IL NUOVO FILM DI SAVERIO COSTANZO ‘FINALMENTE L’ALBA’ AL FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA 2023

Tra i film della selezione ufficiale del Festival del cinema di Venezia 2023, è stato presentato Finalmente l’alba, un film scritto e diretto da Saverio Costanzo. Nel cast Lily James, Rebecca Antonaci, Joe Keery, Rachel Sennott, Alba Rohrwacher e Willem Dafoe. Il film è prodotto da Rai Cinema in collaborazione con Fremantle e Cinecittà S.p.A.
Finalmente l’alba è il viaggio lungo una notte della giovane Mimosa (Rebecca Antonaci) che, nella Cinecittà degli anni Cinquanta, diventa la protagonista di ore per lei memorabili. Una notte che da ragazza la trasformerà in donna.

«Inizialmente volevo scrivere un film sull’omicidio della giovanissima Wilma Montesi – racconta Saverio Costanzo – avvenuto nell’aprile del 1953 e che rappresentò per l’Italia il primo caso di assassinio mediatico. La stampa speculò sulla vicenda, che coinvolgeva personalità della politica e dello spettacolo, e nel pubblico nacque un’ossessione che presto diventò indifferenza. Dalle cronache scomparve la vittima per fare posto alla passerella dei suoi possibili carnefici. Poi, come accade spesso scrivendo, l’idea iniziale è cambiata e, piuttosto che far morire l’innocente, ne ho cercato il riscatto. Mi piace infatti pensare che Finalmente l’alba sia un film sul riscatto dei semplici, degli ingenui, di chi è ancora capace di guardare il mondo con stupore.
La protagonista, Mimosa, è una ragazza semplice, una giovanissima comparsa di Cinecittà che, nella Roma degli anni ’50, accetta l’invito mondano di un gruppo di attori americani e con loro trascorre una notte infinta. Ne uscirà diversa, all’alba, scoprendo che il coraggio non serve a ripagare le aspettative degli altri, ma a scoprire chi siamo».

Scena del film Finalmente l'alba
Scena del film Finalmente l’alba

Saverio Costanzo a Venezia 80: racconti al femminile e voci di donne

«Mi trovo più mio agio con personaggi femminili – continua Saverio Costanzo – Mi era capitato di dirlo anche in occasione de L’amica geniale. Mi viene naturale. Trovo che sia più divertente. Da maschio imparo molto quando entro dentro personaggi femminili. È un’esperienza molto più elettrizzante. L’omicidio di Wilma Montesi fu una sorta di spartiacque all’interno dell’opinione pubblica italiana, perché da quel momento le cronache raccontarono un’Italia che aveva perso l’innocenza. Il fatto di dare più spazio ai carnefici che alla vittima è un’abitudine che abbiamo perfezionato negli anni: quella di non avere più nessuna empatia verso la vittima, ma solo di interessarci, nel tempo brevissimo che abbiamo a disposizione prima che arrivi un altro omicidio, dei carnefici. Scrivendo mi sono ritrovato a cambiare l’epilogo.
Non riesco a pensare in termini femminili e maschili. Se i maschi imparano a dialogare con la loro parte femminile, imparano moltissimo di loro stessi. Questo è un esercizio che mi piace fare».

Rebecca Antonaci, la giovane Mimosa di Finalmente l’alba al Festival di Venezia 2023

«Rebecca è stata una fortuna per me. Come con Adam Driver, Luca Marinelli e altri attori che ho avuto la fortuna di dirigere, ci siamo incontrati per caso. Giravo una pubblicità. L’unica che io abbia mai girato, perché quell’esperienza mi è servita per capire che è un campo che non mi interessa. Lì però incontrai Rebecca.
Uno dei personaggi dello spot era questa ragazza, adolescente, che mi colpì perché riusciva a concentrarsi, a crearsi un suo spazio, all’interno della confusione che regnava sovrana in un set piccolissimo. E poi mi colpì la sua curiosità. Stavo scrivendo il film e ho iniziato a pensare a lei. Quando sono arrivati i provini è stata una delle prime persone che ho voluto vedere. Poi ho fatto provini per un anno cercando qualcuno che mi facesse cambiare idea. Ma alla fine è rimasta lei».

