Nuova Scena – Narrazione attraverso la pittura emergente

Nonostante ciclicamente si riproponga la questione di una (presunta) morte della pittura, mostre in istituzioni e gallerie, pubblicazioni, fiere, risultati d’asta attestano, a livello internazionale, la straordinaria vivacità di tale mezzo e l’attenzione costante, se non sempre maggiore, nei suoi confronti. Anche in Italia, il panorama è ricco e sfaccettato e tanti, e interessanti, sono gli artisti che hanno scelto di esprimersi attraverso la pittura.

Con Pittura italiana oggi, esposizione da me curata per Triennale Milano nel 2023, ho cercato di dare conto di tale panorama coinvolgendo centoventi artisti e artiste di diverse generazioni, nati tra il 1960 e gli anni 2000, e presentandone lavori realizzati tra il 2020 e il 2023, proprio con l’obiettivo di offrire un preciso spaccato della più recente produzione contemporanea. Colpisce, in particolare, come le nuove generazioni si avvicinino alla pittura con rinnovato piacere, con maggiore libertà e fluidità nella scelta di temi, soggetti, tecniche, rifuggendo facili etichette e categorizzazioni. La vera sfida è riuscire a produrre nuove e significanti immagini in un’epoca via via sempre più connotata dalla bulimica proliferazione, e veloce consumo, delle immagini stesse sui più disparati supporti digitali. Gli approcci sono diversi e idiosincratici, per quanto si riesca comunque a intercettare sottotraccia sensibilità e visioni condivise.

Ricorrente nelle opere la presenza di corpi. Corpi oggetto di ritratti e autoritratti, generati dalla schizofrenica commistione di osservazione diretta, pura invenzione, autobiografia e auto-fiction. Corpi invasi da segni, decori. Corpi in cerca di relazioni e interazioni. I registri spaziano dal malinconico all’ironico al kitsch. La mimesi è spesso tradita. Cede man mano il passo a colori antinaturalistici, talvolta accesi: alterazioni del reale nutrite degli immaginari dei social network, del cinema, della letteratura, del fumetto e della fotografia nell’era delle fake news e della post verità. Il lavoro di Roberto de Pinto (Terlizzi, 1996), Giorgia Garzilli (Napoli, 1992), Emilio Gola (Milano, 1994), Giulia Mangoni (Isola del Liri, 1991) e Jem Perucchini (Tekeze, 1995) ben esemplifica tale varietà di pratiche e poetiche. 

5 artisti che rappresentano la nuova scena nella pittura

 Jem Perucchini, Senza titolo (Tappeto), 2023, olio e acrilico su tela, 206 x 175 cm © L’artista e Corvi-Mora, Londra 
Jem Perucchini

Interessato allo studio dell’antropologia culturale, Jem Perucchini con le sue opere parla di storia, memoria e identità. I suoi riferimenti vanno da Giotto e Piero della Francesca fino a David Hockney, senza dimenticare le influenze derivate dalle sue origini etiopi. Nel recuperare miti classici, archetipi, topoi, l’artista ne interroga il valore simbolico, il loro divenire nel tempo e il rapporto con le trasformazioni della società, introducendo una riflessione sull’interpretazione e ricezione delle immagini e, consequenzialmente, sul loro potere.

Giulia Mangoni, Una volpe sul cuscino, 2024, olio su lino, 200 x 180 cm © ArtNoble Gallery 
Ph. Michela Pedranti
Giulia Mangoni

Culture differenti coesistono e si fondono nelle opere di Giulia Mangoni, di origini italo-brasiliane, in cui si assiste alla riscoperta, e rivisitazione, di un magico primario fondato su folklore e Genius loci. Mangoni porta avanti una peculiare ricerca socio-antropologica su un territorio affascinante e ancora poco noto, Isola del Liri e, in generale, la Ciociaria, intrisa di suggestioni e colori provenienti invece dal Brasile. L’ambiente, la comunità, il rurale, il periferico e l’ex industriale, la biodiversità, micro e macro storie del quotidiano afferenti alla sfera del personale e del biografico, trovano espressione in lavori in cui l’umano, l’animale e il vegetale convivono in una felice e sgargiante comunione interspecie.

nuova scena pittura
Giorgia Garzilli, P.S., 2023, olio su tela, 122 x 229 cm © L’artista 
Giorgia Garzilli

Atmosfere sospese, in cui aleggia un senso di mistero, sono invece al centro dei quadri di Giorgia Garzilli. Passando con nonchalance da tele di grande formato ad altre microscopiche e minuziose nella resa, le composizioni di Garzilli, con tagli dal sapore cinematografico – possibili fotogrammi isolati di un film in continuo divenire – traslano il reale e il quotidiano verso il magico e il surreale per alimentare narrazioni aperte e non lineari, giocando sull’affascinante ambiguità di segni e significati.

nuova scena pittura
Roberto de Pinto, Solleone, 2023, encausto, olio e pastelli su tela, 135 x 180 cm © L’artista
Ph. Andrea Benedetta Bonaschi
Roberto de Pinto

I lavori di Roberto de Pinto, nella maggior parte dei casi realizzati riprendendo l’antica tecnica dell’encausto, indagano il tema del corpo e del ritratto attraverso una giocosa e ironica moltiplicazione del volto e del corpo dell’artista stesso, enfatizzandone elementi quali i baffi, il pelo, i capelli, la pelle, cartina di tornasole per capire la resa delle diverse vibrazioni in pittura. Gli ironici, sornioni e ammiccanti alter ego di de Pinto trasudano soffuso erotismo e sensualità mediterranei con l’intenzione di stimolare sensazioni, non solo visive, ma anche tattili o olfattive. Queste sollecitazioni di memorie sensoriali si ritrovano anche in una recente serie dell’artista dedicata alle nature morte. Grandi vasi di fiori si fanno non tanto metafora del trascorrere del tempo e della vanitas, quanto, soprattutto, della bellezza dell’imperfezione e della caducità, inevitabile destino degli elementi naturali e organici. 

nuova scena pittura
Emilio Gola, Pillow Talks, 2022, olio e gessetti su tela, 134,5 x 185 cm © L’artista e ArtNoble Gallery 
Ph. Michela Pedranti
Emilio Gola

I protagonisti delle tele di Emilio Gola, giovani uomini e donne all’incirca coetanei dell’artista, concorrono a delineare un ritratto generazionale sospeso tra otium contemplativo e sottesa inquietudine. Le tele di Gola si animano di costellazioni di corpi, gesti, abiti, oggetti, animali. Condensano relazioni amicali e affettive, momenti conviviali e di complicità, caratterizzati da innocenza e spensieratezza, desiderio di fare gruppo. Sono frammenti di scambi e dialoghi silenziosi, dai tempi lunghi e dilatati. La dimensione intima, raccolta, del quotidiano e del banale, diventa allora una modalità per indagare identità e alterità, ordinarie fragilità. Per parlare di sé, ma di un sé che si definisce per mezzo della relazione con gli altri. 

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