“The artist is present”, Citazionismo da videoclip

L’arte “democratizzata”, diversamente accessibile e poliespressiva la ritroviamo, piacevolmente, anche tra le scelte di setting di molti musicisti che fanno del citazionismo artistico una scelta estetica per il background dei loro videoclip. 

Ecco una selezione di video “matching” per allenare l’occhio all’arte

DRAKE “Hotline Bling”

“Hotline Bling”, diretto da Julien Christian Lutz, in arte Director X, e coreografato da Tanisha Scott, è un video dallo stile minimale, ipnotico e a cromie grafiche. Il rapper canadese e i suoi ballerini si muovono e danzano in cangianti lightbox, spazi a ritmate policromie che si ispirano alle geometrie di luce dell’opera sensoriale “Breathing Light” di James Turrell. Un omaggio al visionario artista di Pasadina, esponente del movimento “Light and Space” in voga negli anni 60, che ha fatto della luce e della percezione visiva il materiale della sua arte.

JAY-Z “Picasso Baby”

Un video della durata di 11 minuti diretto dal regista statunitense Mark Romanek e girato nella Pace Gallery di Chelsea a Manhattan. Jay-Z si cala nei panni del performer, sceglie il tempio dell’arte contemporanea newyorkese come “stage show” e tra i visitatori coinvolti spuntano gli attori Taraji P. Henson e Alan Cumming, il rapper Wale, il filmmaker Judd Apatow, il critico Jerry Saltz e l’artista concettuale serba Marina Abramovic, alla cui celebre installazione “The Artist is Present” si ispira l’intero progetto performativo del videoclip “Picasso Baby”.

WHITE STRIPES “Fell in love with a girl”

Un video in stile “De Stijl” interamente realizzato con i Lego. Il gioco dei colori primari e delle loro geometrie rimanda visivamente alla corrente artistica del Neo-plasticismo e al suo fondatore Piet Mondrian. “Il rosso dei vestiti e della bocca, il giallo dei piatti della batteria e della cintura della chitarra, il bianco dei volti e il nero deciso di occhi e capelli, sono colori primari incastrati dentro strutture altrettanto “quadrate”: i cubi del Lego.”

BEYONCÈ E JAY-Z “Apeshit”

Un video “ad opera d’arte” diretto da Ricky Saiz e ambientato nella suggestiva cornice parigina del Louvre. La scena iniziale si apre nella Sala degli Stati dove Mr e Mrs Carter, ieratici e statuari dinanzi al quadro della Gioconda, ci accompagnano in un susseguirsi magnetico e conturbante di tableau vivant, cortocircuiti visivi e solenni capolavori. Da Beyoncè che balla in abito bianco ai piedi della Nike di Samotracia alle ballerine nude ispirate alle modelle di Vanessa Beecroft, dalla sfinge di Tanis alla Venere di Milo, dalla Pietà di Rosso Fiorentino al Ritratto di nera di Marie-Guillemine Benoist considerato un manifesto dell’emancipazione dei Neri e del femminismo.

KENDRICK LAMAR, SZA “All The Stars”

Colonna sonora del film della Marvel, Black Panther, e un video caleidoscopico curato dallo stesso Lamar sotto la direzione di Dave Meyers. Scene cinematografiche intrise di spunti artistici come la pittura dorata su fondo nero, timbro stilistico dell’artista britannica-liberiana Lina Iris-Viktor, la simbologia della cultura africana e un richiamo alle “Infinity Mirror Rooms” dell’artista giapponese Yayoi Kusama.

HOLD YOUR HORSES “70 Million”

“70 Million” è un giocoso video parodia che mette in scena una carrellata di 24 famosi quadri ironicamente interpretati dai sette membri del gruppo franco-americano: dalla Nascita di Venere alla Splendida Olympia di Manet, dalla morte di Marat alle serigrafie di Warhol.

KANYE WEST “Famous”

Il video è un “blow up” su un’installazione di 13 sculture di cera che rimanda, a sua volta, al dipinto “Sleep” del pittore realista Vincent Desiderio. La telecamera è fissa su un letto enorme e inquadra i corpi nudi e dormienti di altrettante statue-celebrities: Kanye West, Kim Kardashian, Taylor Swift, Rihanna, Amber Rose Donald Trump, Caitlyn Jenner, Bill Cosby, Ray J, Chris Brown, Anna Wintour, e George Bush. 

RIHANNA “Rude Boy”

Un video “urban” costruito intorno all’uso di greenscreen e diretto da Melina Matsoukas. Colori bright, forte mood anni ‘80 ed echi espliciti al mondo dell’arte contemporanea: dalla pop art di Andy Warhol passando per i graffiti di Keith Haring e alla foto scattata nel suo studio newyorkese da Annie Leibovitz fino ai simboli riconducibili alle opere di Jean-Michel Basquiat, come la celebre corona a tre punte.

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