FIORENZA D’ANTONIO, DALLE LUCI IN PASSERELLA AI RIFLETTORI DEL SET RAI “GLORIA”

Mossi i primi passi nel mondo della moda tra passerelle e shooting fotografici, Fiorenza D’Antonio vuole di più. Sente il bisogno di dare corpo e anima ai personaggi nati sul set, non solo con l’espressione del viso ma anche attraverso la parola. E così un nuovo viaggio ha per lei inizio, quello nella recitazione, da sempre suo più grande sogno.

Tra le sue prime apparizioni televisive, il ruolo di Bianca in Il commissario Ricciardi resta per Fiorenza il personaggio del cuore; quello che sente più suo. Delicata e sensibile come la giovane contessa della celebre serie Rai, l’attrice napoletana sfoggia sul set il suo lato più squisitamente umano, mostrando al pubblico quell’animo che i set fotografici non facevano emergere. E, a proposito di progetti recenti, Fiorenza D’Antonio è ora protagonista nella serie Gloria, calandosi nei panni dell’aspirante attrice Lucilla Altieri. Al fianco dell’inimitabile Sabrina Ferilli, Fiorenza interpreta il ruolo di un’arrampicatrice e manipolatrice, spinta in ogni sua mossa da un desiderio ben preciso: lasciare il segno nel mondo della recitazione.

Fiorenza D'Antonio
Ritratto di Fiorenza D’Antonio

Fiorenza D’Antonio è Bianca ne Il commissario Ricciardi: «Con lei penso proprio di aver avuto quel sano colpo di fulmine che permette all’attore di entrare in vera sintonia con il suo personaggio»

Partiamo dalle origini: come si è svolto il tuo percorso di formazione per diventare attrice? E potresti raccontarci brevemente di qualche progetto importante che ti è rimasto particolarmente nel cuore?

Dopo essermi laureata in Design della Moda e aver intrapreso un viaggio Erasmus, mi sono finalmente decisa a cimentarmi nel mondo della recitazione (mio più grande sogno da sempre in cui, però, per timore, non mi ero mai buttata). Il mio percorso da attrice inizia con il laboratorio di arti sceniche di Massimiliano Bruno. Poi, con l’arrivo del Covid, tutte le lezioni per forza di cose dovevano essere svolte a distanza e lì allora ho mollato. Secondo me, infatti, la recitazione necessita di essere fatta dal vivo. L’anno successivo ho provato a entrare presso il Centro Sperimentale di Cinecittà e ci sono riuscita. E da lì la mia esperienza da attrice ha davvero preso il via. Ho avuto la fortuna di iniziare interpretando un bellissimo personaggio, Bianca, in Il commissario Ricciardi; poi sono arrivati i ruoli di Marzia de I Fantastici 5 e Lucilla nella serie Gloria.

Parlando più nello specifico del personaggio di Bianca, quali sono le sue caratteristiche principali e peculiari? Ti rivedi un po’ in lei?

Devo fare una premessa. Ancor prima di iniziare le riprese nelle vesti di Bianca, io ero molto appassionata dei romanzi di Maurizio De Giovanni e dei suoi personaggi, commissario Ricciardi compreso. E proprio per questo motivo conoscevo già Bianca, l’avevo incontrata nella lettura. Quando mi è stato comunicato che avrei avuto l’occasione di calarmi nei suoi panni, per me è stato uno shock (in positivo ovviamente, ride ndr). Il mio entusiasmo era a mille; ero, e sono tutt’ora, innamoratissima di Bianca. Con lei penso proprio di aver avuto quel sano colpo di fulmine che permette all’attore di entrare in vera sintonia con il suo personaggio.

Bianca è una contessa sulla trentina, sposata da dieci anni con un conte (interpretato da Arturo Muselli). Il loro è un matrimonio triste, addirittura non condividono il letto. A rendere il tutto ancora più complicato, il fatto che lei non possa avere figli. Nonostante ciò, il mio personaggio mostra un senso materno estremamente sviluppato; un lato umano che tende costantemente a voler proteggere i suoi affetti. Bianca è addirittura disposta a sembrare invadente (anche se in realtà non lo è) pur di far star bene chi la circonda.

Un po’ mi rivedo in questo aspetto del suo essere; cerco sempre di mettere a proprio agio le persone della mia vita a cui voglio bene. Poi Bianca è cresciuta nel lusso sfrenato ma non mostra una mentalità chiusa e bigotta, anzi. Le piace creare pochi rapporti ma buoni e gli amici che le sono vicini, in un certo senso, le assomigliano. Ne è un esempio lo stesso commissario: Ricciardi e Bianca si fiutano l’un l’altro per poi scoprirsi simili e scegliersi.

In generale, aver conosciuto Bianca prima ancora di iniziare a recitare nei suoi panni per me è stato utilissimo. Averla incontrata leggendo i romandi di De Giovanni mi ha dato l’opportunità di darle corpo in modo più autentico e consapevole.

