Milano Fashion Week: da Fendi a Diesel, il meglio del primo giorno di sfilate

Primo giorno di sfilate alla Milano Fashion Week Primavera/Estate 2024. Mercoledì 20 settembre ha visto la partenza degli show, delle presentazioni e degli eventi che animeranno la Settimana della Moda per la stagione Primavera/Estate 2024. Dal 19 al 24 settembre verranno svelate, secondo il calendario canonico, le linee donna dei vari marchi del lusso. La direzione presa dai nomi più nuovi nel panorama però è di mostrare collezioni miste o dichiaratamente contrarie al binarismo di genere.

Il calendario ufficiale conta ben 64 sfilate, di cui 5 digitali, 74 presentazioni e 34 eventi, totalizzando 172 eventi complessivi, il numero più alto da prima dell’era Covid. L’aspettativa di partecipazione quest’anno è eccezionalmente alta e, come nelle stagioni passate, la Camera Nazionale della Moda offre la possibilità di seguire gli eventi online tramite il proprio sito. Le sfilate rimangono il fulcro della manifestazione, con l’accesso fisico limitato per lo più agli addetti ai lavori, oltre che alle celebrity, ai testimonial dei brand e a influencer vari ed eventuali. Per scoprire quali sono stati gli show più interessanti e avvincenti della stagione allora, seguite i recap giornalieri con le selezioni di Manintown.

L’opera teatrale di Antonio Marras alla Milano Fashion Week

Antonio Marras è un narratore e la collezione Primavera/Estate 2024 è stata la sua pièce. Con la recente acquisizione del marchio all’80% da parte del Gruppo Calzedonia, Marras ha aperto la Milano Fashion Week dando vita a uno show che imitava le riprese di un film. Lo sviluppo caotico della trama (al centro di cui brillava la stella di Marisa Berenson) era ispirato a Boom! di Joseph Losey, girato in Sardegna nel 1967. Una pellicola che ha rimandato Marras ai tempi in cui aveva sei anni, ed era rimasto colpito dall’arrivo dell’eccentrica carovana hollywoodiana giunta ad Alghero per le riprese. Un’allure glamour tipicamente teatrale circonda la collezione, in cui sono presenti tutti i tratti distintivi del designer: il tulle e la mussola a strati e ricamati, il pizzo, i ricami di paillettes, le stampe acquerellate e floreali, le divise militari fuse agli abiti sartoriali. Interessante la presenza più massiccia di borse in questa collezione, oltre all’utilizzo consistente della pelle. L’enfasi sulla calzetteria, invece, è piuttosto comprensibile.

Le borse-monumento di Fendi

Una passeggiata per Roma in un giorno qualunque, dove tutti i passanti però sono brandizzati Fendi. Questo lo scenario allestito da Kim Jones per la collezione donna SS24 di Fendi. Le donne romane con cui lavora a stretto contatto (e quelle che hanno fondato la Maison) hanno ispirato il designer per questa stagione, insieme allo show della SS99 firmato Karl Lagerfeld per Fendi.

Il focus è sugli accessori, a partire dagli iconici modelli di borse del brand ingigantiti nell’allestimento. La Baguette, la Peekaboo, l’Origami e la First riflettono così i monumenti romani tra cui le modelle passeggiano. In direzione opposta, questi modelli hanno sfilato in versione mini e ad essi si è aggiunta la Flip: una sorta di shopper che si piega e diventa clutch. La celebre impuntura “Selleria”, infine, che è caratteristica di tutte queste borse, è stata trasformata in dettaglio nei gioielli di Delfina Delettrez Fendi. In passerella ha fatto la sua comparsa anche la stampa-puzzle con la doppia F del 1990, proveniente dall’archivio e rivisitata su pannelli di nappa, abiti e cappotti.

Milano Fashion Week, la sfilata di Del Core

A metà fra Couture e RTW fin dagli esordi, le collezioni un po’ atipiche di Daniel Del Core sono sempre mosse da un evidente spirito creativo. Il punto di partenza, o forse solo più evidente, è la natura e così è stato anche per la SS24 Slices of Reverie. È come se le sue architetture nascoste, le forme più bizzarre, i colori vividi e le texture inedite fossero catturate da uno scatto fotografico in macro, e trasportate da Del Core su abiti da sera e look meno formali, ma sempre molto teatrali. Linee e tagli precisi, netti, ma senza essere austeri, ammorbiditi dai tessuti fluenti e dai drappeggi. Il tutto realizzato con grande abilità esecutiva.

Le ‘malafimmine’ di Marco Rambaldi

Supportata da Zalando, la collezione SS24 Malafemmina segna un ulteriore step dell’ascesa di Marco Rambaldi all’olimpo dei brand affermati nel calendario della Milano Fashion Week. Inclusione e innovazione costituiscono le fondamenta del marchio e tali valori riflettevano squisitamente nei capi e negli accessori.

