In bilico tra cinema, teatro e musica: i tanti volti di Martina Lampugnani

Dopo aver parlato con Martina Lampugnani, la prima sensazione che rimane è quella di essere rimasti a conversare con una ragazza dalla maturità e determinazione più uniche che rare. Milanese di nascita, classe 2001, Martina incarna e abbraccia appieno lo spirito della sana passione. Musica, sport e poi recitazione, la strada che ha deciso di perseguire. Studiando per importanti realtà nell’ambito del teatro e del cinema, sia in Italia sia all’estero, si è dedicata fin da subito all’arte dell’impersonificazione raggiungendo traguardi importanti.

Dopo averla vista in Il bambino nascosto, film del 2020 sotto la regia di Roberto Andò, e nella fortunata serie Netflix Summertime 3, prodotta da Cattleya con la regia di Francesco Lagi, oggi Martina si cala nei panni di Emma nello sceneggiato televisivo Gloria su Rai1, a fianco di Sabrina Ferilli.

Total look Alessandro Vigilante, boots Ovyé
Total look Alessandro Vigilante, boots Ovyé

«Ogni volta che vado in scena è come se fosse la prima volta. C’è sempre da migliorare e io con me stessa sono costantemente super critica»

Recitazione, canto, ma anche sport. Se dovessi scegliere una sola cosa tra queste, quale
sceglieresti?

Senza dubbio sceglierei la recitazione, la mia passione più grande. Per quanto la musica, e anche lo sport, abbiano un ruolo importante nella mia vita e nella mia formazione, la strada del teatro e del cinema è quella che ho scelto e che sento mi rispecchi al meglio. Ciò detto, non escludo la possibilità di riavvicinarmi e integrare la mia passione musicale a quella della recitazione. Il pianoforte è sempre lì che mi aspetta e io sono ben felice di suonarlo.

Il tuo percorso formativo è molto ricco. Hai frequentato l’Accademia09 e studiato danza e teatro con Jamie Breor in Texas. Hai preso parte prima al seminario con Lola Cohen, poi al Michael Rodgers Acting Studio, dove studi anche tutt’ora. Oltre alla tecnica, quali consapevolezze pensi di aver acquisito? E in cosa vorresti ancora migliorare?

Sicuramente il fatto di misurarsi con se stessi e l’importanza di non smettere mai di imparare. Mi sono resa conto di come ogni giorno si può tornare a casa arricchiti grazie a questo lavoro. Non è un caso che un mio insegnante di recitazione sia solito consigliarmi di leggere numerosi libri, anche uno a settimana e almeno una al mese, ribadendo spesso le molteplici opportunità che la lettura può offrirci. Conoscere diversi personaggi, per esempio, ed essere poi in grado di interpretare diverse tipologie di emozioni, caratteristiche comportamentali ecc.

Ogni volta che vado in scena è come se fosse la prima volta; non ci si può mai accomodare. C’è sempre da migliorare e io con me stessa sono costantemente super critica. Quando mi rivedo ci sarebbero trecento cose che vorrei migliorare ed è per questo che continuo a studiare.

Martina Lampugnani: «Il teatro apre la mente e offre una preparazione, rispetto ai personaggi, molto più profonda proprio per lo sforzo espressivo che si è chiamati a sostenere»

Quanto il teatro ti ha aiutata nel tuo percorso?

Il teatro e lo stare sul palco ti pongono nella condizione di vivere i personaggi in un modo più vero, immediato e con la possibilità di improvvisare più facilmente in scena. Ogni espressione e azione assume una connotazione più accentuata ed evidente, e l’interpretazione in questo caso, assume un carattere molto più vivo, espressivo che si riflette poi nella capacità diretta dell’attore di vivere il personaggio in modo intenso, riuscendo a trasmettere tutte le sue sfumature. Tanto di cappello a chi, oggi, riesce a recitare in serie tv e film senza aver avuto un background di studi teatrale.

Penso che il teatro apra in qualche modo la mente e offre una preparazione, rispetto ai personaggi, molto più profonda proprio per lo sforzo espressivo che si è chiamati a sostenere.

Recitazione a parte, un’altra tua grande passione è la musica. Da dove nasce? Che genere ti piace ascoltare?

Io ascolto di tutto. Se, però, dovessi nominare un solo genere che prediligo, ti direi il rock, e in primis Motley Crue e AC/DC sono tra le mie band preferite. Poi quando mi trovo in macchina mi spiace spaziare moltissimo, ascoltando musica di ogni tipo.

La passione per la musica mi è stata tramandata dalla mia famiglia. La recitazione invece, è stato un
interesse che ho coltivato in autonomia fin da subito; è qualcosa che è partito proprio da me e che ho cercato di portare avanti con tanta determinazione.

«Yorgos Lanthimos riesce a creare personaggi dalla straordinaria profondità, che permettono di esplorare e riflettere anche su noi stessi»

Il tuo film preferito?

Moulin Rouge è un film che mi piace davvero tanto. Poi Closer, perché riesce a raccontare storie quotidiane d’amore, apparentemente banali, che in realtà nascondono una loro profondità e un forte significato. Infine il film Jia – La Famiglia.

Da chi ti piacerebbe essere diretta in Italia e all’estero?

