MILANO FASHION WEEK: QUARTO GIORNO DI SFILATE. DA FERRAGAMO A BOTTEGA VENETA

Heritage, legacy e artigianato di altissimo livello sono i punti focali estratti dal quarto giorno di sfilate della Milano Fashion Week. Da Ferragamo a Bottega Veneta, passando per Dolce&Gabbana, Ferrari e Bally, ci si è concentrati su un’idea di lusso che ha a che fare soprattutto con il concetto di tradizione. Questa intesa come quell’insieme di memorie, notizie e testimonianze che vengono trasmesse da una generazione all’altra. Ne sono scaturite collezioni che si distinguono per la qualità di esecuzione, con capi senza tempo che fanno riflettere proprio sul valore di quest’ultimo.

Il pit stop fashionista di Ferrari

Seppur l’associazione casa automobilistica e linea di moda suoni ancora stonata, il quarto giorno di Milano Fashion Week da Ferrari è stata eseguita una sinfonia. Letteralmente. Con il film di Michael Mann Ferrari recentemente presentato al Festival del Cinema di Venezia, i riflettori non hanno mai puntato così tanto sull’italianissimo marchio.

Rocco Iannone è il direttore creativo a cui è stato assegnato il nuovo brand di abbigliamento. Il suo compito è tentare di costruire le fondamenta di quella che potrebbe essere una delle nuove case di moda maggiormente rappresentative dell’italianità. O, se non altro, di una sua sfaccettatura inedita. Stile di vita lussuoso, una personalità sfacciata ed eccentrica, l’attrazione per il potere e un gran sex appeal. Ecco cosa caratterizza l’ideale possessore di una Ferrari ed ecco cosa caratterizza la collezione SS24 di Iannone. Capi morbidi e rilassati, a tinta unita, che vanno dal casual wear per il giorno agli abiti da sera, in una palette che tocca il blu, il bianco e il rosso, passando per il nude e il rame. Dalla pelle, al denim, alla maglieria, i tessuti si alternano su una serie limitata di look che si ripetono in modo coerente e coeso. Pensato in chiave genderless, protagonista della collezione è il boiler suit (la tuta da lavoro). E come potrebbe essere altrimenti?

Ferragamo

Maximilian Davis continua con successo il suo progetto per ristabilire Ferragamo tra i brand più desiderabili di quelli storici italiani.

Il rilancio di Ferragamo è passato, tra le altre mosse strategiche, anche dall’utilizzo preponderante di un rosso brillante a cui associare il marchio. Interessante come nella collezione SS24 di questo rosso ci sia a malapena traccia. Al suo posto è apparsa una particolare sfumatura di verde, diversa da quelle introdotte da Daniel Lee per Bottega Veneta prima e Burberry poi. Al suo fianco sono apparsi un azzurro chiaro, che sembra il colore di stagione, e un marrone terracotta. Colori che rimandano in qualche modo alla palette pittorica del Rinascimento fiorentino, periodo artistico in cui Ferragamo si è rivisto con l’ultima campagna della FW24.

Ed è proprio all’italianità del marchio l’aspetto a cui Davis sembra puntare con il nuovo Ferragamo. Sul moodboard di questa collezione sono apparsi infatti il marmo italiano e la materialità dell’Arte Povera. Le armature rinascimentali e l’arte sovversiva del 18 º secolo di Agostino Brunias. Alcune silhouette rimandano ai primi anni ’50, con la vita stretta e le gonne lunghe a ruota. Infine, nota di merito ai trench iper-chic: senza dubbio tra i migliori visti in questa stagione (che per un brand di calzature non è male).

L’erotismo è sinonimo di Dolce&Gabbana

Da Dolce&Gabbana continua l’operazione archeologica di dissotterramento e restauro delle proprie radici, con una manovra autoreferenziale sfacciatamente esplicita. Da un paio di stagioni il brand ha rimesso mano ai propri archivi allo scopo di riproporre in chiave contemporanea quei capi che hanno fatto la storia della moda. Complice il rinnovato amore delle nuove generazioni per il vintage e il revival, celebrity del calibro di Kim Kardashian hanno richiesto (o recuperato da sé) capi iconici di Dolce&Gabbana.

Prossimi al quarantesimo anniversario, Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno dato vita a una collezione in bianco e nero, risoluta e coscientemente provocante. Qui la lingerie è protagonista, così come l’erotismo che indaga e illustra. Ciò accade anche nei capi più sartoriali, come con il classico smoking doppiopetto in avorio con revers in raso nero; ancora, con il completo più sperimentale che vede il corpo della giacca ritorto di lato per creare un look monospalla. Prima che la moda post-pandemica rilanciasse la lingerie sulle passerelle, inneggiando alla liberazione dei corpi costretti tra le mura di casa, da Dolce&Gabbana i concetti di corpo e libertà costituivano i muri della Maison. E con questa collezione ce lo hanno ricordato.

