Edoardo Purgatori, nudo (letteralmente) per il suo nuovo spettacolo teatrale

Adesso al cinema con Romantiche di Pilar Fogliati, diretto da Virzì in Siccità (e prima ancora da Mainetti in Freaks out, da Özpetek ne La dea fortuna, Le fate ignoranti – la serie e Mine vaganti nella versione teatrale), Edoardo Purgatori è all’Off/Off Theatre di Roma, dal 15 al 19 marzo, con 400 euro, 2 ore di nudo, in cui recita con Manuela Zero. L’opera è tratta dal romanzo Apocalisse di un cybernauta di Tommaso Agnese, qui anche in veste di regista.

Ama il teatro, dove ha mosso i suoi primi passi e torna spesso, ha fatto tanta televisione, ma con Ferzan Özpetek molto è cambiato.
«Sì, con lui la mia carriera è cambiata – ammette Edoardo – Ero in scena al Piccolo Eliseo con Fuorigioco – The Pass. Mi viene a vedere Pino Pellegrino, che da sempre si occupa dei casting dei suoi film, e vado a fare il provino per La dea fortuna. Con Özpetek parli un quarto d’ora di non si sa cosa, esci e non capisci cosa sia accaduto, pensando “se mi avesse dato una scena, almeno potrei sapere se l’ho fatta bene o male”. Dopo un mese arriva la telefonata: ero stato scelto per sei pose. Mi sono ritrovato a lavorare con Accorsi, Edoardo Leo, Jasmine Trinca e tanti altri. Da lì Ferzan mi prese sotto la sua ala protettiva, così è arrivato Mine vaganti, che abbiamo portato nei teatri italiani per tre anni; la scorsa stagione sono arrivato a fare il protagonista. Da quando ho iniziato a lavorare con lui non ho più smesso, per fortuna. E lo dico con enorme gratitudine, anche in senso scaramantico, perché non vorrei tornare a fare il cameriere adesso che ho due figli. Özpetek è stato un portafortuna per tanti giovani attori. Ci vede lungo, è un regista che sa prendere gli attori nel momento giusto: come Eduardo Scarpetta per Le fate ignoranti, come Accorsi o Scamarcio. Sa prendere gli interpreti nel momento della loro carriera in cui sono pronti a fare il salto. Se reggi i suoi ritmi, sei pronto a giocare in serie A».

“Özpetek è un regista che sa prendere gli attori nel momento giusto della loro carriera, quello in cui sono pronti a fare il salto”

Edoardo Purgatori teatro
400 euro, 2 ore di nudo (ph. by Manuela Giusto)

Fuorigioco – The Pass parlava di due calciatori gay. Ha fatto scalpore Jankto, centrocampista della nazionale della Repubblica Ceca, per il suo coming out. Perché omosessuale dev’essere per forza sinonimo, in un certo senso, di femminile?

Purtroppo è vero che nel mondo c’è l’immagine del gay femminile. In Özpetek, però, i gay non sono necessariamente così. Per lavorare sul personaggio che porto in scena all’Off/Off, Tommaso Agnese mi ha dato come riferimento due film: Shame, con Michael Fassbender, e American Psycho, con Christian Bale. Nel primo c’è un momento in cui lui, sul finale, si fa fare una fellatio da un uomo: vuol dire che sono gay?

Anche il mio personaggio di 400 euro, 2 ore di nudo, a un certo punto, farà il performer di videochat erotiche, dicendosi: “ok, quelli che entrano nella mia stanza virtuale per vedermi nudo sono uomini? Chi se ne importa. Farlo mi fa guadagnare un euro al minuto: vuol dire che sono gay?”.
Sicuramente in un mondo maschilista come quello del calcio, è complicato. Basterebbe un giocatore alla Cristiano Ronaldo, al quale era un po’ ispirato il personaggio di Fuorigioco – The Pass, per far dire a tanti altri “sono omosessuale”. Secondo me il mondo è già più avanti, ma ovviamente se porto mio figlio a giocare al campetto di calcio, sento i genitori dire “alzati, ma che sei una femmina?”. Parte tutto da lì, immagina allo stadio.

“Come attore, quando interpreti certi ruoli hai un senso di responsabilità, il rischio è quello della spettacolarizzazione dell’evento, delle emozioni”

Nel film Rai Il confine, eri il capitano Dalmasso. Nella Prima guerra mondiale, molti giovani passarono dai banchi di scuola alla trincea. Oggi vediamo missili che radono al suolo palazzi in tempo reale. I media possono creare un’idea cinematografica della guerra più di quanto non faccia Hollywood? Vediamo anche la guerra in Ucraina come un film?

