DI CORSA OLTRE IL LIMITE

Una maratona si corre dal primo kilometro. Lo sa bene Valeria Straneo, campionessa italiana specializzata nelle gare di fondo, specialmente la maratona, scelta da Bridgestone come brand ambassador, insieme a Gregorio Paltrinieri e Gianmarco Tamberi, per la campagna Insegui il tuo sogno, non fermarti mai: un messaggio rivolto soprattutto alle nuove generazioni, diffuso attraverso il linguaggio universale dello sport. Bridgestone, azienda leader nella produzione di pneumatici e Partner Mondiale dei Giochi Olimpici fino al 2024, invita tutti a raggiungere i propri obiettivi, percorrendo una strada costruita con dedizione, passione, ma anche sacrifici e sofferenze. Valeria Straneo questa strada l’ha attraversata di corsa, kilometro dopo kilometro, superando i suoi stessi limiti fisici, perché campioni non si nasce, lo si diventa. Anche a 37 anni, dopo una laurea, due figli e l’asportazione della milza. MANINTOWN l’ha incontrata per voi.

Il suo esordio in Nazionale risale al 2011, in occasione degli Europei di cross di Velenje, dopo che ha avuto due figli e ha subito un’operazione importante nel 2010. Come è riuscita a conciliare il suo desiderio di maternità con la carriera?
Ho una storia un po’ particolare, sono esplosa tardi, in quanto ho una disfunzione radicale del globulo rosso che si chiama sferocitosi. Questo non mi ha permesso di esprimermi come effettivamente ho fatto dopo l’operazione in cui mi hanno tolto la milza e la colecisti. I figli li avevo già, erano abbastanza grandi quando ho cominciato a correre, anche se di solito si fa il percorso opposto. Io invece mi sono laureata, ho avuto i figli e poi è venuta anche la carriera agonistica, che sinceramente non mi aspettavo. Dopo l’operazione sono veramente migliorate le mie performance, per cui sono riuscita a intraprendere questa carriera piuttosto inaspettata.

Sappiamo che nella sua vita ha coltivato molteplici interessi, che l’hanno portata a sbocchi professionali molto distanti dal mondo sportivo. Come si è imposto lo sport su tutti gli altri?Innanzitutto ho sempre avuto questa grandissima passione, mi sarebbe sempre piaciuto essere un’agonista, però con i miei problemi, non ero mai riuscita a eccellere. Il guaio della sferocitosi è che ti abbassa l’emoglobina e l’ematocrito, che sono quelli che ti servono per andare forte nella maratona, nelle gare lunghe che faccio io. La mia condizione mi aveva messo i bastoni fra le ruote. Una volta superati questi ostacoli, i risultati sono venuti. È per questo che ho cominciato così tardi. Ho fatto un salto nel buio, avendo l’appoggio di mio marito, che mi ha spronato dicendo “se non ci provi adesso, il treno passa”. Al limite, per un periodo avrebbe lavorato lui e se non fosse andata bene mi sarei dedicata ad altro. Però ci sono riuscita.

Nella sua vita di mamma e sportiva che stile predilige? Riesce a trovare del tempo per sé?
Da pochissimo tempo a questa parte vado dall’estetista, cosa che non avevo mai fatto. Sono andata solo perché l’estetista è la fidanzata di un mio amico e volevo provare. Adesso è diventata una droga! Non ho mai curato molto l’aspetto fisico e la moda, anche se mi piace tantissimo. Il mio sponsor è Nike, che non è certo un marchio di alta moda, però ha dei capi bellissimi e mi vesto sempre con le loro proposte. Non sono neanche capace di vestirmi elegante, le mie scarpe sono tutte basse e da ginnastica anche perché, correndo così tanto, inizio ad avere male da una parte e dall’altra ed è meglio non indossare il tacco, per cui sono sempre stra-comoda con i vestiti Nike. Desigual, invece, mi piace perché ha dei capi molto versatili e colorati.

Ha un rito scaramantico prima delle gare?
Non sono per niente scaramantica, però cerco sempre di portarmi alle gare qualcosa dei miei figli. Avere qualcosa di loro, come un disegno che ricordo di aver portato ai mondiali, me li fa sentire più vicini..

Quali sono i suoi progetti futuri?
Purtroppo sono reduce da un infortunio che mi ha fermato per un paio di mesi, per cui sto riprendendo. Come progetto futuro vorrei partecipare ai Mondiali di Londra di quest’anno, anche se non penso troppo al domani perché devo compiere 41 anni e so che la mia carriera è quasi alla fine. Non posso neanche pensare di essere alle prossime Olimpiadi, però non si sa mai, dipende dal mio stato fisico, di forma e dagli infortuni. Se il fisico regge ci potrò pensare. Un sogno in famiglia è di andare a vivere in un altro Paese, alle Baleari. Abbiamo già dei contatti là e, chi lo sa, magari, si potrà realizzare.

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