Tancredi, sincero, sensibile e instancabile

La musica per conquistare ed arrivare deve essere sincera. Forse è proprio questo il segreto che in una realtà sempre più social, in cui l’apparenza sembra farla da padrone, fatica ad arrivare. Poi ci sono giovani artisti come Tancredi, all’anagrafe Tancredi Cantù Rajnoldi, che dimostrano una maturità artistica inusuale.
Lui di anni ne ha 22 e dagli inizi della sua carriera di strada ne ha fatta parecchia, prima nel celebre programma Amici, poi studiando al CPM Music Institute di Milano. Tra i singoli da ricordare: Alba, Bella e Las Vegas del 2021.

Oggi sembra essersi ritrovato in una veste più matura, dove il concetto di musica si lega a quello di sincerità in una ricerca costante di un legame con il pubblico.
Non a caso la pausa riflessiva che lo ha portato il 2 aprile a pubblicare il singolo Se Mi Lasci Domani arriva dopo un periodo di silenzio in cui l’artista si è dedicato allo stile della sua scrittura. Il brano immortala la fine di una storia d’amore e lo fa ripercorrendo le fasi che scandiscono l’evoluzione di un rapporto di coppia. Il 23 giugno è uscito invece il singolo Disperato nato dalla collaborazione tra Tancredi ed Edonico, la rivisitazione a quattro mani di un brano identitario della cultura italiana anni ’80: Amore Disperato di Nada. Una traccia immortale, che si fonda sull’ossimoro tra amore e disperazione e sul contrasto tra la malinconia delle liriche e il carattere spensierato e uptempo dell’arrangiamento.

Due brani che in modo diverso raccontano di un nuovo Tancredi, più sensibile, autentico ma sempre instancabile.

Oggi, rispetto agli esordi, quanto sei cambiato e in cosa ti senti migliorato?

Innanzitutto, sono cambiato dal punto di vista personale. Sicuramente adesso ho maggior consapevolezza del ruolo che voglio ricoprire in questo mondo. Sono una persona che cambia idea molto velocemente, credo per una questione di noia, ma cerco di essere il più coerente possibile con le mie idee iniziali e di riconoscermi nella passione per la musica.
Inoltre, la mia sensibilità mi sta aiutando a cambiare il modo di vedere le persone, portandomi a voler creare delle connessioni molto più forti con loro.

Come la noia di cui parli sta entrando nel tuo vivere musicale?

Da un lato, mi aiuta tanto a sperimentare, però nello stesso tempo è un po’ deleteria perché non riesco mai a concentrarmi su una cosa e quindi ad andare avanti per una strada, evitando di precorrerne altre cinque parallelamente.
Tuttavia, col tempo sto acquisendo consapevolezza. Ho tante idee però quest’anno magari lo dedico solo ad una di queste.
Senza dimenticare che comunque, la novità crea nuove sensazioni e rende le giornate molto più vive. Questo è il motivo per cui sento la noia, perché cerco costantemente la novità; ma sta imparando pian piano a godermi anche questa noia.

Collegandoci al singolo Amore disperato, remake fatto a quattro mani della canzone di Nada, cos’è per te l’amore?

Parlando di amore universale, cioè legato a persone, cose, luoghi e cose, è il motore che ci smuove, che fa fare cose illogiche, magari sensazionali, senza pensare al fine. Ciò che conta è il mezzo, perché nel momento in cui c’è l’amore (che è questo mezzo) non capisci più niente, può succedere qualsiasi cosa ma tu pensi solo a quello e fai di tutto per preservarlo.

Come cerchi di raccontarlo attraverso i tuoi testi e la tua musica?

Scrivo tanto di amore. Le canzoni più belle che ho scritto credo parlino d’amore, perché vuoi o non vuoi è ciò che l’uomo cerca sempre: in quanto animale sociale, cerca sempre amore e rapporti.
Ci sono tanti modi per parlare dell’amore. E poi, non c’è solo l’amore per una persona amata, ma per tante cose.

Oggi la musica cosa rappresenta per te?

Adesso è da un paio di mesi che sono ritornato a scrivere in casa, come quando avevo iniziato. Da solo in camera con un programmino. Questo mi aiuta a vivere la musica in maniera diversa. Ho passato cinque anni in studio, dove la logica è completamente differente. Perché ci vado? Perché devo produrre qualcosa e devo uscirne necessariamente con qualche nuova produzione. Seguo un rigore. Nell’ambiente domestico invece, sono più tranquillo, mi sento più libero.

Per me la musica ha un effetto incredibile che mi fa applicare in qualsiasi momento e con essa tutto è più magico. Basti pensare ad un film senza musica… Quando mi trovo a scrivere delle esperienze personali, è come se aggiungessi la musica in ciò che vivo.

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Sempre parlando di Amore Disperato: come è nata l’idea di riprendere questo brano e la collaborazione con Edonico?

