Irradia energia Ryan Cooper, modello e attore con base a New York. Perennemente sorridente, barbetta incolta, muscoli guizzanti (esibiti anche nel servizio per Manintown che vedete qui, ad alto contenuto di carnalità) che indicano una scrupolosa devozione alla causa dell’allenamento (nel 2019 ha varato il programma wellness che porta il suo cognome), una parte nella dramedy di prossima produzione You Are Not Alone, che segue quelle in serie e film come Crazy Night – Festa col morto, Eye Candy e Confess, svariati lavori tra riviste maschili e marchi che contano, specie negli Stati Uniti (A|X Armani Exchange e Boss, per citarne un paio); eppure, fino a qualche anno fa, la sua vita era sideralmente distante dallo sfavillio delle mille luci newyorchesi.

Nato 36 anni fa in Papua Nuova Guinea, da genitori missionari, svolgeva una professione del tutto canonica nell’edilizia; poi nel 2008, appena sbarcato nella metropoli della East Coast, la grande occasione, con la campagna DKNY Jeans Spring/Summer 2008, al fianco della supertop Behati Prinsloo. Da allora, Ryan passa senza batter ciglio dai set modaioli a quelli televisivi o cinematografici, sentendosi puntualmente gratificato in quanto «ogni ruolo mi lascia con nuove abilità o qualcosa in più che so di me, è tutto ciò che si possa desiderare», e apprezzando parimenti il lavoro nel modelling perché lo aiuta «a sentirmi a mio agio nel cinema».

Come riportato dal sito Deadline, sarai nella pellicola You Are Not Alone, le cui riprese cominceranno a breve in Texas. Cosa puoi rivelarci del progetto?
È una bellissima storia vera, che racconta l’esperienza della sceneggiatrice Cindy McCreery col fratello, che ha assistito durante gli interventi di rimozione del cancro e della vescica. Il regista è Andrew Shea, lavorerò tra gli altri con l’attrice di The Surrogate Jasmine Batchelor.
Si tratta di uno dei ruoli più impegnativi tra quelli finora interpretati, perché dovrò onorare un’esperienza umana reale e, al tempo stesso, lasciarmi coinvolgere totalmente dalla storia.
C’è molto dolore fisico e imbarazzo nel film, ma alla base di tutto troviamo una famiglia che, in un periodo traumatico per il mio personaggio AJ, si riunisce per guarire aspetti del suo passato. Non vedo l’ora che esca.

Al cinema il battesimo del fuoco è arrivato nel 2017, nella commedia Crazy Night – Festa col morto , con un cast al femminile di prim’ordine (Scarlett Johansson, Zoë Kravitz, Demi Moore, Jillian Bell…), dove interpretavi uno spogliarellista. Che ricordo serbi di quel primo, importante set?
Lavorare con star del genere è stato incredibile. Ho potuto farne esperienza come esseri umani, prima che attrici, imparando molto da loro. Scarlett era davvero accogliente nelle scene, Jillian incoraggiante; quanto a Kate McKinnon, è stata una delle co-protagoniste più gentili in assoluto.

Ci sono ruoli o generi che finora non ti hanno proposto e vorresti invece sperimentare?
Ho avuto la fortuna di impersonare villain ed eroi, cantare come una rockstar e torturare la gente. Trovo decisamente divertente poter spaziare tra vari personaggi.
Adoro i film cui ho preso parte, sinceri e sentiti, e altri ne verranno. Il mondo ha bisogno di pellicole che ci cambino, aiutandoci a riflettere dopo essere usciti dal cinema. Mi piacerebbe tanto, però, fare qualcosa con parecchie scene d’azione e, forse, ballare (al momento mi limito a farlo in salotto, quando sono solo). Ogni ruolo mi lascia con nuova abilità o qualcosa in più che so di me, è tutto ciò che si possa desiderare, sul serio.

Da cultore del fitness, nel 2019 hai messo a frutto questa passione nel programma CooperFit, dedicato al wellness nel suo complesso, dall’allenamento alla meditazione. Un bilancio a riguardo?
CooperFit è stato lanciato dopo aver osservato i clienti, lavorando a stretto contatto con loro, e capendo così che le nostre barriere fisiche, o il mancato raggiungimento degli obiettivi, sono direttamente collegati al benessere mentale. Adoro aiutare le persone a perdere peso o metter su muscoli, ma a lungo termine il cliente viene gratificato maggiormente dall’essere favorito in relazioni più serene, oppure dal ricevere supporto nel raggiungimento di un obiettivo di vita. Le parole d’ordine, “cuore e salute”, indicano che le due dimensioni sono interconnesse, si influenzano reciprocamente.

Prima della recitazione, e poi in parallelo, hai lavorato ai massimi livelli come modello, esordendo in una campagna per DKNY Jeans nel 2008 e comparendo poi in editoriali e adv delle principali griffe e testate fashion (tra cui A|X Armani Exchange, Trussardi, Boss, Esquire, L’Officiel Hommes). C’è qualche esperienza, tra quelle citate e non, che ti abbia segnato, che ti capita di ricordare per un motivo preciso?
Il settore della moda mi era del tutto sconosciuto quando sono entrato a farne parte. Facevo il carpentiere, ero abituato al lavoro duro, perciò l’ambiente in questo mi è apparso estremamente agevole. Il lato più complicato del mestiere è invece quello relativo ai viaggi, al senso di solitudine che dà l’essere sempre in giro.
Mi sento privilegiato per aver avuto la possibilità di volare in mete incantevoli per gli shooting o incontrare persone artisticamente così dotate; nel complesso, però, tutto ciò ha solo rafforzato la comprensione del fatto che, in quanto esseri umani, lottiamo con situazioni che sono reali per noi, a prescindere dal contesto, e possiamo scegliere se impegnarci, crescendo, o eludere gli altri. C’è sempre un approccio diverso (gentile, egotico, collaborativo, battagliero…) per affrontare qualsiasi lavoro o persona, o il modo in cui ci vediamo.
Stare davanti all’obiettivo da modello mi ha aiutato a sentirmi a mio agio nel cinema. Allo stesso modo, lavorare sui set mi ha fatto apprezzare di più le occasioni in cui ho lavorato nella moda. Credo che nella vita sia tutta questione di apprendere qualcosa e alimentarla, in ogni ambito. Ricordo un’esperienza con Peter Lindbergh, che lavorava nella maniera più calma e gentile che si possa immaginare, senza farne mai un dramma, in pace; mi ha fatto venire voglia di trasmettere a mia volta questa sensazione.

Attualmente a cosa stai lavorando? Cosa ti auguri per il futuro, in termini sia professionali che umani?
Girerò fino alla fine di luglio per You Are Not Alone, quindi spero di fare una piccola vacanza con mia figlia.
Inoltre sto producendo altri progetti in fase di sviluppo, e come sempre mi piace lavorare con i clienti di CooperFit, attività che posso svolgere a distanza.




Credits
Talent Ryan Cooper
Photographer Dean Isidro
Art Director Paul Lamb
Stylist Gregory Wein
Stylist assistant Brianna Klouda
Grooming Michael Moreno
Photo retouch Jay Arora
Project coordinator Giorgio Ammirabile
Nell’immagine in apertura, Ryan indossa collana e bracciali Title of Work, camicia Musika
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