Il teatro, i tortellini e il film ‘Ferrari’: Giuseppe Attanasio è pronto a conquistare il mondo

La storia di Enzo Ferrari arriva al cinema. Il 14 dicembre 2023 è uscito nelle sale il film Ferrari di Michael Mann, con l’attore Adam Driver nel ruolo del fondatore della leggendaria casa automobilistica. Non è solo una storia di auto da corse e motori, ma ha lo spessore del melodramma: gli amori, le passioni e i drammi dell’uomo dietro alla ‘rossa’. Un ritratto umano sfaccettato e complesso. Nel cast c’è anche uno degli attori da tenere d’occhio sulla scena italiana: Giuseppe Attanasio. Bolognese doc, forgiato da anni di teatro, è passato con disinvoltura da serie tv di successo (come La Legge di Lidia Poët) al grande cinema internazionale. MANINTOWN l’ha incontrato per parlare del suo percorso e della sua esperienza sul set, tra tortellini e motori.

L'attore Giuseppe Attanasio
L’attore Giuseppe Attanasio

Giuseppe Attanasio è Romolo Tavoni nel film Ferrari

Bolognese doc, classe 1992, Giuseppe Attanasio si è diplomato alla Civica Accademia di Arte Drammatica “Nico Pepe”. Il suo primo amore è il teatro, come ripete nell’intervista, ma il suo talento per la recitazione è stato capace, negli anni, di fiorire anche al cinema e in tv (da Nudes di Disney+ , a Home for Christmas di Netflix). Adesso il pubblico internazionale è pronto a scoprirlo sul grande schermo con il biopic Ferrari.

E pensare che al provino ci era andato “per divertimento”: «Stavano provinando tutta Europa, quindi non pensavo che mi potessero prendere. Alla fine del provino Michael Mann mi chiese se sapevo leggere in inglese. Quando l’ho raccontato al mio agente mi ha detto: ‘Ma non capisci? Significa che ti manderanno la sceneggiatura’. Io sono caduto dalle nuvole, è stato uno shock bellissimo».

Attanasio nel film interpreta Romolo Tavoni, dirigente sportivo della casa automobilistica: «È un personaggio che viene ‘strappato’ dalla tranquilla quotidianità provinciale: dopo l’incontro con Enzo Ferrari la sua vita cambia totalmente. Appena assunto, Enzo gli chiese se aveva il passaporto per accompagnarlo nelle trasferte in giro per il mondo: figurarsi, uno che ha vissuto tutta la vita fino alla trentina in un piccolo paese di provincia di Modena…».

Adam Driver nel film Ferrari (credits: Eros Hoaglan)
Adam Driver nel film Ferrari (credits: Eros Hoaglan)

L’incontro col cast e il ricordo del set di Ferrari

Una parabola che Attanasio ha vissuto in prima persona: «Mi sono sentito come Tavoni: una persona che ha sempre fatto il suo, a cui viene poi data l’opportunità di fare il grande salto». E che salto: grazie al ruolo in Ferrari, Attanasio ha potuto lavorare su un set internazionale accanto ad attori del calibro di Penelope Cruz, Adam Driver e Patrick Dempsey, l’indimenticabile Derek Shepherd di Grey’s Anatomy. Di quel periodo, ricorda la «bellissima energia e la concentrazione» che si respirava prima di girare e l’accoglienza ricevuta da parte della produzione.

«Quello che mi ha colpito di più era proprio la preparazione di tutti e il rispetto sul set: mentre si lavorava c’era un silenzio quasi sacrale». Mai un momento di ansia, o di nervosismo? «Alla prima lettura mi tremavano le gambe sotto al tavolo – racconta ridendo – Michael se ne accorse e mi tirò una delle sue famose pacche sulle spalla, che ti fanno sentire la vicinanza che ha con gli attori».

L'attore Giuseppe Attanasio
L’attore Giuseppe Attanasio

Il ruolo di Adam Driver, tra polemiche e tortellini

Per rompere il ghiaccio con Adam Driver, star assoluta del film, Attanasio ha sfoggiato tutta la sua cultura enogastronomica italiana, da bravo bolognese, parlandogli dei… tortellini. «Una delle prime domande che Adam mi fece fu come andavano mangiati i tortellini, perché un ristoratore gli aveva detto che mettere il ragù è una bestemmia. Immagina io, da bolognese, con la nonna che mi aveva fatto una testa così…».

La scelta di Adam Driver, statunitense, per interpretare l’imprenditore modenese ha fatto molto discutere, ma Attanasio non ha dubbi: «Anch’io, all’inizio, mi sono posto la domanda. Ma poi l’ho visto lavorare tutti i giorni con una concentrazione assoluta, non ha mai mollato mai il personaggio per quattro o cinque mesi di riprese. Dal punto di vista artistico, lui è stato davvero Enzo».

Una scena del film Ferrari (foto: Lorenzo Sisti)
Una scena del film (foto: Lorenzo Sisti)

Il grande amore: il teatro

Attanasio si definisce «un attore di teatro in prestito al cinema». Negli ultimi due anni si è concentrato solo sulla macchina da presa, ma ora, forte di una nuova sicurezza, sente che è arrivato il momento di tornare sul palco con un nuovo bagaglio di esperienze. Anche se anagraficamente fa parte della generazione dello streaming e del Netflix&Chill, per lui è fondamentale l’esperienza fisica del cinema e del teatro. Il senso di visione collettiva, di vicinanza dei corpi, di un’emozione condivisa. «Per me, l’unicità del teatro, è nella pericolosità. L’assenza di mediazione è pericolosa perché ci costringe a entrare in contatto con noi stessi, ma soprattutto con gli altri. Il rischio della tecnologia è di perdere questa vicinanza, di sentirci scollegati».

Giuseppe Attanasio, attore
Giuseppe Attanasio

I progetti per il futuro di Giuseppe Attanasio

L’esperienza su un set internazionale ha spinto Attanasio a guardarsi intorno e a progettare un periodo all’estero insieme alla sua compagna. Mentre Ferrari è nelle sale, l’attore ha già lo sguardo rivolto agli impegni futuri. «In questo periodo sto scrivendo molto – racconta –  E sto anche tornando al teatro qua a Bologna. Contemporaneamente, però, c’è anche la volontà di provare a fare qualcosa di mio, dal punto di vista della sceneggiatura». Sogno nel cassetto? «Lavorare con Giuseppe Tornatore», risponde senza pensarci.

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