Il talento eclettico di Alessandro Egger

Da una carriera come modello alla televisione e cinema passando per la musica, Alessandro Egger è riuscito a coniugare le sue passioni, mantenendo la stessa spontaneità e voglia di approfondire. In concomitanza con l’uscita del suo nuovo film, Majonezë, abbiamo ripercorso con lui le tappe salienti del percorso che lo ha visto protagonista.

«La recitazione è stata per me una vera e propria chiamata. Poi nel tempo ho deciso di approfondire alcune passioni e ho sperimentato diverse sfaccettature, per esempio nel mondo della musica»

Dal modello all’attore, come riesci a tenere insieme tutte queste anime?

Sinceramente mi viene molto naturale. Non vado alla ricerca di situazioni diverse, sono cose che mi arrivano da un giorno all’altro e mi viene voglia di approfondire, soprattutto quelle nuove. Il cinema è stata la prima esperienza che ho voluto fare da piccolo; la recitazione è stata per me una vera e propria chiamata. Poi nel tempo ho deciso di approfondire alcune passioni e ho sperimentato diverse sfaccettature, per esempio nel mondo della musica. Nel mettermi alla prova come dj, è stata fondamentale la mia esperienza nell’ascoltare tanta musica, moltissimi pezzi diversi. Mi sono un po’ ingegnato e ho iniziato a dedicarmi al dj set.

E poi, quando avevo ventidue anni, è arrivata la moda. Non l’ho richiesta, l’ho accettata come qualcosa che ti capita di bello nella vita. Per me rappresentava una completa novità, non ne sapevo nulla e quindi mi sono buttato. Mi sono detto “Vediamo come va”, un po’ come in tutto quello che mi capita… come Instagram, creare contenuti e tante altre cose diverse a cui mi dedico che magari non c’entrano nulla l’una con l’altra.

Alessandro Egger a proposito di Majonezë, il nuovo film che lo vede protagonista: «Il mio personaggio, molto introspettivo ed emotivo, è serbo, proprio come me»

Nel cinema quali sono le esperienze che ti hanno fatto crescere e dato anche una spinta nella tua carriera?

Durante la pandemia, avendo molto tempo a disposizione, ho ripreso a leggere sceneggiature e a fare provini tramite dei self-tape. Ed è proprio in questo modo che mi hanno selezionato per una parte in House of Gucci. Un’esperienza incredibile stare sul set con Adam Driver e parlare con Ridley Scott. Anche se la mia non è stata una parte da protagonista, ero sul set con uno tra i migliori registi al mondo a dirigermi. La mia filosofia è sempre stata un po’ questa: non esiste un piccolo ruolo, ma un piccolo attore. Da ogni ruolo, anche se minuscolo, si può tirar fuori qualcosa di gigante. E così è stato per House of Gucci. Subito dopo ho preso parte in questa serie con Marco Bocci (il protagonista della narrazione), che è stato candidato agli Oscar. E poi è arrivato Majonezë che ho appena finito di girare, dove ho il mio primo ruolo da protagonista.

Jacket and pants Agolde
Jacket and pants Agolde

Questi progetti, uno dietro l’altro, sono stati molto importanti, ma per l’ultimo, essendo io in veste di protagonista, ho lavorato in modo profondo sulla costruzione del personaggio e il tutto mi ha cambiato tantissimo. Anche da un punto di vista estetico. Mi sono dovuto rasare i capelli: può sembrare una cosa minuscola, ma il fatto di cambiare totalmente look, da biondo platino a rasato, fa vedere tutto da un’altra prospettiva. Impari anche a essere molto più semplice.

Questo cambiamento mi ha un po’ fatto riabbracciare la mia essenza e mi ha fatto scoprire aspetti di semplicità che avevo dimenticato. In più il mio personaggio, molto introspettivo ed emotivo, è serbo, proprio come me. Questo ruolo è stato cercato in tutta Italia; la produzione inizialmente aveva già un protagonista che però è saltato a un mese di distanza dall’inizio delle riprese. Mi sono ritrovato a fare un casting internazionale, con lo stesso ufficio casting che mi aveva quasi preso per un ruolo grandissimo, poi caduto, con Anthony Hopkins.