Rebecca Antonaci al red carpet del Festival del cinema di Venezia
Rebecca Antonaci al red carpet del Festival del cinema di Venezia

Il caso Montesi di Finalmente l’alba, presentato a Venezia 80

«Ho scelto il caso Montesi perché, in tanti anni, ho capito come cambiare l’epoca ti aiuta a guardare senza sociologismi la realtà di oggi. Non siamo così diversi, ma la realtà degli anni ‘50 è apparentemente più semplice. Ho scelto questo caso anche perché fu un archetipo di quello che è accaduto dopo. L’Italia non è un paese semplice per una donna, a mio parere. È una questione culturale. Vedere le foto di Wilma Montesi buttata sulla spiaggia a faccia in giù, con le calze abbassate, è una di quelle immagini che rimangono.
Wilma Montesi era una comparsa, voleva fare l’attrice, quindi ho trovato spazio e materiale per ricostruire quella Cinecittà. Cinecittà non è solo uno studio cinematografico. Ci sono tanti studi più grandi e più avanzati di Cinecittà. La differenza non è solo la storia che si respira in quei luoghi, siamo noi. Ricordo che giravo scene con il peplo egiziano, vedevo le facce delle persone in mutande e le immaginavo che tornavano con la lambretta a casa la sera. Erano uguali, ora come allora. E pensavo: vedi qual è la differenza? Cinecittà siamo noi. Sono le nostre maestranze, le nostre comparse, il nostro atteggiamento, il nostro modo di urlare, anche la nostra cialtroneria.

Scena del film Finalmente l'alba
Scena del film Finalmente l’alba

«Il film racconta anche il dietro le quinte del cinema del tempo»

Il film racconta anche il dietro le quinte del cinema del tempo. Penso al personaggio di Lily James.
Essere una diva negli anni ‘50 doveva essere un inferno. Venivano invidiate, amate, ma la cura della loro immagine, il loro dovere di essere seducenti, ammalianti, fatali, doveva essere micidiale. Il personaggio di Lily James ha le nevrosi di chi è sempre sotto l’occhio di bue, sotto lo sguardo di qualcuno nell’inquadratura finale, quella che ci fa salutare il personaggio. In realtà capisci che lei deve sempre fare quello che le chiede il sistema. Non è mai chi è veramente. 
Ci sono anche personaggi negativi che si aggirano in secondo piano, ma non sono gli artisti: sono quelli che stanno attorno agli artisti, che li sfruttano, li usano. Che trattano le donne come moneta di scambio. Quelli sono i predatori, ma non sono artisti. 

Lily James in una scena di Finalmente l'alba
Lily James in una scena di Finalmente l’alba

In film di Saverio Costanzo che ha fatto discutere

Finalmente l’alba aveva già fatto discutere prima dell’inizio della mostra perché Alberto Barbera, direttore della mostra del cinema di Venezia, aveva dichiarato che il film è costato quasi 30 milioni di euro: uno dei più costosi tra quelli in concorso e con un budget inusuale per un film italiano Saverio Costanzo è entrato nella discussione: «Per me è un film come Hungry Hearts (film diretto dal regista nel 2014 con Adam Driver – nda) che costava 500.000 €. Sono abituato a passare da film con budget poverissimi a film come questo. Domani potrei fare un altro film, come si suol dire, con due pinze e una tenaglia. Non riesco strategicamente a pensare: ora faccio il grande film per la sala, poi ne faccio uno piccolo. Per me i film nascono tutti attraverso lo stesso processo creativo.
Ci sono storie che hanno bisogno di più mezzi e storie, come Private (suo film d’esordio nel 2004 – nda), e altri che richiedono meno risorse. Per me quello del budget non è un tema. E in un film americano non ne discuteremmo mai. Quello del budget è un atteggiamento che dobbiamo iniziare a superare».
Forse quello del budget non sarà un problema, ma il fatto che si continuino a girare film in perdita non fa bene all’industria cinematografica italiana. Speriamo che il nuovo film di Saverio Costanzo ripaghi la Rai e gli altri investitori del loro ingente sforzo economico.

Il cast di Finalmente l'alba
Il cast di Finalmente l’alba
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