EX_SISTERE: ALLO SPAZIO HASITA UNA RIFLESSIONE SUL NOSTRO POSTO NEL MONDO

Esistere, la questione ontologica per eccellenza. Dal latino exsistere, questo tema ha interrogato, e continua a interrogare, svariati ambiti, dalla filosofia all’arte, dal teatro alla letteratura. Si pensi all’opera di Paul Gauguin Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?, capolavoro pittorico in grado di sintetizzare le domande esistenziali dell’uomo di ieri, oggi e domani. E come dimenticare la frase forse più celebre della letteratura, “Essere o non essere, questo è il dilemma“, recitata nell’Amleto di William Shakespeare? Per non parlare poi degli studi condotti dal danese Søren Kierkegaard, padre di quello che in filosofia prende il nome di “esistenzialismo”.

Il tema dell’esistenza è forse il più intricato e complesso mai affrontato dall’uomo; una sfera fatta di domande, più che di risposte. E proprio l’esistere è il fondamento alla base di un vero e proprio viaggio, una mostra che indaga le complessità dell’esperienza dello stare al mondo. Parliamo di Ex_Sistere, esposizione presso lo Spazio Hasita (Milano), curata dal gallerista italo-turco Haluk Terzioglu, aperta fino al 22 dicembre.

Interni della mostra d'arte Ex_Sistere
Interni della mostra d’arte Ex_Sistere

Le opere di Ex_Sistere ci invitano a riflettere sul nostro posto nel mondo

L’arte diventa un mezzo potente, capace di catturare e trasmettere l’essenza dell’esistenza in tutte le sue diverse dimensioni. Pittura, fotografia, illustrazione e opere in digitale si uniscono in una sola voce, accompagnando lo spettatore in un viaggio immersivo alla scoperta delle molteplici sfaccettature dell’essere. Una vera celebrazione dell’esperienza umana: così potremmo definire Ex_Sistere, esposizione unica nel suo genere, che unisce universale e personale, tangibile ed effimero, passato, presente e futuro, tutto all’interno di un singolo spazio.

Cosa significa esistere? Come definiamo il nostro posto nel mondo e quale impronta lasceremo su di esso? Queste e molte altre sono le domande su cui lo spettatore è invitato a riflettere, instaurando un dialogo profondo e personale con le opere in mostra. Dipinti, fotografie e sculture vogliono essere una vera e propria finestra affacciata nella mente dell’artista: ciascuno offre una diversa prospettiva e una differente interpretazione del concetto di “esistenza”.

Haluk Terzioglu racconta il suo amore per l’arte e il progetto Spazio Hasita

«Ho comprato il primo quadro quando avevo soli 17 anni. All’inizio la mia collezione d’arte ha preso corpo in Turchia; ora invece è distribuita tra diverse case. Mi sento molto fortunato, per me l’arte rappresenta uno sfogo totale. Nonostante io abbia seguito un percorso di studi del tutto diverso, in economia, commercio e finanza, l’arte è sempre stata la mia più grande passione». Così afferma Haluk Terzioglu, gallerista e curatore della mostra Ex_Sistere.

«La galleria Spazio Hasita nasce per ospitare arte, artista e gallerista. Arrivato a 55 anni ho finalmente trovato il coraggio di dare sfogo al mio amore per l’arte, proponendo una mostra con opere realizzate da 12 artisti diversi, 3 turchi e 9 italiani. Il coraggio secondo me è il pilastro principale di qualsiasi successo, poi verrà tutto il resto. Ogni artista è coraggioso a modo suo e questa esposizione lo dimostra. Ciascun lavoro rappresenta un momento di riflessione inaspettato, che invita l’osservatore a interrogarsi».

«Sento questo spazio espositivo come una vera e propria estensione della mia casa. Il tema scelto per la mostra è “l’esistere” poiché questa galleria prima non esisteva. Siamo arrivati dove siamo ora grazie a quattro persone, che tra l’altro sono racchiuse nel nome della galleria stessa. “Hasita” unisce le prime due lettere del mio nome (H, A), le prime due del nome del mio compagno Simone (S, I), l’iniziale del cognome di mio papà (T) e quella del cognome di mia mamma (A). Hasita, ho scoperto poi, è anche un nome femminile hindu molto comune che significa “sempre solare”, “felice”. Spero davvero che questo spazio possa rappresentare una possibilità di crescita e un’opportunità di espressione artistica libera, in qualsiasi sua forma».

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