MILANO FASHION WEEK: ULTIMO GIORNO DI SFILATE. AVAVAV E GIORGIO ARMANI, TRA DEBUTTI PROMETTENTI E NUOVE PROPOSTE

L’ultimo giorno di sfilate della Milano Fashion Week ha portato alla luce diversi nomi emergenti e ne ha visti tornare in patria altri già noti. Una scarica creativa di nuova energia che è sinonimo di vitalità per il panorama italiano e di speranza per il futuro delle “giovani” realtà. Il tutto sotto l’ombra di Re Giorgio, che si proietta sulla città per salutare e concludere anche questa stagione meneghina.

Chiara Boni, La Petite Robe

La designer fiorentina Chiara Boni in occasione del suo debutto in calendario ha dichiarato: “Dopo anni di show negli USA sono felice di sfilare a Milano, la città che mi ha adottato e che ha contribuito a far crescere e sviluppare le mie collezioni”.

La collezione SS24 La Petite Robe è caratterizzata da nuance decise, influenzate da un avventuroso viaggio africano. Femminilità tradizionale reinterpretata in chiave moderna, elegante e disinvolta. Colori sgargianti giustapposti a stampe maxi zebrate e motivi tye-dye sono stati combinati dallo styling di Simone Guidarelli. Il soundtrack dello show è stato prodotto e composto da Thomas Costantin, che sintetizza quest’idea di un viaggio che dall’Africa approda nella metropolitana di New York. Ad aggiungere brio allo show, una performance di Drusilla Foer ha aperto la sfilata, esibendosi con Smile di Charlie Chaplin (e indossando una creazione della designer).

Karoline Vitto supported by Dolce & Gabbana

Laureata al Royal College of Art nel 2019, Karoline Vitto è una designer brasiliana con sede a Londra. Con il supporto di Dolce & Gabbana ha presentato l’ultima collezione del proprio brand, interamente costruito attorno all’idea di celebrazione dei corpi curvy. La decisione di fondare questo marchio nasce dalla reazione all’estetica skinny tipica degli anni 2000, nei quali Vitto è cresciuta in Brasile.

Allestito presso Casa Dolce & Gabbana, lo show ha visto scendere in passerella un cast di modelle con taglie dalla 10 alla 26 (taglie UK) con Ashley Graham ad aprire la sfilata. Gli abiti presentati sono stati realizzati con inserti metallici che scolpiscono il corpo accentuandone curve, rotolini e tutto ciò che è spesso causa di body shaming. Un modo per glorificare le forme femminili e riconquistare l’orgoglio e la gioia che provengono dal sentirsi bene con se stessi.

L’importanza di ricevere un sostegno (economico soprattutto) da realtà affermate come quella della celebre Casa di moda italiana è presto dimostrata. Con l’accesso ai vasti archivi del marchio, oltre al supporto di un team completo di lavoratori qualificati nell’atelier di Dolce & Gabbana, Vitto ha potuto aumentare il numero di look nella sua collezione, passando dai soliti 10 a più di 30.

Il paradiso tropicale di Shuting Qiu

La collezione SS24 di Shuting Qiu è un omaggio alla bellezza naturale e all’ambiente, ispirata al suo recente viaggio a Tenerife. La designer-pittrice fonde il fascino tropicale con la sua caratteristica visione colorata e gioiosa, arricchita dai ricami tradizionali degli artigiani di Hangzhou, città d’origine di Qiu.

Il tema centrale è la stella marina, simbolo dell’oceano, che si intreccia con motivi floreali e disegni audaci. Anche in questa collezione il brand, fondato nel 2018, si è impegnato circa il tema della sostenibilità e ha inserito tra i capi dei pantaloni in denim riciclato. Inoltre, in collaborazione con UGG, il marchio australiano con manifattura Made in Italy, sono state create scarpe dipinte a mano. Ogni capo cattura la bellezza delle isole canarie con foglie tropicali, stelle marine e piume, mentre motivi floreali, farfalle e frammenti di scogliere aggiungono un tocco giocoso e allegro. Le silhouette morbide incarnano la libertà e il comfort, il beachwear fa sognare le giornate in spiaggia e la generale esplosione di colori ci lascia col sorriso in volto.