Ricordo che eravamo in scena con Mine vaganti durante lo scoppio della guerra in Ucraina. Ero già padre, e vedevo giovani della mia età che, di punto in bianco, si trovavano davanti ad una scelta: lasciare il paese e scappare con la propria famiglia, non sapendo neanche se ce l’avrebbero fatta, oppure andare a combattere per difendere la propria nazione. Tutto a poche migliaia di chilometri da dove mi trovavo in quel momento. Questo mi ha messo in crisi.
Come attore, quando interpreti simili ruoli, hai un senso di responsabilità. Il rischio ovviamente è quello della spettacolarizzazione dell’evento, delle emozioni. La guerra è orribile, non porta a nulla, come attore però non puoi portare in scena un melodramma. La cosa che mi hai emozionato di più, di quel film, è che si raccontava la storia di una generazione che è stata cancellata dalla storia; chi è sopravvissuto, è rimasto traumatizzato per tutta la vita. È stata una pagina di storia pesantissima da raccontare: ho sentito un senso di responsabilità nei confronti di chi ci è passato veramente.

Edoardo Purgatori attore
Edoardo Purgatori in 400 euro, 2 ore di nudo (ph. by Manuela Giusto)

“Sono diventato molto più morbido nei confronti di mio padre, dopo esserlo diventato a mia volta”

Sei figlio di Andrea Purgatori. Com’è Andrea papà e com’è Edoardo figlio?

Andrea è sicuramente un papà ingombrante, ma in modo buono. Edoardo papà è diventato molto più morbido nei confronti di suo padre, dopo esserlo diventato a sua volta, perché sta capendo cosa vuol dire essere padre, nel bene e nel male.
Come nonno, Andrea è molto affettuoso e presente, ed è una cosa della quale sono felicissimo, perché è un regalo che fanno i nipoti ai nonni e viceversa. Ora ha anche quella morbidezza che gli viene dal fatto di non avere le responsabilità che hai da padre.
Papà non ci ha fatto mai mancare nulla, però era una presenza limitata dal suo lavoro: inviato di guerra col Corriere della Sera, scrittore, sceneggiatore. Ma non è uno di quelli che ha preso e se n’è andato. Se me lo avessi chiesto cinque o dieci anni fa, ti avrei risposto in maniera diversa, oggi è un padre che stasera fa Atlantide e domani viene a cena per stare coi nipoti e me.

“In 400 euro, 2 ore di nudo tutto nasce da una crisi d’identità, dalla depressione di un artista che sente di dover uscire da un’impasse artistica”

400 euro, 2 ore di nudo parla del confine tra reale e virtuale nel mondo dell’erotismo. Sui social creiamo profili, indossiamo maschere, recitiamo personaggi; assumiamo identità, che costruiamo a seconda delle situazioni in cui ci troviamo. Questo ci porta a una crisi d’identità o alla creazione di un mondo sì virtuale, ma dove posso sentirmi libero?

Credo che la risposta migliore sia nel mezzo. Prendendo la tangente della libertà, posso permettermi di interagire liberamente col mondo virtuale. Non hai più filtri, ma rischi quella zona grigia che noi raccontiamo in questo spettacolo. L’altra tangente è quella della crisi d’identità, che rischi quando passi troppo tempo ad essere tante persone diverse.
Quando nel 2009 sono andato a studiare a Londra, sono passato da Roma, città provinciale, mentalmente chiusa, a una dove a nessuno interessa niente di quello che fai, o come ti vesti. Ho provato un grande senso di libertà e scoperto i miei gusti, a nessuno interessava come mi presentavo, ma mi sono sentito anche molto solo. Mi sono trovato in una crisi d’identità “sana”, che mi ha consentito di poter scoprire cosa volessi fare nella vita.
Tuttavia, in un meccanismo dove posso essere chi voglio e fare ciò che voglio, ma attraverso il filtro dei social e, come nel nostro caso, del mondo virtuale, a un certo punto rischio di non sapere più chi sono. È quello che vive Riccardo in 400 euro, 2 ore di nudo.
Conosciamo l’effetto che il porno ha su una persona, poi però magari, quando trovi una persona che ti piace sinceramente, detto in modo becero, non ti si alza. Vuol dire che ho talmente inquinato la mia mente, che non riesco più ad avere un contatto umano con l’altro. Per contro, potrei aver scoperto cose di me che non avrei mai sperimentato per paura del giudizio. Ecco perché sei nella terra di mezzo.
In questo spettacolo tutto nasce da una crisi d’identità, dalla depressione di un artista che sente di dover uscire da un’impasse artistica che gli impedisce di esprimersi come aveva sempre fatto. C’è qualcosa che gli viene a mancare, però non ha il coraggio di guardare le sue ferite, di passarci attraverso, e il sesso diventa per lui un modo per distrarsi.

400 euro, 2 ore di nudo
(Ph. by Manuela Giusto)

Nell’immagine in apertura, Edoardo Purgatori in una scena dello spettacolo 400 euro, 2 ore di nudo (ph. by Manuela Giusto)

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