La fotografia come arte: Guy Bourdin in mostra all’Armani Silos

La fotografia, soprattutto quella di moda, ha impiegato anni e secoli prima di riuscire a farsi spazio nel ristretto e osannato mondo dell’arte. Considerata una semplice arte applicata, in realtà spesso ha avuto tra i suoi autori pittori e artisti di vario genere che dall’arte, nell’accezione più “fiscale” del termine, sono passati alla fotografia. Inizialmente quest’ultima era un mezzo al servizio della pittura, che era invece il fine, e pochissimi si dedicavano ad essa come prima opzione creativa.

Nel 2023 è ormai un dato di fatto che la fotografia sia tra i generi da mettere in mostra in musei e luoghi d’arte, tuttavia fino al 1940 al Museum of Modern Art neppure esisteva un dipartimento dedicato. Per la fashion photography, bisogna aspettare addirittura gli anni 2000, quando le mostre sia monografiche che tematiche invadono anche il campo di abiti e orpelli, seppure come ben sappiamo con approcci ancora da definire.

È il museo a introdurre nel suo stesso spazio discorsivo la fotografia, rendendola opera d’arte, accostando ad esempio un quadro di Cézanne del 1885 e uno scatto di Odessa di Rineke Dijkstra, attraverso l’iniziativa dei suoi curatori e direttori. Eppure, ancora nel 2004, John Elderfield, curatore del MoMA, dovette spiegare la collocazione ravvicinata delle due opere citate, in quanto risultava assolutamente fuori dai canoni. Nello stesso anno, arriva al museo newyorchese la prima mostra sulla fotografia di moda: Fashioning Fiction in Photography since 1990, una rassegna all’avanguardia finanziata da Banana Republic.

Guy Bourdin mostra 2023
Opere di Guy Bourdin esposte all’Armani Silos (ph. courtesy of Armani Silos)

I pittori come fotografi…

Prima fra tutti gli artisti diventati fotografi è Guy Bourdin, che nato alla fine degli anni ‘20 del Novecento si ritrova, nel 1950, a realizzare la sua prima mostra di disegni e quadri e tre anni dopo, sotto lo pseudonimo di Edwin Hallan, espone le sue prime fotografie. Arte e fotografia all’epoca non erano compatibili tra loro, se non per il fatto che la seconda potesse servire, appunto, per arrivare alla seconda, utilizzata quindi come un mezzo e non come fine ultimo. Si rendeva necessario, quindi, utilizzare un nome diverso, per non confondere il pubblico sul valore del proprio lavoro.

Nel 1955 Bourdin inizia a lavorare per i magazine del settore, da Vogue ad Harper’s Bazaar, passando per i più illustri brand. L’influenza di arte e pittura resterà fondamentale nelle sue opere, e trarrà ispirazione anche dal cinema. La parte surrealista che lo tiene legato alla pittura resta l’elemento visivo e narrativo più ricorrente, definendo un mondo di sogni e provocazioni.

Guy Bourdin opere
Invite for MAF!A AD Agency, 1972 © 2023, The Guy Bourdin Estate

… E gli stilisti come curatori

È Armani a scegliere di mostrare, nel suo tempio artistico creato ad hoc, i capolavori di Guy Bourdin, celebre in Francia e nel resto del mondo come uno dei fotografi più visionari, per i suoi colori, le sue visioni surrealiste, le sue provocazioni.

All’Armani Silos, re Giorgio sceglie di esporre talenti della moda, abiti, fuoriclasse della fotografia, nonché di creare una narrazione su se stesso e sulle collezioni succedutesi nei decenni. Lo stilista piacentino è, in questa veste, curatore delle sue stesse rassegne e anche di exhibition monografiche e tematiche d’arte, architettura e fashion, appunto.
Oggi l’arte ha un respiro molto ampio, un pittore può essere fotografo e viceversa, un designer può essere un curatore, quest’ultimo può essere facilmente un artista. La creatività lascia spazio alla propria interpretazione della realtà, attraverso qualsiasi mezzo.

La mostra Guy Bourdin: Storyteller è aperta al pubblico dal 24 febbraio al 31 agosto 2023.

Guy Bourdin Charles Jourdan
Charles Jourdan, 1972 © 2023, The Guy Bourdin Estate

Guy Bourdin foto
Guy Bourdin Archives, circa 1974 © 2023, The Guy Bourdin Estate

Guy Bourdin Vogue Paris
Vogue Paris, May 1970 © 2023, The Guy Bourdin Estate

Nell’immagine in apertura, una veduta della mostra Guy Bourdin: Storyteller, all’Armani Silos (ph. courtesy of Armani Silos)

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