La protesta non tanto ironica di Avavav

La viralità è un concetto chiarissimo a Beate Karlsson, la designer nata a Stoccolma che da qualche stagione presenta le proprie collezioni alla Milano Fashion Week. Camuffati da spettacoli attira-commenti (spesso anche negativi), gli show di Avavav hanno il pregio raro di veicolare messaggi di protesta o sottolineare aspetti ridicoli dell’intero fashion system tramite l’intrattenimento.

L’ottima riuscita del progetto si riflette nella calca di fashionisti che accorrono da tutto il mondo a vedere le sue sfilate, mossi da fremente curiosità. E cosa c’è di meglio per un brand se non essere considerato interessante per il pubblico-mercato?

La collezione SS24 di Avavav mette sotto la lente d’ingrandimento alcuni meccanismi che stanno dietro la progettazione di una nuova collezione. “NO TIME TO DESIGN” esprime la frenesia, il caos, la pressione sotto cui devono stare i designer di moda una volta entrati nel sistema. Un modo di lavorare che sfiora il ridicolo, ma è seriamente allarmante. Il filtro dell’ironia allora è lo strumento elettivo di Karlsson per affrontare questi discorsi, mentre manda in passerella una serie di capi effettivamente ben realizzati e indossabili, con una nicchia di mercato già conquistata. Altri, realizzati a scopo puramente comunicativo, sono già entrati nella storia. Uno fra tutti l’outfit finale: un abito oversize interamente ricoperto di post-it.

Le vibrazioni di Giorgio Armani

Da sempre lontano dalle tendenze passeggere e dalla ricerca di coolness momentanea, l’intento di Giorgio Armani resta sempre lo stesso: vestire il tempo presente con un segno vibrante, autentico, fatto di dignità ed eleganza.

Il Re di Milano a proposito dell’ultima fatica ha dichiarato: «Tutto vibra: colori, sensazioni, sentimenti. Questa stagione le vibrazioni diventano visibili: percorrono intere superfici in movimenti ondulatori, in intrecci increspati, espandono la gamma cromatica per toccare note di bronzo e argento, accendersi di verdi e viola preziosi e infine arrivare al bianco che dilaga nella sera.»

La collezione SS24 di Giorgio Armani è intitolata Vibes e secondo tre vibrazioni differenti si è articolata in passerella. Una prima parte vede forme morbide e allungate, con un accento sulle trame evidenti o evocate dalle stampe trompe l’oeil che simulano nodi e tessiture dal sapore estivo. Spicca la scelta di abbinare sneaker e scarpe basse ad abiti da sera, tutti in colori della terra elevati dai tessuti metallici. Si passa poi al blu di Armani, che richiama il mare e le sue mille sfumature. Dall’azzurro chiaro al blu profondo. Concludono la sfilata i colori luminosi come il rosa chiaro, il bianco e l’argento. Tinte e tessuti preziosi, che riescono a toccare le corde emotive di chi osserva senza dover ricorrere ad alcun tipo di intermediazione.

Rave Review fa rivivere il proprio dead-stock

Chiudendo la Milano Fashion Week, l’ultimo giorno di sfilate Rave Review ha fatto il suo debutto sul calendario ufficiale. Specializzato in up-cycling, Rave Review è il primo brand svedese semifinalista del prestigioso LVMH Prize, oltre ad aver partecipato al Gucci Fest e ad essere stato inserito nel Gucci Vault.  

Sulle note di Take My Breath Away in versione rivisitata, seguita da una cover dei Nirvana di Wuthering Heights di Kate Bush, hanno presentato la collezione SS24 Leftovers Paradise.

Con una serie di look dall’estetica grunge e dalle incursioni New Romantic, il marchio fondato nel 2018 da Josephine Bergqvist e Livia Schuck ha deciso di abbracciare il proprio stock creato nel tempo. Partendo da qui, il duo ha dato vita a una collezione con ciò che aveva già a disposizione. «Poiché abbiamo acquistato la maggior parte dei nostri materiali di seconda mano da impianti di smistamento in Svezia e Scozia, abbiamo accumulato una grande collezione nel corso degli anni. Abbiamo fatto tesoro di tutti i tessuti e gli articoli per la casa che non abbiamo utilizzato nelle stagioni precedente. Si tratta di un inventario impressionante. Per la SS24 è stata una sfida necessaria, ma anche divertente, quella di utilizzare per lo più questi tessuti, con solo una minima parte dei materiali in giacenza. Come stilisti, i limi delle risorse disponibili spesso ispirano più creatività che avere una libertà illimitata».