L’intenzione era di riprendere il brano, non copiarlo, perché volevo che ci fosse qualcosa di mio e doveva essere qualcosa di unico. E’ un’idea che avevo da due anni. Ho una nota sul telefono nella quale ho scritto i due versi prima del pre chorus: “se in un futuro ci lasciamo / sapremo dire cosa è stato / un amore disperato.”
Ho vissuto una storia molto bella con una ragazza, poi è arrivato il momento di lasciarsi e la prima canzone in cui mi sono rifugiato è stata proprio Amore Disperato, nella quale il verso è diventato: “so che abbiamo esagerato / tutto rovinato / è un amore disperato“.
Io avevo così la mia versione. Ho scoperto poi che Edonico ne aveva una sua. Abbiamo unito le due canzoni ed è uscita Disperato.

Conoscevi Edonico da tanto?

Lo conoscevo dai tempi di Giorni Stupidi. E’ amico di una persona che conosco. In studio è sempre bello collaborare con le persone, creare la chimica, condividere idee, far uscire la musica.

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Quanto dedichi a migliorare la componente testuale?

Ricordo che durante il Covid ho scritto il mio primo EP, Iride. Io scrivo da quando avevo 14-15 anni, sono ormai sette anni che scrivo, non tutti i giorni ma quasi (ride ndr).
Secondo me io non migliorerò nel fare musica, nello scrivere le canzoni. Perché la creatività non è la matematica. Non c’è una formula segreta da applicare a qualsiasi canzone. Io fra vent’anni non scriverò meglio o peggio, scriverò sicuramente in modo diverso. Se sarà meglio, dipenderà da chi ascolta. Fortunatamente la musica è molto soggettiva.

In cosa stai concentrando i tuoi sforzi attualmente?

Ritornando al discorso della noia, io non ho assolutamente paura di cambiare. Credo che seguire le mode sia giusto, cercare di prevederle però, è la cosa migliore. Quindi, voglio migliorare dal punto di vista della produzione. Sto imparando a suonare la chitarra da autodidatta, sto producendo tanto e molte canzoni che sto scrivendo sono con quello strumento, quindi dovrò imparare bene a suonarla.
Per come la vedo io, le parole sono più forti della musicalità ed è una cosa che mi viene naturale nella creazione di un brano. Adesso sto scrivendo prima i testi e poi ci metto dentro la musicalità in un modo non tecnico: cerco il modo di far stare il testo dentro la musica.

Il significato vero della musica forse è proprio questo, cioè riuscire a raccontarsi per quello che si è?

Si, se ti ritrovi in quello che scrivi. Guarda come sono messo / un disastro gigantesco / faccio schifo anche a me stesso. Questo mi ha mosso poi a scrivere Se Mi Lasci Domani.
Mi sono sentito davvero sincero, ero in questa situazione e stavo facendo di tutto comportandomi male verso l’altra persona e soprattutto verso me stesso. Ho sbagliato tante cose, per la persona che sono e il carattere che ho. In questa canzone c’era molta sincerità.

Come vivi il tuo rapporto con i social anche rispetto alla musica che fai? Hai mai pensato di smettere di usarli?

Onestamente sarebbe difficile nel senso che per me fare le cose dal vivo ha un valore infinitamente più grande. Starci è difficile, ho anche smesso di usare i social durante un periodo delicato della mia vita iniziato verso ottobre. Ho sperimentato anche quello, a volte fa bene non vedere tutto ciò che fanno gli altri, non avere la pressione di dover far vedere necessariamente agli altri tu cosa stai facendo in quel momento.
Adesso la musica e i social vanno proprio a braccetto, quindi sto cercando di capire se adattarmi oppure essere un’eccezione. Comunque ci sono persone che fanno musica, non usano i social e hanno successo comunque.

Come ti stai muovendo adesso, che progetti stai portando avanti?

Quest’anno è un anno di assestamento. A settembre 2022 avevo un disco pronto, avevo l’idea, avevo il mood e poi sempre a settembre ho scritto una canzone e pianto come un disperato. Quella settimana ho preso il disco che avevo fatto e l’ho buttato nel cestino. Mi sono detto “adesso scrivo un cazzo di disco”. Ho stravolto tutto quanto, ho cambiato modalità di scrittura. Avevo questo progetto bello in testa. Le canzoni ti entrano nel cuore? No, allora ho iniziato a scrivere canzoni più sincere, che arrivassero in testa. Dopo quella prima canzone ne sono arrivate altre e in tre mesi era pronto. Ora mi sto prendendo del tempo per contornare il tutto per bene. Ho scritto canzoni tristi, ora sono in un periodo spensierato della mia vita che cercherò di inserire. Sto lavorando a questo progetto e ci sto mettendo l’anima.

Tancredi in tre parole?

Assolutamente sincero, con tutti i risvolti positivi e negativi che porta. Perché la sincerità ti porta anche a essere uno stronzo. Quando vuoi essere sincero magari dici cose non piacevoli, quindi con tutti i suoi risvolti.
Sensibile finalmente. Tanto. Perché è una cosa che ho tenuto sempre un po’ repressa, che mi sono tenuto dentro, ma ora è venuta fuori.
Instancabile.

Credits

Direzione artistica dello styling e fotografia Federico Renoldi

Make Up Artist Emanuele Sofia

Photographer assistant Rey Francisco

Location Multiset Studio Bicocca

Stylist assistants Carlotta Chiurlo, Eliza Timmermanns

Gioielli Dodo Jewels

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