Andrea Dodero, un biglietto di sola andata per un sogno

Come si passa dall’essere, citiamo testualmente, un «attore di fama condominiale» a recitare al fianco di Denzel Washington, l’idolo della tua adolescenza, può spiegarcelo soltanto Andrea Dodero. Ligure, 26 anni, ha l’entusiasmo di chi questo mestiere lo fa con indomita passione e con gli occhi sognanti. La sua storia parte da Genova quando, con una valigia carica di desideri e quella giusta dose di coraggio misto a incoscienza, si trasferisce nella capitale del cinema italiano: Roma. Arrivano le prime pose, i primi ruoli secondari, le prime comparse appena accennate. E poi arriva quel copione che ti cambia la vita e che ti fa accarezzare concretamente l’idea di aver raggiunto il tuo obiettivo. 

Total look Paul Smith, shoes Santoni
Andrea Dodero
Total look Paul Smith, shoes Santoni

Dodero viene scelto per interpretare il ruolo di Mahdi in Blocco 181, la serie prodotta da Salmo che mescola con sapienza le tinte crime a quelle rosa. Mentre lo show viene rinnovato da Sky per una seconda stagione, Andrea si trasferisce su un altro prestigioso set, quello di The Good Mothers. La preziosa proposta targata Disney+ racconta la storia di Lea Garofalo e delle altre donne calabresi che hanno sfidato con coraggio la ‘ndrangheta. Una serie necessaria per i temi trattati e che ottiene un ottimo riscontro di pubblico e critica, conquistando anche il titolo di ‘Miglior Serie’ al Berlinale Series Award (premio istituito nel 2023).
Poi arriva The Equalizer 3 e l’incontro con l’attore che è stato il volto dei film che lo hanno fatto appassionare al cinema e che ha sempre guardato al fianco di suo padre. Denzel Washington è esattamente come se lo immaginava, parla con lui anche quando la luce della cinepresa si spegne e gli ripete a menadito il monologo di una delle sue pellicole più famose, Training Day. Un’esperienza nell’esperienza di cui Andrea Dodero è immensamente grato.

Cardigan Avril 8790, pants Tommy Hilfiger, belt Gavazzeni, Andrea Dodero
 Cardigan Avril 8790, pants Tommy Hilfiger, belt Gavazzeni

«Prima di tutto il resto, Blocco 181 resta una storia di amicizia, di rivalsa, di rivincita, di tre ragazzi che cercano il proprio posto nel mondo»

Voglio partire dal tuo profilo Instagram perché ho visto che hai tre post in evidenza che in qualche modo rappresentano tre momenti salienti della tua carriera. Partiamo da Blocco 181, la serie della svolta. Ti ricordi dov’eri e cosa stavi facendo quando ti hanno detto di essere stato preso? 

Assolutamente, era il 18 febbraio del 2021. Ero al Centro Sperimentale di  Cinematografia, che al suo tempo era la mia scuola di recitazione. Stavo aspettando da una settimana, che di solito è la deadline entro cui ti richiamano. Mi avevano fatto sapere proprio il settimo giorno, l’ultimo. Ero molto emozionato ed è stato un po’ il vero inizio della mia carriera. Non so se ha rappresentato “la svolta”, ma è stato sicuramente il momento che ha permesso che accadessero altre cose e altri incredibili viaggi. 

Total look Zegna Andrea Dodero
Total look Zegna

Blocco 181 è, da un lato, una dura lotta di quartiere tra gang rivali dell’hinterland milanese e dall’altro una storia di poliamore, argomento inusuale per il pubblico italiano. I tre personaggi principali sono spesso al centro di scene particolarmente piccanti. Ci sono stati momenti di imbarazzo nel girarle?

Prima di tutto il resto, Blocco 181 resta una storia di amicizia, di rivalsa, di rivincita, di tre ragazzi che cercano il proprio posto nel mondo. E sì, all’interno della storia ci sono dei momenti d’amore tra i tre. Imbarazzo non l’ho provato perché abbiamo avuto tanto tempo per conoscerci e diventare realmente amici. Mentre giravamo quelle scene era tutto un ridere e uno scherzare.

Blocco 181 è stato confermato per una seconda stagione. Hai già letto i primi copioni? Che anticipazioni puoi darci?

Non posso dare nessuna anticipazione. Ho già letto dei copioni e ci sono tante cose che devono succedere. Sono molto contento, iniziamo a girare tra settembre e ottobre. Ci saranno molte sorprese, capiteranno molte cose.

Jacket and sweater Gas, pants Missoni, socks Red, shoes Hogan, Andrea Dodero
Jacket and sweater Gas, pants Missoni, socks Red, shoes Hogan

«The Good Mothers è stato forse il percorso più speciale che ho vissuto fino a oggi proprio per il voler raccontare una storia, che è la funzione del nostro mestiere»

Un altro capitolo importante del tuo percorso artistico è The Good Mothers. Se si pensa alla criminalità organizzata si possono citare decine di titoli su mafia e camorra, forse meno sulla ‘ndrangheta. Era una serie necessaria per far conoscere la storia di Lea Garofalo e delle altre donne coinvolte?

Soprattutto per questo, proprio perché erano storie abbastanza sconosciute. E poi perché ha dato il via ad altre realtà produttive per raccontare altre vicende di ‘ndrangheta. Gli ultimi due o tre anni sono stati palcoscenico di tante storie di donne, come ad esempio Una Femmina di Francesco Costabile. È stata un’esperienza intanto necessaria per me. Giorno dopo giorno, posa dopo posa, si respirava una boccata di umanità all’interno del set. The Good Mothers è stato forse il percorso più speciale che ho vissuto fino a oggi proprio per il voler raccontare una storia, che è la funzione del nostro mestiere.
Siamo molto felicidel successo che ha avuto e che sta avendo. Quando fai qualcosa per vocazione vuoi ‘semplicemente’ raccontare una storia: vedere come va una serie e se riscuote successo sono elementi consequenziali. E lo è stato un po’ per noi tutti, perché nessuno pensava a come sarebbe andata la serie. Pensavamo solo a raccontare queste storie. Poi però è arrivato questo successo incredibile.

