Tahar Rahim: il vero fuoriclasse del cinema francese

Tahar Rahim, è un attore francese di origine algerina e possiamo dire tranquillamente che sta vivendo un momento d’oro della sua carriera artistica. È da poco stato nominato dalla stampa straniera ad un Golden Globe per sua magistrale interpretazione in “The Mauritian”, la vera storia tratta dal libro “Guantanámo Diary”. Al suo fianco nel film nientemeno che Jodie Foster. Ci racconta l’emozione di trovarsi sul set con una Oscar & Golden Globe winner. Il film uscirà a breve anche in Italia. Su Netflix, lo troviamo classificato ai primi posti con “The Serpent”, miniserie televisiva che racconta le rocambolesche avventure di Charles Sobhraj serial killer che ha operato negli anni 70’ nel triangolo d’oro della droga nonché crocevia degli hippie. La sua trasformazione per entrare nei panni del personaggio è davvero strabiliante, un vero fuoriclasse.

Come ci si sente ad essere nominati ad un Golden Globe come miglior attore per “The Mauritian”, in un film con Jodie Foster?

Che ti posso dire ci sente al settimo cielo al punto di dirmi che è incredibile. Quando sei un attore della mia generazione e sei cresciuto con i suoi film è quasi un sogno, ho dei ricordi vividi, di me, che vado al cinema a vedere “Contact” o “Il silenzio degli innocenti”, è una vera leggenda. Non ti nascondo che la prima volta che mi sono ritrovato davanti a lei ero quasi intimorito, ma dopo pochi secondi Jodie riesce a metterti a tuo agio e rilassato al punto da dimenticare quasi chi rappresenta.



Non è ancora uscito in Italia “The Mauritian”, perché raccomanderesti al pubblico di vedere il tuo film?

È una storia davvero molto importante che ha bisogno di essere raccontata, perché è una storia che parla di libertà, delle dure regole della legge e di umanità, la storia di un uomo che è stato imprigionato a Guantanámo Bay per quattordici lunghi anni senza neanche un capo d’accusa contro di lui. Mohamedou Ould Slah è passato attraverso un vero inferno in carcere quando è uscito come uomo libero ha voluto perdonare tutti, questo significa raggiungere un livello di perdono che va al di la di ogni immaginazione, una vera dimostrazione di anima pura e bellissima.



Devo citare una tua battuta del film “Come hai imparato il tuo inglese” visto che è impeccabile e senza nessun accento francese.

La verità? È che ho dovuto lavorare duramente, ho sempre amato la lingua inglese sin da bambino, ma quando mi hanno offerto la parte di Ali Soufan in “The Looming Tower”, sapevo di dover interpretare un cittadino americano, quindi sapevo che non avrei potuto sbagliare con piccole sbavature che non avrebbero convinto produttori o pubblico. Così mi sono preso un coach per quattro ore al giorno per tre mesi e quando ho iniziato a girare a New York, ho richiesto anche un coach sul set per essere sempre sicuro al cento per cento. Ancora adesso ho due lezioni alla settimana.

Oliver Stone ti ha dedicato un post su instagram, ed ha anche puntato il dito all’Accademy Awards per non aver menzionato neanche una categoria del tuo film per gli Oscar, intendendo che forse non sarebbe stata buona pubblicità per gli Stati Uniti.

Sinceramente quando me lo hanno detto non ci potevo credere che Mr. Stone avesse fatto un post su me e sul film, non possiamo certo dire che il cinema americano non è in grado di criticare la propria società, questa è la visione di Oliver Stone, io sto appena scoprendo come si muovono le carte in U.S.A.

Conoscevi già la storia di “The Serpent” prima di interpretare il protagonista nella miniserie per Netflix, in Italia non era così nota alle cronache forse perché francese.

La conoscevo ma non perché sono francese in quanto nessuno dei miei amici se la ricordava, ma avendo due fratelli maggiori un giorno ho trovato il libro sulla storia di Charles Sobhraj in camera da letto e sono rimasto affascinato dalla sinopsi. Avevo sedici anni e volevo già fare l’attore, solo che in quel momento non capivo il reale orrore che si nascondesse dietro quell’uomo, però mi ero immaginato di interpretarlo. Quando nel 2001 ho scoperto che Benicio Del Toro stava per iniziare le riprese del film su questa storia ero rimasto deluso, poi invece non lo hanno più fatto. Poi esattamente vent’anni dopo ho ricevuto una mail dal mio agente che mi diceva che avrei interpretato un serial killer, e poi ho capito che era proprio lui. La vita è incredibile. È un po’ come se il destino mi avesse mandato questo ruolo.


Pensi che quando riapriranno anche in Francia i cinema la gente tornerà a comprare i biglietti come prima o rimarrà fedele allo streaming?

Ci sarà la bella stagione in quanto stiamo per andare incontro all’estate e forse la gente vorrà stare all’aperto, però se posso permettermi di dire una cosa, noi umani siamo portati a dimenticare, quando sarà tutto finito vorremo solo tornare alla normalità, e quindi anche ad andare al cinema.

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