La libertà è il concetto affrontato in questa collezione, e in particolare la libertà raggiunta tramite la disfatta dei costrutti sociali imposti. Ecco allora sfilare in passerella le “malafimmine”: soggetti volubili, affilati, spesso mal giudicati ma irraggiungibili. Alcuni codici ormai identificativi di Rambaldi sono tornati, rivisitati. Parliamo dei punti a forma di cuore, dei centrini, degli elementi upcycled e della biancheria intima indossata come look casual. Rinnovata anche la collaborazione con Swarovski, mentre ne è nata una con Cuoio di Toscana per il lancio di tre nuove paia di scarpe. Menzione speciale, come sempre, alla line up di esseri umani che in tutte le loro sfumature fisiche ed estetiche hanno indossato i capi Rambaldi. La caratteristica che forse meglio rappresenta il core del marchio.

L’erotismo partenopeo di N° 21

Nato e cresciuto a Napoli, Alessandro Dell’Acqua è partito dalla città per la sua collezione Donna SS24 e in particolare dai contrasti che la caratterizzano e rendono speciale. Ecco allora che il bianco e il nero si sono alternati nei look, girando attorno al DNA erotico e sensuale che sono propri tanto del marchio quanto della città di Napoli. Un guizzo giocoso, ammiccante e un po’ sfacciato permea la collezione, con i piccoli top reggiseno, gli abiti mini ingénue in organza, i negligé in chiffon trasparente e le paillettes oversize colorate.

Il perfetto non-luogo di Etro

La collezione SS24 Nowhere di Etro è un non-luogo che combina la visione personale dell’artista con l’abilità del marchio storico di scovare i tessuti più rari in giro per il mondo. Marco De Vincenzo, dietro le quinte, ha descritto questa collezione come audace ed eccentrica, mantenuta insieme dalla sua creatività nonostante la confusione visiva di grafica e texture affascinanti e tipiche del suo estro creativo. A differenza della maggioranza dei casi, in questa collezione non sono presenti citazioni o attribuzioni riconoscibili di alcun genere. Tutto ha preso vita in un luogo magico, sospeso, introvabile; nowhere, appunto. In questa SS24 troviamo le manovre più tipiche del lavoro di De Vincenzo: forme complesse, giustapposizioni di volumi inaspettati e costruzioni sperimentali dei capi. Il risultato è un mix di raffinatezza, cura sofisticata e stile fantasioso. Caratteristiche che stanno conducendo Etro verso una nicchia piuttosto cool, una stagione dopo l’altra.

Il rave di Diesel a Milano

Gli show di Diesel sono tra i più attesi della Milano Fashion Week da quando Glenn Martens è stato nominato direttore creativo. Paladino della coolness contemporanea, autore di uno dei più grandi rilanci di brand impolverati degli ultimi anni, ha fatto centro anche quest’anno. La sfilata si è consumata nel mezzo di un enorme party a cielo aperto con ben 7000 partecipanti, DJ set di to Senjan Jansen e gin offerto dalla Bulldog. La formula dei biglietti gratuiti venduti online è stata apprezzata anche quest’anno, anche se la vendita in sé è durata una manciata di minuti. Giusto per capire l’hype intorno al marchio. Da sottolineare che i primi 1500 biglietti sono stati indirizzati agli studenti di alcune Università di Milano: un gesto per esprimere quanto il brand abbia a cuore le nuove generazioni (o almeno questo è ciò che tenta di dimostrare).

La forza di Diesel è l’energia di una community

Un rave gratuito per tutti, dunque, che pure sotto la pioggia non ha cessato di veicolare un’energia incredibile. E il fulcro era proprio questo. «Si tratta di stare insieme – ha detto Martens – Si tratta di riunire le persone per un momento analogo». E su quest’intenzione viaggia anche il programma di film che verranno trasmessi presso lo Scalo Farini. Il vecchio spazio ferroviario rimarrà infatti aperto al pubblico per diversi giorni. Come ci ha insegnato Alessandro Michele nel suo periodo da Gucci, si tratta di costruire una community. Questo è ciò a cui qualunque brand dovrebbe puntare, per assicurarsi il successo nel futuro.

Il cinema, quindi, è il tema principale su cui sono stati costruiti i look, come esplicitano le stampe di manifesti di vecchi film (come Space World e Batman), gli smoking distrutti, i rimandi dorati alla statuetta degli Oscar e il tappeto rosso su cui i modelli hanno sfilato. Il tutto mixato con un’estetica da apocalisse in corso che ci riporta con i piedi per terra. Ecco allora le stravaganti lavorazioni sui materiali, le manipolazioni dei tessuti e le sperimentazioni sulla costruzione dei capi. Ritornano anche i modelli ricoperti di vernice brillante, ormai sinonimi della coolness Diesel, mentre altri per l’occasione sembravano incrostati nel fango. E tra la pioggia e la location del rave, il fango è stato il modo migliore di concludere il primo giorno di Milano Fashion Week.

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