Models to follow: Aurelio Baiocco

22 anni, romano, occhi bruni, lineamenti taglienti, capello fluente che ricorda un po’ i beauty look di star del passato come Robert Redford o Alain Delon, entrate di diritto nell’empireo della mascolinità più charmant e carismatica, Aurelio Baiocco fa il modello da circa tre anni.
In un lasso di tempo relativamente breve, considerato anche lo stop della pandemia, ha dato prova di un certo camaleontismo, risultando convincente nei panni (attillati) del freak edonista tutto make-up, pelle e ammiccamenti al bdsm (in un editoriale pubblicato su GQ Brazil nel dicembre 2020) come nei capi tailored di Tod’s, indossati nella presentazione della collezione Fall/Winter 2020 del brand, imbevuta di rimandi al dress code dei Seventies; mood che gli calzava a pennello, poiché i suoi outfit hanno un debito evidente nei confronti dei codici del decennio: lo si evince dalle foto a firma di Riccardo Albanese che corredano l’articolo, dove sfoggia soprabito in nappa, vecchi Levi’s scovati in un marché aux puces, stivaletti, polo a manica lunga, cintura adorna di occhielli e applicazioni, a puntellare mise dall’aria vissuta, segnatamente retrò.
L’intervista che segue è utile per capire come un insider abituato a fitting, prove in showroom & Co. intenda – e declini a modo suo – concetti quali fashion o stile, mai così diffusi e però sovente abusati, ridotti a poco più che etichette da utilizzare ad libitum. Lui, tra l’altro, predilige capi vintage o second hand, ne fa una questione di sicurezza, di sentirsi a proprio agio, perché «la moda non riguarda esclusivamente l’estetica, ha a che vedere piuttosto con consapevolezza e comodità».

In tutto il servizio, abiti e accessori model’s own



Come ti sei approcciato a questo lavoro, e da quanto tempo lo fai?

Faccio il modello da tre anni, nel 2020 però sono stato fermo per mesi a causa del Covid, non abitandoci era praticamente impossibile raggiungere Milano, perciò considero quello in corso il mio secondo anno nel settore.
L’inizio in realtà è stato casuale, una ragazza di Roma con cui mi frequentavo lavorava come modella e mi ha spinto a provare, così ho fatto dei casting per delle agenzie romane per poi passare a quelle milanesi, trasferirmi in città e cominciare a tutti gli effetti.

Modeling a parte, cosa ti appassiona, quali sono i tuoi interessi?

Adoro il cinema, la mia passione più grande, spero davvero di potermi prima o poi inserire in quel mondo; le altre sono legate allo sport, che ho praticato per anni, seguo il calcio (o meglio, la Roma) e la Formula 1. Inoltre studio storia dell’arte all’università.

Qual è stata, finora, l’esperienza lavorativa che reputi più importante?

La presentazione, nel gennaio 2020, della collezione Tod’s T Club, sia per l’evento in sé, sia per la rilevanza del marchio; senza contare che era la mia prima partecipazione a una fashion week e da novellino, diciamo, mi sono trovato a fianco di colleghi ben più conosciuti ed esperti.

Sogni di collaborare con qualche brand o stilista in particolare?

Tom Ford, Prada e Bottega Veneta, a livello di moda maschile sono quelli che mi attraggono maggiormente, per quanto difficili da raggiungere. È anche una questione di gusti e inclinazioni personali, trovo ad esempio che il menswear di Ford sia iconico e al tempo stesso contemporaneo.



Moda e stile: cosa ti fanno venire in mente queste espressioni che, nonostante il loro (ab)uso, sono assai meno scontate di quanto non appaiano?

Penso vadano di pari passo, la moda secondo me è un mezzo con cui una persona, attraverso ciò che indossa, può sentirsi a suo agio; non credo che seguire alla lettera le tendenze equivalga ad avere stile, si tratta più che altro di riuscire – o provare a – essere sicuri di sé e dell’outfit, senza ostentarlo.
Ricorro spesso al vintage o all’usato, non sempre i capi più nuovi sono quelli che ti fanno apparire al meglio, la moda non riguarda esclusivamente l’estetica, ha a che vedere piuttosto con consapevolezza e comodità.

A giudicare dallo shooting, sembri attingere a piene mani dagli anni ‘70, preferisci i look retrò? Ci sono capi o accessori che credi esprimano appieno il tuo stile e altri, al contrario, che non indosseresti mai?

Gli abiti dello shooting, guarda caso, erano tutti vintage o second hand, a partire dal cappotto, trovato in casa, che apparteneva a mio padre, i Levi’s li ho presi invece in un mercatino di Roma; sono pezzi cui sono legato, non in senso materiale ma emotivo se vuoi.
Per quanto riguarda il capo specifico sceglierei i Levi’s 504 delle foto, a vita leggermente bassa e svasati al punto giusto, comodissimi, del resto se c’è una cosa che proprio non riesco a vedermi addosso sono i jeans stretti e in generale gli skinny pants.

Per quale look opteresti in tre contesti diversi come, per esempio, un evento formale, un’uscita pomeridiana, una serata di relax con gli amici?

Se parliamo della stagione attuale, solitamente vesto con pantaloni ampi, boots o mocassini, un giubbotto da aviatore sul dolcevita.
Per un’ipotetica serata di gala credo non ci sia nulla di meglio di un completo Tom Ford nero, pensando a un’uscita rilassata, invece, direi sneakers (ultimamente uso spesso un paio di classiche Nike, con swoosh bianco su base nera), pants comodi e un pullover girocollo in tonalità scure o neutre.


Tra i tuoi colleghi ce n’è qualcuno che può in qualche modo ispirarti?

Siamo ovviamente tutti diversi, i parallelismi si possono fare ma fino a un certo punto, detto ciò mi piace Parker van Noord, sta portando avanti un tipo di percorso cui ambisco anch’io.
Parlando di modelli di riferimento, allargherei poi lo sguardo agli attori, citando innanzitutto Marcello Mastroianni (attore immenso e icona di stile insuperata) e Brad Pitt, lo ammiro, oltre che sul piano attoriale, per i modi e l’eleganza che trasmette; mi colpì soprattutto nella cover story di GQ Italia di qualche tempo fa, tra l’altro ero presente in un servizio interno di quel numero.

Ci sono progetti in arrivo che vuoi anticiparci? Dal punto di vista lavorativo, cosa speri ti riservi il futuro?

Ho capito che in questa professione non c’è mai nulla di certo, magari puoi ottenere un lavoro e poi perderlo perché l’outfit non ti sta bene.
Il mio obiettivo principale, come modello, è viaggiare, visitare posti nuovi, incontrare persone, fare più esperienze possibili. Il sogno, invece, resta quello di lavorare nel cinema, non so nemmeno come, ci penserò nel caso a tempo debito.

Photographer: Riccardo Albanese

Model: Aurelio Baiocco @URBN Models

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