Total look Tagliatore Andrea Dodero
Total look Tagliatore

«Ho ricevuto però diversi commenti di persone che mi e ci hanno ringraziato di aver raccontato queste storie che non si conoscevano»

The Good Mothers ha ottenuto un importante riconoscimento, vincendo il premio come miglior serie al Berlinale Series Award. Che esperienza è stata e che emozioni hai provato?

Siamo la prima serie ad aver vinto questo premio (il Berlinale Series Award è stato istituito nel 2023, ndr). I premi riconoscono un qualcosa a un lavoro fatto. È stata una sorpresa perché c’erano tante serie molto interessanti in concorso. Non era scontato, perciò vincere un premio così importante è stato gratificante per tutti. E poi non è finita qui, è una serie che non è passata in sordina: guarda ad esempio Valentina Bellé che ha ricevuto il Nastro d’Argento.

Uno dei meriti di una serie come The Good Mothers è sicuramente quello di essere riuscito a raggiungere un pubblico più giovane, che forse non conosce fino a fondo storie di mafia. Hai ricevuto dei commenti a riguardo?

Più che da giovani ho ricevuto messaggi da persone più adulte. Nonostante non sia una serie da pallottole e sparatorie rimane comunque una serie ad alto livello tensivo e che trasmette tanta angoscia. Ho ricevuto però diversi commenti di persone che mi e ci hanno ringraziato di aver raccontato queste storie che non si conoscevano.

Total look Antony Morato
Total look Antony Morato

Il capitolo più recente della tua carriera è The Equalizer 3. Come è essere catapultati in un set hollywoodiano?

Ero al mare, mi chiama una persona che conosco che mi dice: «Devo fare questo provino per il film». Lo aiuto a preparare il provino e vengo a conoscenza di The Equalizer 3. Sento la mia agente e chiedo di poter sostenere a mia volta un’audizione. C’è Denzel Washington, che è il mio attore preferito di sempre. Mi hanno preso dopo un primo self-tape. Gli americani ti provinano una volta, al massimo due. 

Hai avuto la possibilità di parlare con Denzel Washington anche una volta spenta la luce della cinepresa? Se sì, di cosa?

Ho avuto la possibilità di parlargli, anche perché ho girato diverse scene con lui. Sono un fan sfegatato del suo lavoro e lo è anche mio padre. Tra una pausa e l’altra io gli ho citato tutto un monologo di Training Day e lui mi ha raccontato qualche curiosità in merito al film e su tutto il lavoro che ha fatto per arrivare al personaggio. È stato molto interessante, un’esperienza straordinaria. Mi ha dato dei bei consigli, è una cara persona. È esattamente quello che si vede, cerca di raccontarsi e di raccontare la sua vita per quello che è. Una persona d’incontro.

«Devo dire che la mia è stata una gavetta molto più divertente che faticosa, grazie anche alle tante cose belle che mi sono successe. Sono stati sei anni molto divertenti»

Ho letto che prima di approdare al mondo della recitazione eri un pasticcere. Quando hai deciso di mollare tutto e cambiare vita? Cosa è scattato in te?

Dire pasticcere è un po’ pretenzioso, ho lavorato un anno come pasticcere. Un mio amico mi disse: «Ma perché non riprendi a fare l’attore? Perché non vai via, perché non provi?». Io ho sempre fatto teatro amatoriale a Genova, è sempre stata una mia grande passione. Qualche settimana dopo sono partito e sono andato a Roma, dove ho frequentato le prime accademie e ho iniziato il mio percorso che mi ha portato qui. È stata una scelta strana ma allo stesso tempo divertente, a volte servono quei 30 secondi di coraggio in cui decidi di mollare tutto e partire. Poi ho fatto tutto con tanta passione, mi ha aiutato molto essere innamorato di questo mestiere. Devo dire che la mia è stata una gavetta molto più divertente che faticosa, grazie anche alle tante cose belle che mi sono successe. Sono stati sei anni molto divertenti.

Su Instagram hai questa bio: “Lento vuol dire preciso, preciso vuol dire veloce”. Rappresenta il tuo modo di affrontare la vita?

Ora non c’è più perché l’ho cambiata (ride, ndr). Quella frase ha un valore perché è del film preferito di mio padre, che è Shooter, un film diretto da Antoine Fuqua (regista anche di The Equalizer 3, ndr). È un film che mio padre conosce a memoria, potrebbe doppiarlo. Questa frase ci aveva colpito tanto e per questo l’ho messa nella bio. Prima ancora avevo “attore di fama condominiale”, perché mi conoscevano solo a casa mia (scherza, ndr).

Shirt Xacus, jeans Tela Genova, belt Gavazzeni, eyewear Moscot
Shirt Xacus, jeans Tela Genova, belt Gavazzeni, eyewear Moscot
 Total look Neil Barrett, Andrea Dodero
 Total look Neil Barrett

Credits

Photographer Davide Musto

Stylist Alessandra Gubinelli

Make up Silvia Evangelisti – Simone Belli Agency

Hair Carmen – Contestarockhair

Photographer assistant Valentina Ciampaglia

Location Studio Davide Dormino

FacebookLinkedInTwitterPinterest

© Riproduzione riservata