Sanremo, la “sfilata” del green carpet dà il via alla 72esima edizione

Per il proverbiale marziano appena sbarcato in terra italica: questa è la settimana di Sanremo. Il 72esimo festival della canzone italiana prende il via stasera, al teatro Ariston (e dove sennò?), pronto ad accogliere i 25 artisti in gara, sotto l’egida, per la terza volta, di Amadeus, affiancato sul palco da cinque co-conduttrici (una per ogni serata), Checco Zalone e il “solito” Fiorello.

Nazionalpopolare per definizione, ospitato fin dal 1951 dalla cittadina ligure, tiene puntualmente incollati allo schermo milioni di telespettatori (grandi e piccini, come si suol dire), compresi i fashionisti più insospettabili. Da concorso un po’ stantio e ingessato qual era, tendenzialmente snobbato da maison e designer che, tutt’al più, vestivano alcuni big senza dare troppo risalto alla cosa, il Festival da qualche anno è riuscito infatti ad aumentare in modo consistente il proprio appeal sulle alte sfere della moda, ben felici, adesso, di contendersi gli abiti dei cantanti e blandirli con modelli custom made, magari portando sotto i riflettori gli ensemble più audaci delle passerelle.

Il merito di questa “svolta” glam è soprattutto degli stylist che curano fin nei minimi dettagli le mise di concorrenti e ospiti della manifestazione canora, vati dei look da palcoscenico ritenuti, a ragione, ingredienti essenziali per la riuscita di un’esibizione.
Nomi come Ramona Tabita, ideatrice nell’edizione precedente degli outfit mozzafiato di Elodie e Gaia; Nick Cerioni, artefice nel 2021 delle tenute da rocker provetti dei Måneskin e dei “quadri” di Achille Lauro, che torna nella Riviera dei Fiori per supervisionare (ancora) le scelte vestimentarie di Lauro De Marinis, Donatella Rettore, Rkomi, Tananai e Gianni Morandi; Simone Rutigliano, che seguirà Irama; Susanna Ausoni, tra le figure di riferimento del settore (autrice, insieme ad Antonio Mancinelli, del saggio L’arte dello styling), pronta a vestire Margherita Carducci alias Ditonellapiaga, Mahmood, Noemi, Elisa, Francesca Michielin, Giusy Ferreri e Matteo Romano.


Achille Lauro

Mahmood e Blanco

Insomma, da bastione della tradizione musicale nostrana, impolverato e alquanto démodé, a show ad alto tasso fashion, il passo per Sanremo è stato sorprendentemente breve. Se ne è avuta prova ieri, col green carpet inaugurale, solcato dai 25 concorrenti al gran completo. Se il bagno di folla precedente la kermesse non è di per sé una novità, di certo l’espressione sembra ammiccare al “tappeto verde” che, dal 2017, fa da contorno all’assegnazione dei premi per la moda sostenibile.
Scelte nominali a parte, gli outfit visti sono degni di nota: Mahmood e Blanco, coppia d’assi in gara con Brividi, sfoderano abbinamenti griffatissimi, spericolati, il primo (beniamino degli stilisti e, occasionalmente, modello per Burberry) opta per felpa “simpsonizzata”, giacca over e gonnellone borchiato, tutto Balenciaga, il secondo è in total look The Attico, una novità assoluta per il brand di Giorgia Tordini e Gilda Ambrosio.


Sangiovanni

Sangiovanni, abituato a osare con soluzioni genderfluid, brilla – letteralmente – grazie a giaccone e pantaloni dall’aspetto patinato Diesel. Achille Lauro è in versione damerino anni ‘70: aria tra l’indifferente e il sornione, foularino al collo, il suo tuxedo di velluto Gucci blu notte ha scampanature colossali; allure Seventies anche per Noemi, in pantaloni a zampa firmati Alberta Ferretti, come pure top scuro, cintura e blazer color miele.


Noemi

Frange, bolo tie, pelle e altri tocchi da cowboy posh per Rkomi, in Etro, Irama opta per il total black by Givenchy, variando però la grana dei tessuti, opachi e lucidi (come lo smanicato utility e le stringate), Emma Marrone va sul sicuro con lungo cappotto dalla tonalità cipriata, coordinato ai pants.
Almeno a giudicare da questa prima carrellata, il – non più – insolito connubio tra moda e Sanremo è destinato a rafforzarsi.


Rkomi

Irama

Emma Marrone

In apertura e in tutto l’articolo, ph. by Daniele Venturelli/Getty Images

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