Giorgio Armani visto da Aldo Fallai: 30 anni di moda in mostra al Silos

Giorgio Armani, come la sua moda, incarna l’essenzialità, il rigore minimalista di quello stile che non è un manifestarsi incontrollato e casuale di dettagli e forme ma un susseguirsi equilibrato di elementi che trovano massima espressione in abiti eleganti e unici, la cui autenticità si rivela attraverso chi li indossa.
Una moda che oggi non ha bisogno di presentazioni ma che, attraverso una mostra fotografica dedicata, viene celebrata in un viaggio verso la consapevolezza di come essa possa rappresentare a 360 gradi noi stessi in un gioco di corrispondenze tra immaginario e reale.

Aldo Fallai per Giorgio Armani, 1977 – 2021
Aldo Fallai per Giorgio Armani, 1977 – 2021

Una mostra fotografica che celebra la collaborazione tra Fallai e Armani

Fino all’11 agosto 2024, Armani Silos ospita Aldo Fallai per Giorgio Armani, 1977 – 2021, un viaggio fotografico che celebra il sodalizio trentennale tra lo stilista e il fotografo fiorentino, classe 1943.
Un connubio sempre attuale quello tra il mondo della moda e quello della fotografia, che vive nel significato profondo di contemporaneità. È proprio su questa ricercata attinenza al reale, al quotidiano, che il dialogo artistico tra il Re della moda e l’artista si è evoluto.

Negli anni sono riusciti a creare un legame indissolubile tra passato, presente e futuro, attraverso una produzione artistica in cui si evince la volontà di rompere con gli schemi tradizionali, in una spinta verso l’autoaffermazione. Non è un caso che la fotografia simbolo del percorso espositivo rappresenti la donna in carriera, impersonata da Antonia Dell’Atte, ritratta con lo sguardo dritto verso un radioso futuro, in mezzo alla folla in via Durini, sotto gli uffici Armani.

«Lavorare con Aldo mi ha permesso, fin da subito, di trasformare in immagini reali la fantasia che avevo in mente. Perché lo stile, per me, è un’espressione totale. Insieme, in un dialogo sempre fluido e concreto, abbiamo creato scene di vita, evocato atmosfere, tratteggiato ritratti pieni di carattere. E rivedendo oggi tutto il lavoro realizzato, sono io stesso colpito dalla forte suggestione che questi scatti sanno ancor emanare, e dalla grande capacità di Aldo di cogliere le sfumature della personalità», dichiara Giorgio Armani a chi gli chiede cosa rappresenti per lui l’esposizione che vale il lavoro di una vita.

mostra Giorgio Armani
Le foto di Aldo Fallai per Giorgio Armani, 1977 – 2021

L’unione di due anime avanguardiste

La mostra, curata da Giorgio Armani, Rosanna Armani e Leo Dell’Orco, esplora i confini di una collaborazione unica iniziata a metà degli anni Settanta, ancor prima dell’avventura come solista dello
stilista, per poi proseguire fino agli inizi degli anni Duemila e riprendere in anni recenti. Immagini senza tempo si alternano nei due piani della Mostra che rappresenta un pezzo importante di storia della moda, ma anche della società.

Un percorso fatto di corrispondenze, alternanze ed evocazioni di un mondo in continua evoluzione, che trova nel pragmatismo quotidiano e nella vita di tutti i giorni la sua perfetta manifestazione. Gli scatti lo raccontano unendo due anime. Una è quella di Giorgio Armani, la cui consapevolezza del cambiamento in atto all’interno della società, nell’arco temporale dalla fine degli anni ’70 ad oggi, lo ha portato a interpretare la modernità attraverso le sue creazioni stilistiche, riscrivendo il concetto di moda e lifestyle. L’altra è quella di Aldo Fallai che, facendosi interprete di una visione avanguardistica della moda, ha saputo raffigurare attraverso l’occhio della sua macchina fotografica quel carattere di neorealismo e verità che spesso la moda non è stata in grado di trovare attraverso le proprie creazioni.

mostra Giorgio Armani
Giorgio Armani, Rosanna Armani e Leo Dell'Orco
Giorgio Armani, Rosanna Armani e Leo Dell’Orco

«Entrambi eravamo interessati a mettere in luce un aspetto dello stile legato al carattere e alla personalità, e questo si è tradotto in immagini che appaiono attuali oggi come ieri»

«Il lavoro con Giorgio è stato il frutto di un dialogo naturale e continuo, e di grande fiducia da parte sua.
Entrambi eravamo interessati a mettere in luce un aspetto dello stile legato al carattere e alla personalità, e questo si è tradotto in immagini che appaiono attuali oggi come ieri: una qualità resa evidente dall’allestimento della mostra, che non segue una sequenza cronologica. Dei trent’anni della nostra collaborazione ho ricordi vividi. Le produzioni erano sempre agili, snelle: si otteneva il risultato con pochi mezzi e senza effetti speciali. Questo, penso, ha fatto breccia nel pubblico», ha commentato Aldo Fallai ripercorrendo un sodalizio unico e proficuo in grado di riscrivere la società e il modo di pensare la moda.

Se per lo stilista di Piacenza l’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare, è vero anche che a fare la differenza non è solo l’abito in sé, ma chi indossa quel capo. Armani lo ha sempre saputo e con Fallai ha creato un viaggio che parte dall’umano per arrivare alla manifestazione stilistica di ciò che
dovrebbe rappresentare la moda.

I circa 250 scatti sono in primo luogo ritratti, o fotogrammi di un lungometraggio. La donna e l’uomo sono i protagonisti, così come lo sono le loro emozioni che rappresentano quanto di più vicino ad un concetto di moda libera che diventa estensione naturale della persona. Ed è nel realismo che fa breccia nell’immaginario che la potenza della mostra diventa palpabile, permettendo allo spettatore di immedesimarsi in situazioni, momenti in cui ogni cosa sembra diventare possibile e dove gli abiti, come sottolinea Giorgio Armani a più riprese, «rappresentano un modo di essere, di vivere».

Aldo Fallai, courtesy of Giorgio Armani
Aldo Fallai, courtesy of Giorgio Armani

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