Fiorenza D'Antonio
Fiorenza D’Antonio

«Senza dubbio Marzia è stata il personaggio più interessante tra quelli che ho interpretato finora, soprattutto dal punto di vista della ricerca per prepararmi alle riprese sul set»

Altro progetto che ti ha vista tra i protagonisti è I Fantastici 5. Qui interpreti il ruolo di Marzia, una giovane atleta paralimpica. Come è stato calarsi in questo personaggio? Hai riscontrato delle difficoltà dovendo simulare il modo di vivere di una persona non vedente?

Senza dubbio Marzia è stata il personaggio più interessante tra quelli che ho interpretato finora, soprattutto dal punto di vista della ricerca per prepararmi alle riprese sul set. Volendomi calare a pieno nei suoi panni e almeno tentare di restituire nel miglior modo possibile la sua condizione di disabilità, ho cercato di svolgere la mia quotidianità tenendo gli occhi chiusi, ho camminato per la mia città con il bastone e mi sono fatta condurre in giro da altri. Essendo poi Marzia una di quelle persone non vedenti che tengono gli occhi aperti, ho dovuto anche studiare il tipo di sguardo da mostrare sul set. Ho visto diversi documentari a riguardo e ho avuto la fortuna di osservare persone realmente non vedenti nei loro gesti quotidiani.

Il fatto di sperimentare azioni generalmente considerate banali senza l’utilizzo della vista, in un certo senso, mi ha avvicinata a quella spiccata sensibilità che le persone non vedenti sviluppano per gli altri sensi. Le orecchie diventano i tuoi occhi; ogni vibrazione viene percepita come più intensa. Un suono, un tocco, una voce: questi aspetti, per noi troppo spesso scontati e quasi insignificanti, per un soggetto non vedente rappresentano tutto.

Umanamente Marzia è un personaggio molto spigoloso, costantemente pronta ad attaccare. È una campionessa di tennis, vive un rapporto violento con il padre e ha sempre mostrato una corazza attorno a sé che, a seguito del suo incidente, è diventata ancor più impenetrabile. In un certo senso lei costruisce delle barriere per proteggersi. Solo verso la fine della narrazione troverà un po’ di dolcezza nella vita.

Fiorenza D'Antonio
Ritratto di Fiorenza D’Antonio

Fiorenza D’Antonio, tra i protagonisti nella serie Gloria: «Ciò che spinge Lucilla a proseguire per la sua strada è una sensazione; qualcosa le dice che ben presto riuscirà ad arrivare in alto»

In Gloria interpreti il personaggio di Lucilla Altieri. Quali aspetti del suo carattere influiscono maggiormente sulle dinamiche portate in scena dalla serie?

Lucilla è un’arrampicatrice sociale che vuole fare l’attrice; è molto determinata e ha una gran faccia tosta. Con uno spiccato savoir faire, una buona dose di sfacciataggine e sincerità cerca sempre di condurre le persone dove lei vuole. È una gran manipolatrice insomma. Sicuramente sa recitare, soprattutto quando le fa comodo. Nella serie, per esempio, si vedono diverse scene in cui Lucilla torna da Manlio De Vitis (interpretato da Massimo Ghini) con la coda fra le gambe: qui si vede davvero la sua capacità recitativa, molto più di quanto emerga nei provini.

Lucilla vuole comportarsi da diva (anche se, di fatto, non sa nemmeno cosa significhi). Ha fatto tanti sacrifici per arrivare al punto dove si trova, tuttavia non riesce ancora a raccogliere i frutti dei suoi sforzi. Ciò che la spinge a proseguire per la sua strada è una sensazione; qualcosa le dice che ben presto riuscirà ad arrivare in alto.

Lucilla si pone come antagonista nei confronti del personaggio principale Gloria Grandi, interpretato da Sabrina Ferilli. Che relazione si instaura tra queste due donne?

Come si dice nella serie, la relazione tra Lucilla e Gloria è una sorte di legame “Eva contro Eva”. Il personaggio interpretato da Sabrina Ferilli è un vero riferimento nel corso della narrazione e rappresenta tutto ciò che Lucilla vorrebbe diventare. Proprio per questo motivo, in un primo momento, il mio personaggio cerca di entrare nelle grazie di Gloria, ma invano. Dopo un susseguirsi di tentativi fallimentari per diventarle amica, Lucilla cambierà totalmente atteggiamento, ponendosi contro la grande diva. Addirittura arriverà a ricattarla, pur non essendo certo di ciò di cui la sta accusando. Lucilla sogna veramente, muovendosi sempre secondo il mantra “il fine giustifica i mezzi”.

Nonostante i suoi comportamenti, personalmente non la giudico troppo severamente, anzi. Quando mi sono rivista nei panni di Lucilla nella scena in cui lei sogna di essere alla notte degli Oscar, ho provato una profonda tenerezza per il mio personaggio. In frangenti come questi, si vede il suo lato più fragile e umano; non è unicamente una donna sfacciata e insensibile.

