I Sodi di S. Niccolò: il vino mito e l’arte dei giovani insieme per una nobile causa

Castellare di Castellina presenta l’edizione limitata de I Sodi di S. Niccolò 2019, decorata dagli studenti del liceo artistico di Brera

550 bottiglie da collezione del celebre vino I Sodi di S. Niccolò sono state dipinte rigorosamente a mano dai giovani talenti della storica scuola d’arte milanese, dettaglio dopo dettaglio, con cura e dedizione. La grande bottiglia da nove litri verrà battuta all’asta da Christie’s London il 30 novembre e l’intero ricavato andrà in beneficenza alla Fondazione Dynamo Camp. L’onlus offre programmi di terapia ricreativa a bambini e adolescenti affetti da malattie gravi o croniche e assistenza alle loro famiglie. Le altre 549 bottiglie verranno vendute da enoteche e ristoranti che devolveranno il 20% del loro introito alla stessa associazione.

«Una tecnica non facile quella della pittura su vetro», dichiara la professoressa Emilia Ametrano nella conferenza stampa di presentazione, avvenuta mercoledì 4 ottobre presso la sede della scuola, in via Papa Gregorio XIV a Milano. «Nata in Europa verso la fine del XIV secolo, fu una delle tecniche predilette da Wassily Kandinsky. Pretende l’utilizzo di piccolissimi pennelli e l’attesa di lunghe fasi di asciugatura dopo ogni mano di colore, ma rende eterni i disegni realizzati dagli oltre 500 artisti in erba del liceo di Brera». I soggetti delle creazioni sono ispirati al volo e agli uccelli rari rappresentati ogni anno, da ben 46 vendemmie a questa parte, sull’etichetta de I Sodi di San Niccolò.

Le bottiglie de I Sodi di S. Niccolò sono decorate con motivi che richiamano il tema del volo e gli uccelli
Le bottiglie de I Sodi di S. Niccolò sono decorate con motivi che richiamano il tema del volo e gli uccelli

I Sodi di San Niccolò: un vino Supertuscan

Questo mitico vino rosso viene prodotto nella realtà di Castellare di Castellina, area produttiva di gran pregio sulle colline tra Siena e Firenze. Raffinato e goloso, è ottenuto da uve Sangiovese con un 15% di Malvasia Nera del Chianti a incrementare morbidezza e profumi. Il vino I Sodi di San Niccolò non è solo un prodotto di alta qualità ma uno storico Supertuscan. Fu la rivista inglese Decanter a coniare negli anni ’80 questa definizione, a proposito dei vini del Chianti Classico che, per mantenere la più alta qualità e non essere obbligati a includere uve bianche nella ricetta, uscirono dalla DOC diventando vini da tavola.

Il paesaggio di Castellare di Castellina, dove viene prodotto il vino I Sodi di San Niccolò
Castellare di Castellina

Luigi Veronelli e la storia del nome I Sodi di S. Niccolò

Luigi Veronelli, grande filosofo e scrittore, nonché estimatore del vino ottenuto dalle colline toscane, suggerì il nome che ha poi reso celebre il prodotto in Italia e nel mondo. «Un giorno – racconta Paolo Panerai, deus ex machina di Castellare di Castellina – con Veronelli stavo scendendo dalla cantina verso la vigna più bella della proprietà. Ribattezzata “Vigna de’ sodi” dai vecchi contadini, quest’area presenta un terreno particolarmente duro e ricco di pietre: il migliore per fare il vino. Sulla destra della discesa c’è la chiesa di S. Niccolò del 1300, circondata da un’altra vigna dal terreno roccioso, soprannominata con lo stesso nome del santo. E proprio lì Luigi, dopo essersi fermato, mi disse che il nome perfetto per il vino prodotto lì doveva essere I Sodi di S. Niccolò. Ma con la “I” davanti, perché solo quel vino avrebbe portato tale nome».

Luigi Veronelli aveva assaggiato la prima annata, quella del 1977. Da allora il successo di questo Gran Cru è cresciuto negli anni. I Sodi di S. Niccolò è stato il primo vino italiano inserito nella Top 100 del Wine Spectator: nel 1988 l’annata 1985 e nel 1989 quella 1986. Il prodotto, affermatosi in Italia e nel mondo come vino di gran pregio, viene costantemente ricoperto di premi dalla critica nazionale ed estera.

Close up di una bottiglia I Sodi di S. Niccolò decorata a mano.
Dettaglio di una bottiglia I Sodi di S. Niccolò decorata a mano

Vinificazione poco invasiva per garantire un prodotto di pregio

Il rispetto della biodiversità è da sempre uno dei pilastri della filosofia produttiva di Castellare. Sin dall’inizio, questa realtà ha scelto di bandire erbicidi, pesticidi e ogni genere di prodotto chimico dalle proprie vigne, anticipando quel tipo di vinificazione poco invasiva e il più possibile spontanea, oggi diventato imprescindibile per chi vuole produrre buon vino. Simbolo di questo impegno è l’iconico uccellino che appare sulle etichette già dal 1977. Da allora i piccoli volatili ritratti sulle bottiglie sono cambiati di anno in anno (fatta eccezione per le annate del 1985 e 1995 quando lo stesso tipo di uccellino è stato utilizzato per indicare due vini tra loro molto simili). Inoltre la scelta di rappresentare questi animali rende omaggio alle tante specie del territorio del Chianti Classico, sempre meno diffuse a causa dell’uso indiscriminato di veleni e diserbanti.

Un prodotto dalle molte sfaccettature olfattive e gustative

«L’annata 2019 – racconta Alessandro Cellai, enologo di Castellare di Castellina – sotto il profilo climatico, è stata una delle più complesse. Grazie alla collocazione geografica molto favorevole dei vigneti Sodi e San Niccolò, abbiamo ottenuto una qualità eccezionale». E come dargli torto? I Sodi di San Niccolò 2019 possiede grande intensità gustativa e olfattiva, aggiunta a una consistenza suadente e setosa dalla freschezza acida, piacevolmente leggiadra e dissetante. I profumi ricordano i petali di rosa essiccati, le more di rovo, le marasche e il ginepro, con un finale costellato di spezie fini che danzano a lungo sul palato.

Le bottiglie de I Sodi di S. Niccolò in 4 diversi formati
I Sodi di S. Niccolò in 4 diversi formati

Un vino per tutte le stagioni, già eccellente ma con la possibilità di evolvere e migliorare per oltre vent’anni (se ben conservato in cantina). Un esempio virtuoso e fonte di ispirazione a più livelli, quello di Castellare di Castellina, che vede il raffinato know how vitivinicolo al servizio dell’arte del domani, della sostenibilità ambientale e dell’inclusione sociale. Ci auguriamo quindi che tutte le 550 opere vadano presto a ruba!

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