Adriano Moretti e lo sbarco da YouTube a Cortinametraggio: intervista al Baronetto pariolino

Tra i giurati di Cortinametraggio, festival di corti che raduna a Cortina registi, attori e addetti ai lavori delle case di produzione cinematografica, quest’anno è arrivato anche Adriano Moretti aka Baronetto aka 7am. Anno di nascita 1999. Classico pariolino a Cortina, Adriano Moretti è uno dei giudici di Cortinametraggio. Parla un italiano corretto (da liceo classico), con quel lieve eco romano tollerato nelle vecchie famiglie di Roma nord: quelle per le quali Roma nord non è tutta quella che sta tra est e ovest, ma si limita a uno ristretto triangolo che ha nel quartiere dei Parioli uno dei suoi vertici e si allarga in direzione Fleming, Vigna Clara, Cassia (ma entro una certa latitudine), Cortina d’Ampezzo (mai oltre una certa altezza). Quella Roma nord per la quale i figli dovevano essere soprattutto educati (e Adriano lo sottolineerà più volte durante l’intervista).

Adriano Moretti
Adriano Moretti a Cortinametraggio, ph. Anna D’agostino

I tanti volti del giovane e intraprendente Adriano Moretti

Ma, a differenza del pariolino per cui al di fuori della Roma nord storica Google Maps si tinge di grigio, Adriano Moretti si è spinto fin sulla Tuscolana, dove ha sede il Centro Sperimentale di Cinematografia. Dall’unione felice di Roma nord, Centro Sperimentale, il mondo romano dei collettivi rap e dell’indie-trap, la musica italiana ascoltata dal papà e il rock inglese, nasce un giovanissimo artista alle prime armi, che ha già al suo attivo un alter ego Baronetto e che nei giorni di Cortinametraggio ha visto uscire Posh, il suo secondo singolo.
Un ragazzo che ha riversato il torpore del pariolino che faticosamente si trascina tra un locale alla moda e un altro, che si spreme le meningi per decidere in quale porto della Sardegna andare d’estate, magari convinto che la Sardegna si estenda in quel piccolo fazzoletto di costa che principia dopo la pietra con su scritto Costa Smeralda, in un iconico personaggio che senza autista si perde, testimonial dello “swærv anglosassone” (ma non cercatelo sul dizionario…).

«Scrivo anche dialoghi comici, io stesso sono un comico, e ho utilizzato Instagram e TikTok per dar vita ai miei personaggi»

Papà direttore del Messaggero. Quando hai detto che avresti fatto lo Youtuber è svenuto, ti ha ripudiato?

No no… l’ho fatto per caso. Sono diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia, quindi la mia passione per il cinema e la recitazione era nota. Scrivo anche dialoghi comici, io stesso sono un comico, e ho utilizzato Instagram e TikTok per dar vita ai miei personaggi. Lui è uno molto social e addirittura mi ricondivide. Per fortuna non mi voleva medico, avvocato, ingegnere. Diciamo che già dopo la scelta del Centro Sperimentale era abituato alle mie velleità artistiche.

Figlio unico?

No, ho un fratello più grande. Anche lui artista, cantante e autore delle sue canzoni. Diciamo che siamo una famiglia di freaks, come direbbero in America. Siamo effettivamente due artisti e questo è stato accolto bene dai miei genitori, per fortuna. Sono stati entrambi contenti di vederci all’opera.

Quindi a casa Moretti niente cene noiose a Natale o per le ricorrenze obbligatorie…

Esatto! Le nostre sono riunioni divertenti.

Adriano Moretti
Adriano Moretti al Cortinametraggio, ph. Anna D’agostino

«Devo mettere da parte il mio gusto personale e cercare di vedere i corti in una chiave più oggettiva, valutarli nel complesso»

Sei in giuria qui a Cortinametraggio. Li hai visti? Che ne pensi?

Sì, ogni sera ne vediamo almeno cinque. È un’esperienza particolare, perché mi porta a vedere questi corti con molta più attenzione di quella che ho normalmente da spettatore. Devo mettere da parte il mio gusto personale e cercare di vederli in una chiave più oggettiva, valutarli nel complesso e non semplicemente perché mi piacciono. Non avevo mai fatto il giurato ed è un’esperienza interessante perché a me piace molto il lato critico del cinema, trovare sempre dei significati più profondi, cercare di analizzare le cose, interrogarmi su quello che ho visto, rimuginarci. È un ruolo che per ora mi sta piacendo davvero molto.

Ti sei diplomato lo scorso anno al Centro Sperimentale quindi hai evitato le proteste per il nuovo cambio di direzione. Se fossi stato ancora iscritto avresti protestato anche tu?

Certo, assolutamente. Sarei stato al fianco di tutti gli studenti, ma sono stata l’ultima classe prima della nuova direzione, ero già diplomato.

«Questo mi piace perché mi dà una capacità di osservazione più ampia, perché cerco sempre di cogliere particolari»

Siamo qui a Cortina, dove è stato girato Vacanze di Natale dei Vanzina (e non chiedermi quale perché il vero è solo uno…) che ha portato sullo schermo i nuovi ricchi degli anni Ottanta di Roma nord. Loro li hanno trovati già confezionati in giro per salotti e bar alla moda. I tuoi da dove arrivano?