Inevitabile quindi che il centro della collezione fosse il taglio patchwork, ma pensato in chiave punk, distorta, con i bordi grezzi bruciati. La giustapposizione di ricami, denim strappato, tartan e lenzuola bianche e pelle nera ha dato un aspetto nostalgico ai capi, per dei look apparentemente aggressivi ma dall’animo dolce.

Show fuori calendario che segnaliamo:

L’omaggio a Leonardo di Bosideng

Celebrare il genio italiano fiorentino. Questo lo scopo di Bosideng, che torna a sfilare a Milano con la collezione FW 23/24. Il rinascimento è il punto di partenza del brand specializzato in abbigliamento outdoor leggero, che sceglie la Casa degli Atellani, insieme alla Vigna di Leonardo, come set dello show.

La sontuosa residenza apparteneva originariamente aLudovico il Moro e fu successivamente donata agli Atellani. La famiglia la concesse a Leonardo da Vinci per dipingere l’Ultima Cena, che ha ispirato profondamente l’intera collezione. Il direttore creativo Pietro Ferragina ha presentato una collezione che richiama elementi rinascimentali e disegni di Pietro Pontaluppi, un geniale designer della borghesia milanese che visse in quel contesto. I motivi tratti dai dipinti murali, gli affreschi e l’orifiamma della cancellata sono stati trasferiti su giacche e abiti trapuntati. I ricami sono stati realizzati artigianalmente con seta, cristalli e perle. La collezione gioca con opposti in termini di occasioni d’uso, silhouette e tessuti.

Le lavorazioni artigianali sono realizzate a mano, con una particolare attenzione al ricamo di Suzhou, eseguito su telaio manuale, uno dei quattro stili più antichi della Cina. Tra gli accessori spiccano gli occhiali da sole realizzati in collaborazione con Saturnino Eye Wear. Si tratta del marchio dell’eclettico musicista Saturnino Celani, perfettamente in armonia con il tema.

La sfilata a Milano rappresenta solo la prima tappa di un tour che toccherà le principali capitali della moda in Europa e Asia, seguendo le antiche rotte della Via della Seta.

L’universo inclusivo di YEZAEL by Angelo Cruciani

Nelle due cornici Palazzo Insibardi e di Lineapelle Designers Edition ha sfilato la collezione INFINITE CONNECTIONS di Yezael by Angelo Cruciani.

La prima location è stata la piattaforma dell’esposizione sulla sostenibilità voluta dal più grande distretto di tessuti al mondo, in Cina a Keqiao. Lineapelle Designers Edition si è tenuta invece a Rho Fiera. Si tratta della fiera internazionale più importante, che «racconta la bellezza e la versatilità della pelle» secondo Fulvia Bacchi, amministratore delegato di Lineapelle e direttore generale di UNIC – Concerie Italiane.

Con questa collezione YEZAEL propone in due diverse sfilate capi genderless, resi tali da una manovra produttiva applicata alle taglie. Con questo approccio progettuale inclusivo, Cruciani vuole comunicare che tutti facciamo parte della stessa storia, nonostante le infinite caratteristiche diverse che ci contraddistinguono come unici. Contribuiamo tutti a creare infinte connessione che confluiscono in un unico corso: la vita.

Dai motivi decorativi ai colori scelti, si palesa il tema dell’universo celeste. Nel comunicato stampa del brand si legge: «Questa collezione cerca di fondere il contemporaneo a quella saggezza che arriva da culture che spesso definiamo “primitive”. Un viaggio che ha avuto come punto di partenza l’infinito tutto intorno a noi: sicurezza e fragilità che si raccontano in abiti stellati, per portarci l’infinito addosso e soprattutto ricordarcelo dentro».

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