Serie Rai Gloria
Fiorenza D’Antonio

«Negli infiniti set fotografici a cui ho preso parte durante la mia esperienza da modella, mi sono divertita moltissimo dal punto di vista espressivo; tuttavia mi mancava la parola»

Ti sei laureata in Design della Moda e, nel 2018, hai partecipato al concorso Miss Italia. Avendo avuto a che fare sia con il mondo della passerella sia con quello più “accademico” del design, come definiresti oggi il tuo rapporto con la moda?

La moda mi affascina moltissimo. Me la porto dietro in tutto ciò che faccio, anche lavorativamente. Per ogni provino, vado sempre alla ricerca di quel capo particolare piuttosto che di un oggetto che sappia dare un tocco in più al mio personaggio; che lo possa rendere unico. L’abito è il primo elemento a parlare di noi. Senza bisogno di aprir bocca, ciò che indossiamo racconta qualcosa del nostro essere; e avendolo studiato ne sono molto cosciente. Il modo di vestire influisce moltissimo sul modo di atteggiarsi di una persona; a seconda di ciò che si ha indosso si cammina diversamente e addirittura ci si sente diversamente. Un capo può regalare sicurezza o, al contrario, far sentire una pezza.

In più ormai sono addetta costumista per tutti i miei amici che si apprestano a fare un qualche provino (ride ndr). Quindi continuo a coltivare il mio amore per la moda anche se, di fatto, non è più il mio mestiere.

E qual è stata la molla che ti ha spinta a spostarti dal mondo moda a quello della recitazione?

Parlando di mondo moda, io ho lavorato come modella, stylist, designer e art director. Ho anche frequentato un master in collaborazione con la Condé Nast, dove ho avuto la possibilità di scrivere qualche articolo per Vanity Fair. Insomma, il mio è stato un percorso pieno, a 360 gradi. Sentivo però il bisogno di dire qualcosa in più. Negli infiniti set fotografici a cui ho preso parte durante la mia esperienza da modella, mi sono divertita moltissimo dal punto di vista espressivo; tuttavia mi mancava la parola. In ogni shooting, a seconda di come ero vestita, pettinata e truccata, nasceva un vero e proprio personaggio a cui io avrei voluto dare un’anima.

Sentivo il peso di un limite; un confine che avrei voluto rompere. Al di là dei meri capi, la moda sta diventando sempre più tridimensionale; le sfilate oggi possono essere paragonate a veri e propri eventi sensoriali e spesso vedono il coinvolgimento di importanti personalità del cinema (grandi direttori della fotografia per esempio). Nonostante ciò percepivo la forte necessità di trasmettere la mia umanità al pubblico; un lato di me che la recitazione può pienamente restituire.

Qual è il tuo rapporto con i social?

A mio parere, entrando in contatto con la tecnologia, l’uomo ha bisogno di un tempo di assorbimento e comprensione. Probabilmente ora ci troviamo ancora in quella fase; un’area ancora ampiamente inesplorata in cui spesso ci si lascia schiacciare. I social, secondo me, stanno avendo un impatto più negativo che positivo, non solo sulla mia generazione, ma anche e soprattutto su quella successiva alla mia.

Senza ombra di dubbio, i social media sono oggi insostituibili per quanto riguarda la sfera dell’informazione.  O meglio, sono diventati essi stessi l’informazione. Tuttavia, a livello personale, questi mezzi stanno penalizzando la singolarità della persona; tolgono più che dare. Si è sempre più individualisti, narcisisti e, di conseguenza, soli. Proprio per questo io mantengo un atteggiamento piuttosto distaccato dai social, non mi mostro molto e guardo ancora meno.

Fiorenza D’Antonio e i progetti futuri: «In questo momento mi sto cimentando ancora una volta nel personaggio di Bianca e non potrei essere più felice»

Puoi regalarci qualche piccolo spoiler riguardo tuoi progetti in serbo per il futuro?

In questo momento mi sto cimentando ancora una volta nel personaggio di Bianca, nella serie Il commissario Ricciardi. E non potrei essere più felice: tra tutti i ruoli che mi sono stati affidati finora, Bianca è sicuramente quello che sento più mio. A differenza della primissima volta in cui mi sono calata nei suoi panni, dove ero agitatissima, ora mi godo il tutto con tanta felicità. Se Bianca fosse una persona reale vorrei esserle amica; di lei adoro ogni dettaglio, soprattutto la sua delicatezza e l’innata sensibilità.

In generale Il commissario Ricciardi mi restituisce sempre grandi soddisfazioni e gioie. Anzitutto io amo molto girare in costume; in più le scene si svolgono quasi interamente nella mia città, Napoli. Poi sul set mi trovo benissimo; si respira un’atmosfera piacevolissima sia con il regista sia con il cast.

Bianca a parte, guardando al mio prossimo futuro mi piacerebbe riprendere a viaggiare e visitare luoghi nuovi. Voglio partire, vedere qualcosa che non ho mai visto e imparare. Magari con un bell’itinerario in Argentina, perché no.

Altri progetti poi bollono in pentola, ma di questi non posso ancora svelare nulla.

Credits

Photographer: Emanuele Mancini

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