FABIO ATTANASIO: il nuovo sguardo sull’eleganza classica

Suits: Sartoria Dalcuore, Shirt: Sartoriale, Tie: F. Marino Napoli, Glasses: TBD Eyewear

Non chiamatelo #fashionblogger. Fabio Attanasio, il fondatore di The Bespoke Dudes, la piattaforma dedicata alla sartoria e all’artigianato di qualità, è diventato il punto di riferimento dei gentleman 2.0. Nel 2015 ha sviluppato anche un progetto di eyewear, realizzato a mano da specializzati artigiani italiani. La sua grande passione per la sartoria e per l’hand made lo hanno reso l’ambassador perfetto per brand illustri, contribuendo a diffonderne la conoscenza e l’eleganza.

Qual è la tua definizione di influencer/blogger/ambassador?
È una nuova forma di media legittimata dal basso, dai lettori/utenti del web. È anche un’evoluzione del giornalista, del classico editore e, in alcuni casi, della figura del modello e dello scrittore.

Come vedi l’evoluzione del mondo social e del tuo business?
Ottimisticamente mi dico che non morirà, ma che si evolverà. Almeno per chi ha dei contenuti veri e parla a un pubblico reale.

Qual è il social del futuro?
Sembrava fosse Snapchat, poi Instagram e le sue Stories ci hanno dimostrato il contrario. Credo che chi ha qualcosa da dire troverà sempre il modo di parlare al suo pubblico, a prescindere dalla piattaforma utilizzata.

Qual è il lato negativo della tua professione?
Così come lo sport agonistico è inquinato dal doping, questo settore è rovinato dalla pratica, purtroppo molto diffusa e non sanzionata, dell’acquisto di follower e interazioni in generale. Speriamo che Instagram faccia presto una nuova pulizia. Un altro lato negativo è rappresentato da alcune digital agency, che sono solo dei meri intermediari tra l’influencer e il brand. Spesso non sanno nulla sull’influencer, eccetto quel numeretto che vedono scritto sul suo profilo IG (il numero dei follower), che oggi sembra diventato tristemente importante. Alla stregua di un titolo di studio. Io ho co-fondato un marchio di occhiali, quante volte credi che mi sia stato proposto da queste magnifiche agenzie di lavorare per dei miei competitor? Non erano arrivati a leggere nemmeno il terzo rigo del mio profilo dove c’è scritto Co-founder of TBD Eyewear.

Questa professione quanto ti rende economicamente?
Per fortuna non posso lamentarmi.

Quanti dei tuoi consigli sono sinceri e non sponsorizzati?
In generale non lavoro con aziende che non sposano il mio concetto di qualità, qualunque sia il budget sul tavolo. E se lavoro con un marchio che mi piace, mi ritaglio sempre il mio spazio di libertà per esprimere le mie opinioni liberamente ed educatamente, per me è importante esprimere un’opinione sempre, anche se al cliente può non piacere. Breve aneddoto: qualche anno fa un marchio coreano mi offrì €50.000 per due giorni di shooting. Avevano un nome e un look italiano, mancava solo l’ambassador italiano che li sdoganasse. Ho rifiutato l’offerta, perché non lo sentivo affine al mio gusto, perché ritenevo che l’attività non fosse coerente con la mia ricerca sartoriale delle eccellenze artigianali. Oggi voglio credere che se lavoro con alcuni marchi importanti quali Omega, Vacheron Constantin e Montblanc è anche perché ho preso e continuo quotidianamente a prendere decisioni di questo tipo.

La professione dell’influencer ha una data di scadenza? Come immagini il tuo lavoro da vecchio?
È già da un po’ che ho smesso di chiedermi quanto e se durerà tutto ciò, preferisco fare del mio meglio per continuare a innamorarmi quotidianamente del mio lavoro. Se non perdi l’entusiasmo per quello che fai, non c’è data di scadenza che tenga. Il difficile è tenere viva quella fiamma. Bisogna sapersi evolvere, adeguare e adattare in tempo al cambiamento.

Quale applicazioni usi per ritoccare le foto e quanto ritocchi per creare lo scatto perfetto?Snapseed, Photoshop Express e Touch Retouch.

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Photo| Karel Losenicky
Stylist| Lucio Colapietro
MUA & Hair| Giuseppe Giarratana
Fashion Collaborators| Orsola Amadeo and Dario Amato

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