Nuova direzione dei Meier per Jil Sander

I coniugi Meier sembrano essersi definitivamente staccati dalla filosofia minimalista di Jil Sander, la fondatrice del marchio che lo ha disconosciuto ancora nel 2013. Oggi di proprietà del gruppo del lusso OTB di Renzo Rosso, dal 2017 il marchio è stato portato avanti dai coniugi Lucie e Luke Meier. Stagione dopo stagione, i due hanno onorato le origini del brand e le precedenti direzioni creative condotte da altri designer, tra cui Raf Simons. Finalmente però pare che la coppia sia riuscita a rendere “proprio” il marchio. Nonostante la collezione SS24 appaia a tratti poco coesa, gran parte dei look scesi in passerella il quarto giorno di sfilate della Milano Fashion Week attira l’attenzione. Silhouette boxy e reinterpretazioni di look tradizionali, come i completi giacca pantalone e i trench lunghi, si sono alternati ad abiti genderless, intarsi metallici e stampe animalier. Una collezione dal sapore sperimentale, ma pur sempre sofisticata (come è tipico del brand).

Il debutto di Simone Bellotti da Bally

Simone Bellotti è entrato a far parte del team di Bally nell’ottobre del 2022, dopo aver trascorso ben 16 anni presso Gucci. Ha preso il posto di Rhuigi Villaseñor, che aveva lasciato l’azienda di proprietà della Jab Holding Company lo scorso maggio. La carriera di Bellotti è costellata da ruoli di grande responsabilità come senior designer presso marchi di prestigio quali Dolce & Gabbana, Bottega Veneta, Gianfranco Ferré, e il sopracitato Gucci.

Per la sua prima collezione al timone del marchio svizzero, Bellotti ha attinto al ricco archivio di Bally, che custodisce autentici tesori dell’artigianato svizzero. Il designer è stato ispirato a esplorarne soprattutto un versante oscuro, misterioso, espressivo e sovversivo. Parliamo della storia del Monte Verità, una comunità utopica di menti libere e creative fondata ad Ascona all’inizio del XX secolo. Questo rifugio per la rigenerazione spirituale e l’espressione artistica e mistica ha accolto famosi intellettuali e artisti del calibro di Carl Jung, Herman Hesse, Rudolf Steiner, Paul Klee e molti altri.

La collezione SS24 fa un ottimo lavoro nel veicolare un’idea di lusso “pragmatico” e funzionale, in cui però sono concessi i guizzi dell’immaginazione tipici e fondamentali della moda. Per omaggiare umoristicamente le tradizioni svizzere, Bellotti ha introdotto una stampa a fragola trasferita su alcuni capi e su certe borse. Tra queste ne risaltava una rettangolare e rigida, ispirata alle borse da viaggio in miniatura da bambini. Ancora, i talismani Appenzeller che sono stati modellati a mo’ di piccole campane di mucca, reinventati come pendenti per le borse e appesi alle tracolle in colori vivaci e gioiosi.

Il primo fashion show di The Attico

Allure glamour da diva contemporanea, che si sveglia al mattino senza sapere con precisione dove si ritroverà la sera. “Look from day to night” è il motto di The Attico e l’intenzione primaria dietro i design si questa SS24. Il brand è costruito sulla falsariga delle vite reali di Giorgia Tordini e Gilda Ambrosio, le sue fondatrici. Dopo essersi conquistato un posto d’onore nel fashion system internazionale, The Attico debutta in passerella il quarto giorno di sfilate della Milano Fashion Week.

L’estetica cara al loro pubblico è rimasta la stessa, con look da serate a Ibiza e da “walk of shame” di classe per le vie milanesi. Questa volta però, sembra esserci qualcosa in più. L’edonismo anni ’80, caratteristico della collezione, è fuso a un atteggiamento più rilassato e deciso; lo stesso di chi ha acquisito una nuova autostima in seguito a battaglie vinte. Lo styling apparentemente frettoloso è sinonimo di vita frenetica, ma anche di quel minimo sforzo nell’agghindarsi che esprime: “ho altro a cui pensare”. Tutto questo mostrato per strada, con gli ospiti comodamente seduti su divani in pelle anni ’70. Effortleslsy cool.

Il viaggio di Bottega Veneta

Con la collezione SS24 di Bottega Veneta, Matthieu Blazy ci fa viaggiare. Un viaggio per riscoprire la bellezza di lasciarsi ispirare da ciò che è nuovo ai nostri occhi, inedito, lontano dall’ordinario. Un’Odissea esteriore e interiore, letterale e metaforica, in cui l’unico punto fermo è l’artigianalità. L’idea è quella di staccarsi dai limiti imposti dalle creazioni umane, dimostrando fin dove invece questa capacità creativa può arrivare.

Per questa stagione Blazy ha dato vita a una collezione RTW che per la complessità di realizzazione di alcuni capi sconfina con l’Haute Couture. Si è guadagnata senza dubbio il primo posto in questo quarto giorno di sfilate della Milano Fashion Week.

Secondo il direttore creativo liberarsi dalle limitazioni della vita quotidiana significa spogliarsi dei vestiti che rimandano ad esse, metterli (letteralmente) in borsa e cambiarsi. E in questo modo, cambiare. Addio completi business e strutturati, benvenuti capi “senza confini”. Da qui il mix di riferimenti (ad animali, piante e minerali) condensati nelle linee, forme e volumi di abiti, completi, cappotti. Gonne di frange che sembrano meduse, colori brillanti come quelli dei fiori e texture ruvide come la raffia. La metafora del viaggio e la vita del nomade risiedono soprattutto negli accessori. Ci sono borse-conchiglie giganti, scarpe in pelle lavorata che somigliano a foglie di banano, spalline di perle naturali, borse stampate a mo’ di giornale. Osservare ogni look, uno per uno, è di per sé un viaggio. E allo stato attuale della moda, non si poteva desiderare nulla di meglio se non viaggiare con e grazie agli abiti.

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