Le nuove frontiere dell’hospitality: Daniele Lassalandra e l’hotel Valadier a Roma

Dall’Hotellerie alla ristorazione, come sta evolvendo il mondo dell’hospitality e cosa significa pensare oggi a una luxury experience? Ne abbiamo parlato con Daniele Lassalandra, imprenditore del settore, che nel suo Hotel Valadier ha da sempre puntato sulla qualità dei servizi e su un’ampia proposta alberghiera e ristorativa, cogliendo le giuste opportunità. Oggi l’hotel di famiglia nel cuore di Roma si è arricchito di due format speciali di ristorazione, confermando le intuizioni di Daniele, che sta conquistando la Capitale con le sue proposte non convenzionali e sempre ricercate.

L’imprenditore Daniele Lassalandra

Daniele Lassalandra parla del nuovo concetto di ospitalità all’Hotel Valadier: «Il cliente non vuole solo una location esclusiva o un piatto ben riuscito. Vuole essere accolto e non sentirsi un numero»

Parlando di settore dell’ospitalità oggi, a che punto siamo secondo te?

A mio parere stiamo un po’ tornando alle origini, all’ospitalità di una volta. È importante offrire a tutti i clienti, italiani e stranieri indistintamente, un’esperienza da ricordare. Il vero lusso oggi è il tempo e come esso viene investito. Pertanto occorre fornire un’ampia proposta alberghiera e ristorativa in un unico luogo, puntando sull’alta qualità dei servizi proposti e investendo su figure professionali qualificate.

Si parla molto di ristorazione all’interno di contesti alberghieri. Cosa pensi a riguardo?

La clientela ricerca sempre più strutture che siano all’interno di alberghi perché essi rappresentano una garanzia di qualità. In un unico luogo possono accedere a servizi superiori rispetto ai classici ristoranti su strada.

E parlando proprio di locali meravigliosi, di cui Roma pullula, ti chiedo: cosa rappresenta per te il lusso?

Attualmente il lusso sembra aver perso l’aspetto più interessante: il rapporto umano. Il cliente non vuole solo una location esclusiva o un piatto ben riuscito, equilibrato nei sapori ed esaltato dalla scelta della materia prima. Vuole essere accolto e non sentirsi un numero. Come puoi affermare di aver vissuto un’esperienza straordinaria se sei stato trattato come uno dei tanti? Il lavoro che io cerco di fare come imprenditore e titolare d’azienda è raccontare ai miei manager l’importanza del rapporto one to one con il cliente. È fondamentale costruire un dialogo continuo tra la struttura e gli ospiti perché le persone hanno sempre più bisogno di essere guidate e considerate. Questo è il lusso: la cura della persona.

«L’Hotel Valadier è un luogo divertente che stupisce con il cibo, la musica, le persone, la posizione e la vista su Roma»

Da quello che mi stai dicendo capisco che per te sia molto importante dare un’anima ai posti.

L’Hotel Valadier è fatto da persone che lavorano con passione ed è un luogo divertente che stupisce con il cibo, la musica, le persone, la posizione, la vista su Roma che si gode dai nostri rooftop. Se così non fosse saremmo qui a parlare semplicemente di un hotel come tanti altri. E noi non lo siamo.

L’Hotel Valadier è un hotel particolare infatti, impossibile annoiarsi qui…

La posizione strategica dell’hotel (tra Piazza di Spagna e Piazza del Popolo) ci rende il punto di partenza ideale per scoprire Roma e le sue meraviglie. A caratterizzarci è la poliedricità delle proposte di intrattenimento e di ristorazione in un unico luogo. Dalle 10 alle 2 di notte, qui tutto può accadere. Il cliente può decidere di cenare su due rooftop attigui con due proposte diverse. Uno è l’Hi-Res, il secondo è Moon Asian Bar.

L’High Restaurant si caratterizza per lo stile contemporaneo del design e per una cucina che punta molto sul concetto di romanità reinterpretata dal nostro chef. Il menu si basa su un giusto bilanciamento di piatti di terra e di mare accompagnati dai cocktail della bar manager che firma anche la drink list di Moon Asian Bar. Parliamo dell’izakaya contemporaneo dell’Hotel Valadier, che promuove un nuovo concetto di fusion tra culture e sapori d’Oriente. Interessanti le proposte in carta come il nigiri con wagyu, tuna e gambero rosso; uramaki tonno, cavolo viola marinato o salmone con zest di arancia candita e polvere di campari; bao con astice o pulled fungo cardoncello; yakitori di polpo, maiale, pollo e melanzana.

Agli amanti del jazz è infine dedicato il Valentyne Restaurant & Club, un luogo senza tempo dall’incredibile fascino, con marmi pregiati, specchi, boiserie e parquet d’epoca. Qui si punta su un’offerta gastronomica di livello e originale. In cucina lo chef si diverte a creare interessanti piatti come tacos di astice e salumi stagionati di mare. Punto di forza del locale una signature cocktail list di gran livello e l’intrattenimento musicale di gruppi swing dal martedì alla domenica. A sorprendere il cliente, infine, la hall dell’albergo che di notte si trasforma in uno dei pianobar più conosciuti della Capitale. Piccolo per dimensione, ma di grande prestigio, il locale da più di vent’anni infiamma il pubblico con la musica live fino a notte inoltrata. Intorno al pianoforte le serate si animano e il divertimento è assicurato.

«Mangiare bene significa saper scegliere alimenti genuini ed etici nel pieno rispetto delle relazioni umane, della natura e della stagionalità dei prodotti»

Il 2024 è partito con una nuova attività ristorativa. Vuoi raccontarcela?

Ritengo che oggi la gente sia più consapevole di ciò che mangia perchè si documenta, legge, viaggia ed è curiosa di sapere cosa trova nel piatto, da dove viene un particolare ingrediente e chi è il produttore. Mangiare bene significa saper scegliere alimenti genuini ed etici nel pieno rispetto delle relazioni umane, della natura e della stagionalità dei prodotti.

A questo pubblico di appassionati di gastronomia è dedicato il Brillo, un progetto che punta ancor più sulla ricerca di prodotti locali e del territorio nazionale, offrendo la possibilità di acquistare gli ingredienti dei piatti degustati a pranzo o a cena direttamente dal banco e nell’angolo Goods. L’accurata selezione di formaggi e salumi provenienti da aziende agricole regionali e nazionali, i prodotti da forno realizzati internamente dialogano costantemente con la cucina del ristorante, che propone piatti tipici romani e della tradizione italiana.

A questo punto dell’intervista ti chiederei di darci una vera dichiarazione in stile Daniele Lassalandra. Come ti definiresti?

Mi reputo una persona con un modo di pensare non convenzionale. Intuito e conoscenza del proprio settore sono indispensabili per intercettare i bisogni del mercato. Ho imparato che, se qualcosa non funziona, bisogna avere il coraggio di modificarla senza legarsi orgogliosamente a un’idea.

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