LA SCARPETTA NYC: UN’ESPERIENZA IN STILE DOLCE VITA NEL CENTRO DI ROMA

La scarpetta, quella cosa che nessuno farebbe mai fuori casa, dà il nome a uno dei ristoranti newyorkesi più glamour. E quella striscia tipica che la scarpetta lascia sul piatto, si accompagna al logo di esclusivi hotel di lusso.

Dal primo maggio di quest’anno, anche Roma ha la sua Scarpetta. Dopo New York, Miami, Londra, Doha, Philadelphia, Las Vegas, Tokyo e negli Hamptons, il ristorante del gruppo alberghiero statunitense LDV Hospitality ha aperto all’interno del nuovo InterContinental Rome Ambasciatori Palace.

Un cuore italiano che batte a New York e la cui eco torna dove tutto è nato, nella via Veneto della Dolce Vita, nel centro di Roma. Un sogno che si realizza, quello del CEO di LDV – La Dolce Vita – John Meadow. Lontane origini italiane, amante della nostra cucina, Meadow non si è lasciato sfuggire l’apertura nel nuovo hotel a 5 stelle di fronte all’ambasciata americana di Roma, nel palazzo che nacque all’inizio del secolo scorso per ospitare gli ambasciatori in visita nella capitale.

Interior of Scarpetta NYC Restaurant
Interior of Scarpetta NYC Restaurant

Scarpetta NYC: un progetto unico nel cuore di Roma

Grazie al lavoro dell’interior designer Anton Cristell, Meadow ha potuto realizzare a Roma un progetto unico. Scarpetta NYC e Charlie’s: il ristorante al piano terra e il rooftop bar all’ultimo piano del prestigioso InterContinental, per un pre e un post dinner che nessun altro Scarpetta al mondo può vantare.

Un progetto azzardato quello del fondatore della LDV: la cucina italiana è sempre andata da oriente verso occidente e mai era accaduto il contrario. Ma Meadow ha una filosofia vincente: «Secondo me – ripete sempre – in cucina bisogna lasciar fare agli italiani. Non bisogna pasticciare le loro ricette. Agli italiani va dato atto che con tre ingredienti fanno una ricetta che diventa famosa in tutto il mondo: come la carbonara, la cacio e pepe, l’amatriciana».

Nemico della cucina “Italian American style” sostiene che: «Dove si può lavorare per mettere insieme il meglio dei due mondi, è sull’atmosfera dei ristoranti, portando in Italia la dining experience statunitense».

L’autentica cucina italiana incontra la sofisticata dining experience statunitense

Nasce così Scarpetta NYC, un felice connubio tra la cucina italiana e l’atmosfera sofisticata e intima dei ristoranti newyorkesi degli anni Sessanta dal design essenziale. Luci soffuse e musica di sottofondo per un ristorante, quello dell’InterContinental Rome Ambasciatori Palace, che si tinge del bordeaux, del blu cobalto e del verde bottiglia del velluto dei divani, profondi e avvolgenti, in grado di creare un’atmosfera intima e conviviale. E poi il legno dei tavoli, da due o più grandi, ma quadrati, «perché sono più social rispetto a quelli rettangolari», sottolinea Pia Carminelli, direttrice marketing dell’InterContinental Rome Ambasciatori Palace. Un posto chic ma familiare, dove l’ospite a fine pasto, e a fine pasta, può fare la sua scarpetta: per assaporare un pasto fino all’ultimo assaggio.

Un locale unico che fonde steakhouse newyorkese e cucina homemade italiana: sicuramente una nota che mancava nella ristorazione della Città Eterna.

Le proposte culinarie di Scarpetta NYC: antipasti e primi

A Roma, il vessillo della cucina italiana è tenuto alto dallo chef Riccardo Ioanna, aiutato da un valido team e dal Restaurant Manager Samuel De Luca.

Prima tentazione irrinunciabile: il pane. Rigorosamente fatto in casa, nella filosofia di Meadow il pane deve essere buono, altrimenti svilisce la salsa.

Tra gli antipasti il pregiato Wagyu giapponese in smoke, che arriva su un piatto di sale rosa dell’Himalaya coperto da una boule di vetro: avvolto nel fumo, regala una presentazione di sicuro effetto. Ma anche polenta accompagnata da fricassea di funghi tartufati o il cocktail di mazzancolle con salsa speziata alla newyorkese.

Tra i primi piatti, con pasta fatta a mano, troviamo i famosissimi Spaghetti Scarpetta con tre soli ingredienti: pomodoro, basilico e parmigiano. Due piatti di pasta ripiena: i cappellacci cacio e pepe e gli agnolotti short rib e midollo.

Carni, vino e dessert tra Italia e gli States

Le carni sono quelle che noi italiani cerchiamo negli States e che arrivano dall’altro ristorante della famiglia LDV, American Cut: la NY Strip Steak, il Pastrami Rib-Eye marinato con paprica, cumino, aglio, zucchero. E ancora il Porterhouse e il Tomahawk, una costata servita con l’osso e nappata al burro, da abbinare a contorni tipicamente americani.

Una raffinatezza firmata Scarpetta NYC? Accompagnare le carni con il vino rosso La dolce vita: un Chianti aretino, ottantacinque percento Sangiovese quindici percento Merlot. È così chiamato in onore della holding che detiene il marchio Scarpetta, e la cui etichetta richiama la famosa striscia del pane sul pomodoro.

Infine una nota dolce. Ardua è la scelta tra l’immancabile New York cheesecake e una super coppa di Cracker Jack Sundae, irriverente proposta di gelato alla vaniglia sormontato da panna montata, popcorn caramellati, caramello salato e cialda alle arachidi. Servita con un Barolo chinato Pio Cesare, si rivela un’accoppiata improbabile dai risvolti inaspettati: il profumo inebriante dell’assenzio e il retrogusto della miscela di genziana, rabarbaro, cardamomo, cannella, esalta la vaniglia del gelato e il salato del caramello.

Anita’s e Charlie’s: un degno dopocena che unisce Dolce Vita e atmosfera jazz

Per terminare l’esperienza di una cena da Scarpetta NYC, Anita’s è il bar al piano terra. In omaggio ad Anita Ekberg de La Dolce Vita, la sua peculiarità è la forma stondata, sempre all’insegna della convivialità.

All’ultimo piano, invece, Charlie’s fonde la Roma degli anni Sessanta con i jazz club dell’East Harlem. Appena le porte dell’ascensore si aprono su una galleria di vecchie foto in bianco e nero della Dolce Vita, e si accede al rooftop. Il termine breathtaking rende l’idea della sensazione: sembra di camminare verso il cielo che sovrasta la città. Aperto tutto l’anno, è il posto giusto per un cocktail, una serata in discoteca o per festeggiare in compagnia un’occasione speciale.

L’InterContinental accoglie una selezionata clientela nordamericana. Loro sono i primi a prenotare almeno una cena da Scarpetta NYC, prima di scoprire le innumerevoli proposte gastronomiche della capitale. Il motivo? È un consiglio di John Meadow in persona: «In Italia la cucina non può essere che migliore di quella che io faccio a New York. Perché hanno gli ingredienti freschi e perché l’executive chef e il team sono tutti italiani. Chi meglio di loro può fare questo lavoro?».

Rooftop Charlie's
Rooftop Charlie’s
FacebookLinkedInTwitterPinterest

© Riproduzione riservata