DA MILANO A ROMA: 5 MOSTRE FOTOGRAFICHE DA NON PERDERE

Una stagione intensa per gli appuntamenti sparsi in Italia, da Milano a Torino, passando per Roma, con la fotografia contemporanea, che esplora tematiche diverse.  Vi proponiamo una selezione, in giro per l’Italia, di cinque mostre fotografiche assolutamente da non perdere.

A Milano, domenica 20 maggio e fino al 10 giugno, debutta Christian Boaro con la mostra “The Naked Truth”, allestita negli spazi del PlasMA, la galleria d’arte del Plastic – storico club milanese – inaugurata nel 2014. Una selezione di Polaroid scelte tra gli scatti di oltre dieci anni, che indagano le unicità, le imperfezioni fisiche e le fragilità dei soggetti – presi dalla strada, dai social, dai club e dagli incontri di lavoro – che hanno acconsentito a mettersi a nudo davanti alla camera. Non solo fisicamente, perché la bravura di Boaro sta nel farsi specchio e catturare, con uno sguardo quasi documentarista, l’intima essenza d’ognuno: un’incrinatura nello sguardo, un braccio lasciato cadere a coprirsi. Un’eterogeneità di forme, sessi e sessualità, giovani e meno giovani, che nel proprio insieme aspira, idealmente, a rappresentare il mondo.
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Il Museo Ettore Fico di Torino, in collaborazione con Fundacion Mapfre di Madrid, organizza fino al 29 giugno una vasta retrospettiva su Duane Michals, uno dei fotografi contemporanei che ha rinnovato il linguaggio fotografico con maggiore intensità, in bilico tra poesia e fotografia. Michals interpreta quest’ultima non come strumento di memoria visiva, ma come mezzo per la ricerca di ciò che non può essere visto, che rimane nascosto e lo fa introducendo la tecnica della sequenza per raccontare storie immaginarie e iniziando a disegnare a mano, sulla superficie delle sue copie, brevi testi che fungono da contrappunto o integrazione alle immagini. Come lui dice: «Non mi interessa la stampa perfetta. Mi interessa un’idea perfetta. Idee perfette sopravvivono a stampe scadenti e a riproduzioni economiche. Possono cambiare le nostre vite». Non importa quale sia il mezzo, ciò che conta per lui è non ripetere mai se stesso, inventare nuovi modi di comunicare con il resto del mondo, raggiungere il profondo dell’essere o ridere di se stessi.

Ancora per pochi giorni, fino al 27 maggio, l’incantevole Palazzo Pallavicini di Bologna presenta Vivian Maier, una delle fotografe più apprezzate di questo secolo sulla base delle foto dell’archivio Maloof Collection e della Howard Greendberg Gallery di New York. Il lavoro della Maier, rimasto nell’ombra fino al 2007, è venuto alla luce dopo che John Maloof, figlio di un rigattiere, acquistò un box a un’asta, da cui emersero effetti personali femminili e una cassa contenente centinaia di negativi e rullini, tutti ancora da sviluppare. L’originalità di Vivian Maier si esprime nel catturare particolari e dettagli evocativi della quotidianità raccontando così la strada, le persone, gli oggetti e i paesaggi e nell’ossessione per la propria figura, imprimendo la sua ombra, il suo riflesso, la sua silhouette nello scatto. La mostra, divisa per sezioni (infanzia, autoritratti, ritratti, vita di strada, forme e colore), contiene 120 fotografie in bianco e nero, di cui 10 in grande formato, 90 di formato medio più una meravigliosa sezione di 20 foto a colori relativa alla produzione degli anni Settanta dell’artista.

Di nuovo a Milano, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini presenta, fino al 22 luglio, L’ITALIA DI MAGNUM. Da Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin, una raccolta di 150 immagini di venti tra i più importanti maestri della fotografia del XX secolo. L’esposizione, curata dal direttore di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino, Walter Guadagnini, con il patrocinio del Comune di Milano e il sostegno di Rinascente, celebra i settant’anni di Magnum Photos, una delle più importanti agenzie fotografiche del mondo fondata da Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, David Seymour, George Rodger e William Vandivert. Organizzata per decenni, la mostra racconta cronaca, la storia e il costume del nostro Paese dal dopoguerra a oggi: il funerale di Palmiro Togliatti, l’affermazione in Italia nel turismo di massa e le discoteche romagnole degli anni Novanta, per citare alcuni esempi. Un affascinante intreccio di fotografie celebri e di altre meno note, di luoghi conosciuti in tutto il mondo e di semplici cittadini, protagonisti delle vicende sociali, politiche e culturali italiane, che si fa tentativo di rileggere il passato e il presente per cercare di interpretare la complessa fisionomia della contemporaneità.

Per festeggiare il 50° anniversario del 1968, il Museo di Roma in Trastevere ospiterà fino al 2 settembre la mostra fotografica e multimediale “Dreamers 1968. Come eravamo, come saremo” ricostruita, grazie agli archivi storici di quell’anno da AGI Agenzia Italia, che ha recuperato il patrimonio di tutte le storiche agenzie italiane e internazionali. Non solo occupazioni e studenti, ma anche e soprattutto la dolce vita, la vittoria dei campionati europei di calcio e le altre imprese sportive, il cinema, la vita quotidiana, la musica, la tecnologia e la moda. Come scrive Riccardo Luna, curatore insieme a Marco Pratellesi, sul catalogo della mostra: «Questa non è una mostra sul passato ma sul futuro. Sul futuro che sognava l’ultima generazione che non ha avuto paura di cambiare tutto per rendere il mondo migliore […] quello che ci ha colpito sono gli sguardi dei protagonisti, l’energia dei loro gesti, le parole nuove che usavano». Oltre all’esposizione sarà organizzato un ciclo di eventi e incontri estivi, che si svolgeranno nel Chiostro del Museo, dedicati ai principali momenti musicali, sportivi, politici, culturali e cinematografici che hanno caratterizzato l’Italia nel 1968.
DREAMERS 1968 - ADRIANO MORDENTI - IL TERREMOTO DEL BELICE, MACERIE DELLE CASE DISTRUTTE

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