VISIONI METAFISICHE: CANOVA E DE CHIRICO ALLA CASA MUSEO BAGATTI VALSECCHI

Siamo in via Gesù 5, nel cuore di Milano, presso la Casa Museo Bagatti Valsecchi, che fino al 3 dicembre 2023 avrà degli ospiti molto speciali. Ad abitarla saranno oltre settanta scatti del fotografo emiliano Vasco Ascolini, che dai primi anni ‘80 iniziò a immortalare sculture e reperti museali e architettonici. Foto metafisiche, che vanno oltre l’aspetto di pura raffigurazione e alludono a enigmi, segreti, incubi.

Opera di Vasco Ascolini esposta nella Casa Museo Valsecchi Bagatti.
Vasco Ascolini, Ivry S. S. Paris, 1996, Stampa analogica ai sali d’argento a opera dell’autore, 21,5 x 36,4 cm, Milano, Fondazione Pasquale Battista

Canova, Thorvaldsen e de Chirico ospiti alla Casa Museo Bagatti Valsecchi

In un dialogo continuo e naturale con le istantanee si inseriscono le altre opere che animano gli spazi: modelli e calchi in gesso del primo Neoclassicismo, in particolare di Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen, e alcuni dipinti di Giorgio de Chirico. I primi a richiamare e restituire la materialità dei soggetti ritratti dal gesto fotografico, i secondi a potenziare l’aura metafisica degli scatti.

Gli ambienti: la cappella, la biblioteca e la camera da letto

Siamo inizialmente accolti nella cappella privata della famiglia Bagatti Valsecchi. Qui cinque fotografie di Ascolini servono da introduzione alle tematiche affrontate nelle successive sale, quali la scultura come elemento centrale in interni ed esterni, l’architettura come sfondo teatrale e la vitalità degli oggetti immobili. Ma non solo. Una statua di Ebe, dea della giovinezza, modellata in modo sublime da Thorvaldsen, con un’anfora nella mano destra, incarna la bellezza classica e ci esorta a proseguire con la visita.

Interni della Casa Museo Valsecchi Bagatti.
Interni della Casa Museo Valsecchi Bagatti

Si prosegue nella biblioteca, dove due autoritratti, uno di Canova e l’altro di de Chirico, instaurano con quattro scatti di Ascolini un dialogo incentrato sul tema dell’espressività del viso e sullo studio di questa.

Interni della biblioteca, Casa Museo Valsecchi Bagatti.
Interni della biblioteca, Casa Museo Valsecchi Bagatti

Peccato, invocazione del perdono divino, memento mori. La terza stanza, la camera da letto di Fausto Bagatti Valsecchi, evoca sentimenti di religiosità, devozione, compassione. La Maddalena penitente di Canova e quella ritratta da Ascolini al Musée d’Orsay sono calate in mezzo ad oggetti insoliti a forma di teschio, che Fausto conservava come monito nel suo ambiente.

Stanze dal fascino di una wunderkammer

Il nudo è protagonista dell’ambiente successivo: il bagno. Soluzioni avanguardistiche come la vasca a tutto muro si fondono con la morbidezza della carne degli scultori ritratti dal fotografo. Il tutto a evocare una sensualità inconsapevole e onirica.

E poi la Galleria della cupola. Due scatti, uno dedicato a un volto trasfigurato dal cellophane, l’altro a una nuca vista da dietro, con interminabili capelli che scendono fino al collo, e ancora L’aragosta di de Chirico. Ogni opera ci invita a un viaggio ultraterreno, ponendo l’attenzione dello spettatore al confine tra precarietà e immortalità, tra vita e morte.

Undici istantanee e il Mercurio di Thorvaldsen abitano e si muovono in quello che un tempo era il salotto di Giuseppe Valsecchi e della moglie Carolina Borromeo. E, nonostante questa densità, ogni figura emana una terribile solitudine: esse sembrano muoversi in uno stato monadico di malinconia.

Mercurio di Thorvaldsen.
Mercurio di Thorvaldsen

Gli ultimi due ambienti sono la Camera Verde e il suo spogliatoio. Qui numerose fotografie di Ascolini dal carattere prettamente metafisico si sposano in maniera insolita con il carattere di segrete wunderkammer delle stanze.

Interni della Camera Verde.
Interni della Camera Verde

Una mostra incredibile e dal carattere eccezionale che invita i fruitori a perdersi ma che non lascia mai la loro mano lungo il tragitto. Uno straordinario viaggio dove il respiro rimane sospeso proprio come la condizione umana.

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