Matteo Garrone per dirne uno a caso (ride ndr). Internazionale direi Yorgos Lanthimos che trovo fantastico; film come The Lobster e Il sacrificio del cervo sacro sono eccezionali proprio per la capacità del regista di inserire i personaggi in storie, talvolta distopiche, in cui però la componente umana e recitativa prende il sopravvento. E questo è uno dei motivi per cui il suo stile di regia mi piace davvero davvero tanto. Yorgos Lanthimos riesce a creare personaggi dalla straordinaria profondità, che permettono di esplorare e riflettere anche su noi stessi.

Più in generale mi piacerebbe lavorare sia con registi italiani che americani. Parlando la lingua inglese penso sia più che naturale e sicuramente rappresenterebbe una grande sfida per me.

Martina Lampugnani
Total look Alessandro Vigilante, boots Ovyé

Martina Lampugnani: «Con Sabrina, che è una grande professionista e ha un’esperienza da fare invidia, tutto è stato più facile fin dall’inizio»

E ora parliamo di Gloria, un successo televisivo che ti vede tra le attrici principali. Come hai scoperto di essere stata scelta per il ruolo di Emma, figlia della protagonista, interpretata da Sabrina Ferilli?

Non me lo aspettavo. Ricordo quando mi ha chiamato la mia manager chiedendomi se avessi un
appoggio per rimanere a Roma per un po’ di tempo. “Eccome” le avevo risposto io, e lei, in maniera del tutto disinvolta, mi ha fatto sapere che ero stata scelta per il personaggio di Emma. Faticavo a contenere la gioia, anche perché quando faccio un provino cerco sempre di non crearmi troppe aspettative. So perfettamente quanto quello della recitazione
sia un mondo difficile, quindi il non essere scelti dopo un’audizione può essere all’ordine del giorno.

Lavorare con Sabrina Ferilli, che nella serie si cala nei panni di tua madre, non deve essere stato semplice. Le aspettative saranno state alte e, da parte tua, ci sarà sicuramente stata la volontà di non deludere il ruolo. Nonostante ciò in Gloria avete dato prova di chimica e intesa. Com’è stato?

Sicuramente un po’ di apprensione e timore iniziale c’erano da parte mia. Più che altro perché non sai mai chi hai di fronte da un punto di vista umano. Con Sabrina, che è una grande professionista e ha un’esperienza da fare invidia, tutto è stato più facile fin dall’inizio. E’ riuscita a mettermi fin da subito a mio agio. Nelle pause spesso ci trovavamo a chiacchierare tra di noi, per conoscerci meglio e creare quel legame umano che poi, in qualche modo, si riflette in scena e dietro la camera da presa. Alla fine il rapporto che si è venuto a instaurare tra di noi è stato anche un po’ quello che lo spettatore ha potuto vedere tra Gloria e Emma.

Sabrina è una professionista che potrebbe interpretare qualsiasi ruolo; vederla recitare, accanto e insieme a me, sicuramente è stato un grande insegnamento. La sua capacità di leggere con anticipo le sfumature del personaggio e tramutarle in naturalezza ad ogni battuta è davvero stupefacente.

Martina Lampugnani
Dress Calcaterra

«Inevitabilmente una parte di me entra nei personaggi perché, in alcuni casi, mi può capitare di immedesimarmi in loro»

Quanto di te c’è nel personaggio di Emma?

Devo dire che Emma e Martina sono molto diverse però in alcune cose si assomigliano. Sicuramente il fatto di non avere tanti amici, di essere un po’ chiuse nel proprio mondo. Io mi sono fin da subito dedicata alle mie passioni, ai miei interessi; a volte venivo additata come la “sfigata” di turno per il fatto di non costruire relazioni sociali ampie e preferire invece studiare e documentarmi.
E poi c’è la passione per la musica. Io suono il piano, lei fa parte di una band. Diciamo che l’amore per la musica ci accomuna.

Cosa cerchi di lasciare in ognuno dei personaggi che interpreti?

Cerco di lasciarmi trasportare. Inevitabilmente una parte di me entra nei personaggi perché, in alcuni casi, mi può capitare di immedesimarmi in loro. Può succedere di aver vissuto un’esperienza simile a quella messa in scena. Di solito non parto con l’intenzione di lasciare qualcosa di mio nei personaggi che interpreto; cerco solo di rimanere me stessa ed entrare totalmente, mentalmente ed emotivamente, in connessione con quello che il personaggio è, con la sua umanità, il suo tutto.

Hai un oggetto portafortuna che ti porti sempre dietro prima di ogni ripresa?

Non ho oggetti portafortuna. Una cosa che mi piace però è prendermi tempo per me stessa. Yoga e meditazione mi rilassano e mi permetteno di concentrarmi prima di dover girare scene e/o intraprendere qualsiasi progetto recitativo.

Martina Lampugnani in tre parole.

Difficile trovare tre parole per raccontarmi al 100%. Se dovessi scegliere direi viaggio, bontà – perché
sono una persona buona –, e ricerca.

Dress Alessandro Vigilante
Dress Alessandro Vigilante

Credits

Photographer Davide Musto

Stylist Martina Antinori 

Photographer assistant Valentina Ciampaglia 

MUA & Hair Cotril 

FacebookLinkedInTwitterPinterest

© Riproduzione riservata