Roberto Di Stefano – Sustainable Voices Chapter One

Sei donne e sei storie di sostenibilità autentiche supportano la filosofia del brand.
Olga Pirazzi, Chiara Tronville, Orietta Pellizzari, Valeria Mosca, Cosetta Giorgetti e Giorgia Cantarini sono i volti che fanno parte del primo capitolo di ‘ Sustainable Voices’.

Photo credits: Federico Ghiani



Roberto di Stefano, brand di borse e accessori made in Italy fondato nel 2017 dall’omonimo designer, mette la sostenibilità al centro della propria visione, scegliendo per le proprie creazioni i materiali vegani e cruelty free sviluppati da Desserto®,  azienda messicana che ha brevettato un innovativo materiale ottenuto dalla pianta del cactus. Il progetto Sustainable Voices segna un ulteriore passo in questa direzione: si tratta di un talk articolato in vari capitoli, che chiama in causa figure di rilievo nei rispettivi settori – moda in primis, ma anche food, arte e beauty – invitandole a condividere i propri pensieri in materia, individuando tre parole chiave legate alla sostenibilità.



Il primo capitolo dell’iniziativa coinvolge sei personalità dai background eterogenei, cominciando da Valeria Margherita Mosca, forager, ricercatrice e direttrice di Wood*ing (un laboratorio di ricerca e sperimentazione sull’utilizzo del cibo selvatico), secondo cui con sostenibilità si intende l’essere ‘sopportabili’ per il sistema in cui siamo immersi, coscienti della sua esistenza e pervasività; i termini da lei individuati sono dunque osservazione, responsabilità e coscienza, “indispensabili per poter osservare – e comprendere – tutto ciò che ci circonda, agire responsabilmente e avere contezza di ogni scelta o azione”.



Segue la riflessione di Olga Pirazzi, responsabile del progetto Fashion B.E.S.T. di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, che trova nella sostenibilità una possibilità per creare consapevolezza e cambiare le cose, puntando sui tre concetti fondamentali di trasparenza, possibilità ed equilibrio. Per la giornalista di moda Chiara Tronville, invece, sostenibilità significa vivere in maniera più armonica con l’ambiente e la natura; le parole per lei importanti sono le 3 P – pianeta, persone, profitto felice – tutte esprimono il bisogno di agire con onestà e trasparenza, evitando qualsiasi integralismo o decrescita, definendo modelli di business sostenibili di per sé.



E ancora Orietta Pelizzari, esperta di mercati internazionali, consulente e fashion advisor, associa la sostenibilità all’onestà in senso lato, a tutti i livelli; sceglie perciò tre termini interrelati (responsabile, onesto, vero), poiché solo considerando il tema come una questione culturale (cultura del bello, del ben fatto, dell’heritage ecc.) si può essere onesti con tutti, dai produttori al pubblico finale. Giorgia Cantarini – senior editor de L’Officiel Italia e responsabile del progetto Sustainable Style di Pitti Immagine – lega la sostenibilità al rispetto per l’ambiente, le persone e gli animali, citando in proposito tre aggettivi, ovvero non inquinante, etico e tecnologico. Soprattutto ci ricorda come “nessuno comprerà la moda sostenibile in quanto tale, ma è imprescindibile un contenuto di stile: la sfida consiste dunque nell’unire queste due realtà”.


Chiude il panel la make up artist e fondatrice della start-up green Co_organic Skincare Cosetta Giorgetti, che ribadisce quanto la sostenibilità equivalga alla consapevolezza a 360 gradi, in ogni gesto, dal micro al macro;  la considerazione generale dell’argomento è radicalmente cambiata perché oggi siamo costretti a guardare in faccia la realtà, “la noncuranza ci ha condotti a una situazione drammatica come quella attuale e quindi la coscienza è fondamentale per il cambiamento”.



Il carattere di queste sei donne è stato raccontato attraverso una serie di ritratti e un video diretto da Federico Ghiani in cui si racconta la loro visione e impegno quotidiano verso le tematica green (sostenibilità, cruelty free, vegan) e nel supportare l’innovazione sostenibile.

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