I miei nascono dall’osservazione della realtà, quindi se mi capita di vedere qualche personaggio che mi ispira cerco di prendere alcune sue caratteristiche. Poi il mio compito è quello di crearne una parodia e cercare di renderlo più tridimensionale. Questo mi piace perché mi dà una capacità di osservazione più ampia, perché cerco sempre di cogliere particolari. E quando mi capita qualcosa nella mia vita, cerco di renderla a mio modo commedia. Prendo molta ispirazione, ad esempio, da Carlo Verdone che è un uomo che ha fatto questo per una vita. Lui è quello che mi piacerebbe diventare nel corso del tempo, perché dal social e dai video vorrei passare al teatro e al cinema.

«Mi sento abbastanza libero di dire la mia e farò di tutto per difendere questo mio diritto»

Fabio Rovazzi è andato con alcuni youtuber dal presidente Mattarella, che ha sottolineato come chi ha molto seguito ha anche una grande responsabilità e deve preoccuparsi di quale messaggio passa. Ti sei mai posto questo problema? Perché è anche vero che oggi fare comicità tra i paletti del politically correct è difficile…

La comicità si basa anche su dei modelli scomodi. Da questo punto di vista sono abbastanza d’accordo, però so di avere un’educazione tale che non mi porterà mai a invadere determinati territori o essere scorretto o rude, e mi prendo delle libertà. So che, se vengono male interpretate, posso non sentirmi in colpa, perché so di agire in buona fede. Finora non mi è ancora capitato. Forse perché cerco sempre di muovermi all’interno di tematiche che non sono politiche o particolarmente scomode. A me piace fare comicità sul quotidiano, per cui è qualcosa che non mi riguarda più di tanto. Mi sento abbastanza libero di dire la mia e farò di tutto per difendere questo mio diritto perché, soprattutto per chi fa comicità, è importante avere la propria visione che non sia modificata dai condizionamenti esterni.

«Penso che oggi sia utile saper fare un po’ di tutto per chi, come me, vuole fare lo showman, il comico, il presentatore, l’attore»

Su Instagram hai scritto che sei amico stretto di Baronetto Brighton…

È un mio alter ego. Baronetto è il mio alter ego cantante che viene da Brighton e che canta con questo accento inglese. Perché ho creato questa cosa? Perché, avendo la passione per la musica oltre a quella per la commedia, uso questo personaggio comico per unire questi due mondi. Da uno scherzo con dei miei amici, dove cantavo in questo modo posh è nata l’idea di creare un personaggio. Ed effettivamente sta cominciando ad andare, perché alla gente piace. È uno step intermedio per andare poi a fare musica più seria, più intima, che faccio da tanto tempo e che ancora non ho pubblicato con costanza.
Questo è un periodo particolare perché sto andando spesso a Milano, dove ho firmato con un’etichetta. Ci vorrà un po’ di tempo per ripartire col progetto che è sotto il nome d’arte 7am.
7am è il mio progetto sul quale vorrei investire di più nel corso del tempo. È una parentesi che mi diverte molto perché unisce l’utile al dilettevole, è interessante, mischia un po’ le carte in tavola tra commedia e musica. Penso che oggi sia utile saper fare un po’ di tutto per chi, come me, vuole fare lo showman, il comico, il presentatore, l’attore. Secondo me avere tante skill è importante, quindi sto cercando di coltivarle tutte.

Adriano Moretti
Adriano Moretti a Cortinametraggio, ph. Anna D’agostino

«Il mio desiderio di intrattenere le persone era troppo forte per non renderlo un lavoro»

Eri il casinista della classe?

Sì, ero tremendo! Sono sempre stato il casinista della classe e questo mi ha fatto capire, quando ho dovuto scegliere cosa fare nella vita, che il mio desiderio di intrattenere le persone era troppo forte per non renderlo un lavoro. Ho sempre avuto questo desiderio, che non si ferma mai, di stupire gli altri, farli ridere, farli stare meglio. Chi è stato un mio compagno di classe può capire bene quello che intendo, perché non mi fermavo mai. Spesso il mio comportamento mi ha portato a prendere delle note, però almeno non sono mai stato un maleducato. Non tiravo sedie, facevo solo e sempre battute. I professori mi odiavano perché a volte attiravo l’attenzione più di loro, ma ho sempre cercato di emergere con l’umorismo invece che col casino prettamente fisico o con gesti goliardici.

Hai conservato gli amici del liceo?

Molti di loro sono ancora miei amici, altri si sono aggiunti negli anni dell’accademia di recitazione, altri con la musica. Adesso ho ristretto la mia cerchia perché, col tempo, ho cercato di circondarmi sempre di più delle persone alle quali voglio veramente bene e che vogliono bene a me. Credo che per un’artista avere l’affetto degli altri sia fondamentale per sentirsi apprezzati in quello che si fa.
Quindi sì, alcuni di loro sono ancora miei carissimi amici.

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