LA POETICA DELLE DIFFERENZE: TORNA L’ESPOSIZIONE TRIENNALE DELLE ARTI VISIVE

In un periodo storico dove violenza e conflitti armati sono purtroppo la tragica normalità di moltissimi Paesi, promuovere valori come multietnicità, integrazione e accoglienza risulta più importante che mai. In un mondo in cui troppo spesso è l’odio a prevalere, è necessario riscoprire la fiducia nel prossimo ed esaltare l’umanità intesa come collettivo di singolarità uniche. L’arte, in tal senso, diventa uno strumento di emancipazione sociale potente, promotore di progresso e rinnovamento. E proprio di questo messaggio si fa portavoce l’Esposizione Triennale di Arti Visive, dal titolo La poetica delle differenze. Alla ricerca di un nuovo Umanesimo. Visitabile a Roma fino al 15 dicembre, l’iniziativa si svolge nei Musei di San Salvatore in Lauro del Pio Sodalizio dei Piceni.

Locandina Esposizione Triennale di Arti Visive 2023, Roma
Locandina Esposizione Triennale di Arti Visive 2023, Roma

Il tema scelto per l’esposizione nasce da un’idea di Stefania Pieralice, grande esperta d’arte, attualmente responsabile delle collane scientifiche sull’arte contemporanea pubblicate da De Agostini. La curatrice, che nella sua carriera vanta la direzione di diversi padiglioni nazionali della Biennale di Venezia, parla di “estetica della terra”; un mondo in cui ogni Paese, ogni terra per l’appunto, non possiede né limiti né razze. Quello seguito da Stefania Pieralice per questa Esposizione Triennale di Arti Visive è un approccio diverso dal solito; un’ottica in cui l’interesse è focalizzata non tanto sulle opere esposte, ma sulla personalità del singolo artista in quanto persona dotata di una propria unicità.

Esposizione Triennale di Arti Visive 2023: le opere in mostra

La poetica delle differenze. Alla ricerca di un nuovo Umanesimo si sviluppa poi a partire da una considerazione: il linguaggio ha fallito, in quanto causa di separazione tra culture e etnie differenti. Proprio per questo motivo, l’esposizione intende proporre una modalità di comunicazione alternativa, costruita attraverso l’arte visiva. I pezzi in mostra non sono quindi “semplici oggetti artistici” intesi come prodotti mercificabili, ma stati d’animo, paure e speranze che prendono forma nello spazio. Autopoiesi, Oltre l’essenza, Anàstasis, Nel grembo del mondo sono solo alcune delle opere in esposizione che, con il loro messaggio, ispirano un vero processo di rinnovamento sociale.

Molte poi le sculture in mostra, incise nel cemento, nella resina o nel legno. Guardo oltre, Fructus amoris e Guardiano di stelle, per esempio, ricollegano l’uomo alla terra, testimoniando come l’arte sia generata spontaneamente dalla natura e sublimata grazie all’attività creativa. Altra protagonista dell’esposizione è In volo sulle lettere di mio padre, un collage di missive ritrovate dall’artista, figlio di un partigiano. Ripercorrendo la vita e la lotta di un combattente, l’opera dà sfogo a un profondo senso di dolore e inquietudine. Un sentimento amaro che diventa esso stesso vera arte.

La necessità di fuggire

In un mondo in cui capitalismo e individualismo hanno portato molti uomini a condurre una vita di silenziosa disperazione, è necessario, anzi fondamentale, “compiere una fuga”. Una fuga costruita tramite la nostra immaginazione, attraverso cui andare oltre sé stessi per ritrovare un rapporto profondo con l’altro. Questo è il compito affidato all’arte: permettere un esodo che vada al di là di un mondo troppo spesso brutale, vittima di un totale annichilimento civile e sociale. Solo così sarà possibile abbracciare il valore dell’accoglienza, aprendosi con fiducia all’umanità e al prossimo.

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