e sceneggiatrici che non trovano sbocchi lavorativi. Sarebbe bello se venissero date più possibilità a giovani che si sono formati per fare questo mestiere, secondo me. Poi, ho molte idee per soggetti che magari un giorno qualcuno svilupperà.

Com’è Demetra figlia?

Bisognerebbe chiederlo ai miei genitori, ma non male, credo. Non si sono mai lamentati più di tanto. Non davanti a me, quantomeno.

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