Alessandro Egger
Total look Mordecai

È stata una casualità incredibile perché il casting stava cercando un serbo in tutta Italia. Ho da sempre voluto interpretare un ruolo nella mia lingua madre. Il mio personaggio è un ragazzo molto duro, abituato a essere forte, anche grazie alla sua imponenza fisica. Però, allo stesso tempo, si dimostra anche molto sensibile. Calarmi nei suoi panni mi ha permesso di fare un vero e proprio lavoro su me stesso, una sorta di auto-terapia, e la regista è stata in grado di tirare fuori tutta la mia essenza.

«Ci sono tante scene forti. C’è quella forte emotivamente; quella forte e privata, intima; quella forte e aggressiva con il mio miglior amico»

Qual è la scena del film che secondo te è più forte?

Ce ne sono tante e sono tutte forti in diversi aspetti. C’è quella forte emotivamente; quella forte e privata, intima; quella forte e aggressiva con il mio miglior amico; quella fortissima di rabbia interpersonale mia, dove sono io e basta. Tra le scene più intense, sicuramente c’è quella con la ragazza, anche se dura non tantissimo, perché la regista ha voluto concentrarsi non sull’atto fisico, ma sul dopo. La scena più forte in assoluto, però, penso sia quella con il mio miglior amico; un momento in cui si assiste a due uomini dalla stazza fisica imponente, tutti tatuati, proprio maschi.

Quanto tempo ti ha preso la produzione?

Ho girato due settimane. Era tutto serrato, con ritmi veramente molto forti. Mi sono dedicato alla preparazione del personaggio per altre due settimane, quindi un mese di full immersion. Nella serie invece il tutto si è svolto in sei mesi. Poi, dopo la serie, c’è stato Ballando con le stelle.

Alessandro Egger
Total look Laneus

Alessandro Egger: «Ci troviamo a interpretare talmente tanti ruoli, alla fine chi siamo veramente?»

E Ballando cosa ti ha lasciato?

Lì ho capito un po’ come funziona la tv live. Non è come la tv normale, è un’altra cosa. La tv dal vivo ti mette un certo tipo di pressione, che è molto amplificata. È stata una grande scuola e soprattutto ho imparato a ballare. Ho studiato con il mio corpo, che non è una cosa da poco, e ho via via conquistato una buona dose di confidenza. Per un attore è importante anche saper ballare; attraverso un’interpretazione, che io pensavo fosse quella giusta, sono riuscito a valorizzare le performance. Anche con delle piccole sfumature.

La sensibilità di un attore porta a voler a tutti i costi fare uno spettacolo: non si vuole solamente mostrare l’aspetto tecnico per portare a casa il voto. Quando mi esibivo, mi immedesimavo in una vera e propria rappresentazione teatrale. La volevo far bene a livello di costumi, interpretazione, ballo, passi… tutto insomma. Quello mi ha dato una botta nella vita privata, perché comunque non esisti più per cinque mesi. A posteriori, mi sono reso conto di essermi proprio teletrasportato in quell’esperienza. Poi un giorno mi sono svegliato e tutto è finito. Ti guardi intorno e vedi che il mondo è andato avanti. Tutti si sono fatti anche un’opinione di te che tu neanche ti immagini.

Alessandro Egger
Total look Boss

Subito dopo mi si è presentata un’altra importante occasione e sono andato a Sanremo. In seguito sono stato scelto per il programma di Serena Bortone Oggi è un altro giorno, fino a giugno. Poi c’è stata l’estate e ho iniziato a girare il film (e di mezzo c’era anche la moda)… Ci troviamo a interpretare talmente tanti ruoli, alla fine chi siamo veramente? Basta un tocco per cambiare tutto.

Come vedi il tuo futuro in questa alternanza tra cinema e musica?

Secondo me questa è un po’ la chiave per tenere tutto insieme. Fare un po’ tutto. Mantenere il cervello impegnato con diversi stimoli. Perché se no, se ti dedichi solamente a una cosa, diventi monotono.

Credits

Photographer: Riccardo Lancia

Stylist: Arianna Zanetti

Producer: Jessica Lovato

Videomaker: Valentina Gilardoni

Backstage video: Irene Vesentini

Make-up: Revlon

Hair: American Crew

Stylist assistants: Giulia Sangaletti, Martina Santesi

Videomaker assistant: Luca Zito

Location: Hotel Hilton Milan

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